Transengender equivale al diverso
Oramai si vive in una società, dove l’essere “transgender” è visto in modo negativo. Tali persone che decidono di cambiare il loro sesso, perché si sentono scomode in un corpo assegnato dalla nascita, sono etichettate come persone affette da malattie mentali al punto di essere picchiate per strada dalla persona cui non sta bene il diverso. A causa di questi episodi che accadono all’ordine del giorno in un paese come l’Italia, alcune associazioni cercano di tutelare le persone transessuali chiedendo di modificare la legge 164/1982 che disciplina la rettificazione di sesso.
Si conosce davvero il significato della parola transgender?
Ebbene, il termine transgender (o in italiano trans genere) descrive alcune persone la cui identità è binaria e che non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. A volte tale termine è utilizzato in senso dispregiativo con l’abbreviazione di “trans”, in altre parole quando si parla di una persona che non ha un aspetto conforme al proprio genere. Le persone transessuali non condizionano il loro orientamento sessuale perché sono sotto la categoria degli omosessuali, eterosessuali, bisessuali e asessuali.
The Danish Girl, un corpo con due identità
Esistono molte opere che raccontano delle persone transessuali, alcune sono delle vere e proprie testimonianze altre, invece, raccontano di transgender che hanno fatto la storia. L’ opera in questione è The Danish Girl, un romanzo di David Ebershoff pubblicato nel 2000 e vincitore del Lambda Literary Award for Transgender Fiction. Dal libro è stato tratto l’omonimo film, sempre mantenendo il titolo dell’opera, per la regia di Tom Hooper, con un straordinario Eddie Redmayne nel ruolo del pittore transessuale Einar Mogens Andreas Wegener/Lili Elbe.
Il romanzo si concentra sulla vita di Einar Mogens Andreas Wegener, famoso pittore paesaggistico sposato con Gerda Gottlieb, anch’ella pittrice specializzata in riviste di moda e libri illustrati. Proprio per realizzare le sue opere Gerda ogni tanto chiede al marito di posare con abiti femminili per via del suo viso delicato e del suo corpo esile. Il pittore, le prime volte, si sente in imbarazzo a posare con indosso abiti da donna, ma, poi, improvvisamente inizia a sentirsi al suo agio rifacendo nascere la sua identità femminile e il desiderio di essere donna che la rigida educazione aveva soffocato.
Egli affermerà:
« Non posso negare, per quanto strano possa sembrare che mi sia divertito in questo travestimento. Mi piaceva la sensazione di morbidi vestiti femminili. Mi sono sentito molto al mio agio dal primo momento ».
La moglie Gerda si rende conto di quest’identità del marito e invece di soffocarla come aveva fatto la famiglia, la asseconda comprendendo che sia la cosa giusta da fare.
La nascita di Lili Elbe
A causa del bigottismo che regna nella città di Copenaghen, Einar e Gerda si trasferiscono a Parigi. Nella capitale francese Gerda continua con i suoi ritratti che attirano l’attenzione di famose riviste come Vogue, La vie parisienne e L’illustration e ricevono commenti positivi ignorando la vera identità della modella raffigurata.
Einar non è più imbarazzato ad indossare abiti femminili per i ritratti della moglie, sentendo il suo corpo così al suo agio in quelle stoffe esce e le sfoggia per le vie parigine. Senza rendersene conto il suo corpo, come la sua mente, sta facendo nascere l’alter ego di Lili. A causa di questo cambiamento, Einar capisce che travestirsi da donna non gli basta e vuole far conoscere a tutti la sua identità femminile e la sua Lili, ma si sente costretto a vivere in un corpo di uomo.
Trascorre periodi d’incertezza e sofferenze per quanto riguarda la sua identità. Lili è costante, una presenza ineludibilenella vita della coppia. Giorno dopo giorno il marito finisce con l’essere sempre più oscurato dalla personalità di Lili . Vuole a tutti gli effetti avere un corpo di donna, ma allo stesso tempo maledice il giorno in cui ha cominciato a travestirsi avendo discussioni con la moglie.
L’identità binaria del pittore, per i medici di quell’epoca, era considerata una malattia mentale ma curabile. Comincia a sottoporsi a sedute psicologiche, a visite mediche umilianti e perfino a subire radiazioni. La sua depressione aumenta sempre di più perché non vuole vivere nel corpo di un uomo e si rende sempre più conto che deve esserci una soluzione.
Una transizione difficile
Grazie ad alcuni amici sa di un istituto di scienze sessuali a Berlino fondato dal Dott. Magnus e sostenitore dei diritti degli omosessuali che si era battuto, alla fine dell’Ottocento, per l’abrogazione del paragrafo 175 del codice tedesco il quale riteneva l’omosessualità un crimine.
Ormai conosciuta con il nome di Lili, quest’ultima si fida alle cure del medico sapendo i rischi che possono incorrere durante il suo processo di transizione. Non si tratta, infatti, di una semplice operazione, ma di molteplici e complessi interventi. Lili è ormai decisa: vuole percorrere ad ogni costo tale strada. Nel 1930, si sottopone ai primi interventi come la rimozione dei testicoli, l’esportazione del pene e trapianto delle ovaie. Tale operazione non ha un ottimo risultato perché il suo corpo ha causato un rigetto e Lili torna nuovamente sotto i ferri.
Sempre nello stesso anno, il re di Danimarca annulla il matrimonio di Einar e Gerda, poiché Lili ha richiesto il nuovo passaporto che certifichi la sua identità: Lili Ilse Elbe. Lili è a pochi passi per diventare completamente una donna e così si fa trapiantare l’utero e una vagina artificiale. Purtroppo, l’operazione le causa degli insopportabili dolori, dimagrisce e il suo corpo diventa debole. Nel 1931 muore in una giornata d’estate accanto alla moglie che non abbandonò mai il marito in quella difficile prova.
Tutt’oggi, chi conosce la sua storia, Lili Elbe è stata un modello da seguire per coloro che si sentono scomodi in un corpo che gli è stato assegnato alla nascita e necessitano della libertà per la propria identità sessuale.