زيارة بغداد ft. Ayser S. Croft

Benvenuti a tutti! In questa nuova intervista, il mio amico Ayser, di Baghdad, ha accettato di raccontarci un po’ della sua città natale e del suo paese!

Ciao Ayser, e grazie per la tua partecipazione! Raccontaci di te, presentandoti: quali sono le tue passioni? Che cosa studi?

Ciao a tutti! Mi chiamo Ayser, sono nato nel 1995 in Iraq e sono cresciuto a Baghdad. Ho sempre abitato qui, vivendo così varie esperienze. Sono molto appassionato di tecnologia e programmazione. Sono specializzato in informatica e mi sono recentemente laureato in questo campo.

Adesso una panoramica sul tuo paese. Che atmosfera si vive? Ci sono dei luoghi che ti piacciono che vorresti condividere, e per quale motivo?

Quando la gente pensa all’Iraq, associa il paese al conflitto e alla guerra.
Quest’idea ha un suo fondamento, dato che gli ultimi decenni sono stati pieni di conflitti.

Tuttavia, il paese, il suo popolo e il loro modo di vivere non sono definiti solo dalla guerra.
Nonostante la situazione possa essere precaria, la gente fa sempre del suo meglio per gestire e portare avanti la propria vita quotidiana come chiunque altro che viva in luoghi relativamente più sicuri.
Gli ultimi anni hanno mostrato una graduale stabilità in questo senso, soprattutto dopo la sconfitta dell’ISIS e la sua cacciata dal paese.
Ci stiamo ancora riprendendo e siamo molto lontani dal raggiungere un livello adeguato di sicurezza. È comunque una situazione molto più positiva di quella di cinque anni fa.

Ci sono parecchi punti di riferimento importanti e luoghi da visitare e vedere a Baghdad, come Al-Mutanabi Street: è il centro storico della libreria di Baghdad, una strada colma di librerie e bancarelle di libri all’aperto. Prende il nome dal poeta iracheno classico del X secolo Al-Mutanabbi. La strada è conosciuta per la vendita di libri ed è stata spesso indicata come il cuore e l’anima della comunità letteraria e intellettuale di Baghdad.

C’è anche Abu-Nua’as Street, che prende il nome dal maestro di tutti i generi contemporanei della poesia araba. Un altro importante punto di riferimento, originariamente aperto nel 1971 nella zona di Al Zawra’a Gardens insieme al Al Zawra’a Dream Park (un parco divertimenti) e alla Zawra’a Tower. Prima dell’invasione dell’Iraq del 2003, lo zoo ospitava 650 animali. Dopo essere stato quasi distrutto durante la guerra irachena del 2003, quando solo circa 35 animali sopravvissero, lo zoo fu riaperto nel 2003 e ora ospita circa 1.070 animali. Da allora è in fase di recupero. Ci sono molti altri posti da vedere, ma questi sono quelli che tipicamente suscitano l’interesse delle persone quando pensano ai punti di riferimento popolari di Baghdad.

Ora soddisfa la nostra immaginazione parlandoci dei piatti tipici e di quelli che ti piacciono di più!

Abbiamo tantissimi piatti locali tradizionali molto popolari. Il mio preferito è il Dolma, un ripieno fatto di riso, carne macinata, spezie e salsa di pomodoro. È avvolto in foglie d’uva e cotto a vapore in pentola. È considerato un piatto base quando ci sono riunioni familiari o eventi speciali come feste ed escursioni. Abbiamo anche il Masgouf, una carpa condita e preparata su fuoco aperto. Oltre a questi, la cucina irachena include molti altri piatti deliziosi.

Rispetto agli altri paesi, le donne hanno una considerazione diversa e devono seguire alcuni comportamenti specifici, come indossare il velo. Vorresti parlarcene più approfonditamente?

Non posso parlare a nome di tutto il Medio Oriente, ma in Iraq, le donne non sono necessariamente private dei loro diritti fondamentali e indossare un hijab (velo) non è imposto da nessuna legge.
Le donne sono libere di non indossare il velo se scelgono di non farlo. Non esistono nemmeno leggi che si applicano esclusivamente a loro e non agli uomini.
L’idea che le donne irachene siano private della loro libertà è una nozione sbagliata che deriva da stereotipi.

In che modo le difficoltà politiche influenzano la vita di tutti i giorni?

Tali conflitti si manifestano tipicamente sotto forma di proteste e obiezioni alle decisioni del governo, che tendono a influenzare la popolazione nel suo insieme. Possono portare i partiti politici a intraprendere azioni che potrebbero potenzialmente ostacolare la vita quotidiana, come l’applicazione di coprifuoco e misure severe contro i manifestanti: di solito, ciò si trasforma in conflitti che più o meno inaspriscono le tensioni a livello nazionale.

Grazie per la tua partecipazione e le tue risposte, Ayser!

Desidero anche ringraziare la mia fidanzata Emanuela per avermi aiutato ponendo domande interessanti per l’intervista!

Autore: Gabriele Glinni

Dottore in Mediazione Linguistica con riguardo verso la traduzione specialistica. Amante della scrittura creativa e autore del romanzo Ascend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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