Non tutti gli antagonisti sono destinati a restare cattivi fino al termine di un libro o di una saga. In alcuni casi l’autore decide di far compiere a questi personaggi un percorso di redenzione (noto in inglese come redemption arc). Che cosa lo differenzia dalla semplice crescita del personaggio? Quest’ultima può riguardare tutti, dai protagonisti ai personaggi secondari, e prevede il miglioramento individuale di chi ha già una moralità poco distorta. Si parla di redemption arc, invece, quando il personaggio che deve riscattarsi ha compiuto delle azioni malvage e/o distruttive, di cui ha iniziato a pentirsi nel corso della storia.
Per esempio un ladro potrebbe scoprire che uno dei suoi furti ha rovinato la vita a un bambino innocente e decidere, dopo un periodo di riflessione, di fare qualcosa per provare ad aiutarlo.
Attenzione! Non tutti i tipi di personaggi malvagi si prestano a un percorso di questo tipo. Per dare il via alla redenzione ci dev’essere qualche caratteristica su cui far leva per impedire all’antagonista di essere al 100% malvagio. Questo “punto debole” può essere un legame affettivo, un vecchio ideale mai rinnegato del tutto, un sogno nel cassetto o altro ancora. Per fare un esempio chiaro e semplice, in Star Wars ha senso che a redimersi sia Anakin Skywalker e non Sheev Palpatine.
Esistono due tipi principali di redemption arc: “il punto di rottura” e “la crescita lenta”.
Il primo si verifica quando la redenzione dell’antagonista avviene in seguito a un evento talmente grave da non poter essere ignorato nemmeno da chi si è macchiato di omicidi e altri crimini. Tornando all’esempio di Star Wars, Darth Vader si ribella all’imperatore solo quando quest’ultimo inizia a torturare Luke di fronte a lui. Si tratta di un momento molto potente, in cui Anakin torna per un attimo a credere nei valori con cui è cresciuto e sceglie di sacrificarsi per permettere al bene di trionfare.
Quando la redenzione avviene in modo così veloce, serve sempre un qualche tipo di sacrificio per darle il giusto impatto. Il personaggio che passa dalla parte del bene può morire per salvare qualcuno a cui tiene (come nel caso di Darth Vader), rinunciare a qualcosa a cui tiene moltissimo, subire una mutilazione o altro ancora. Inoltre, il cambiamento dev’essere menzionato in modo esplicito dai personaggi positivi. Quest’ultimi, infatti, sono la “bussola morale” della storia e rappresentano un punto di riferimento importante per il lettore.
Nel caso della “crescita lenta”, invece, l’antagonista deve maturare il desiderio di “cambiare rotta” con gradualità. Gli eventi che vive devono aiutarlo a riflettere sulla propria condotta e a mettere in dubbio il cammino che ha seguito fino a quel momento. Le motivazioni che lo inducono a cercare un cambiamento devono essere molto chiare, così come “il punto debole” (o virtù incrollabile, se preferite) che gli impedisce di diventare malvagio al 100%. Verso la parte finale del percorso di redenzione, l’ex antagonista deve guadagnarsi la fiducia dei protagonisti (dando prova della propria trasformazione) e affrontare una prova che, in un modo o nell’altro, simboleggia le tendenze distruttive che sta cercando di lasciarsi alle spalle. Il cambiamento di Peridot in Steven Universe rappresenta un esempio perfetto di questa tipologia di redemption arc.
La “crescita lenta” è perfetta per i personaggi che hanno tanto spazio all’interno della trama, mentre “il punto di rottura” funziona meglio per gli antagonisti che compaiono poco o sarebbero difficili da redimere in altri modi.
(L’immagine di copertina è stata realizzata da Jeff Carlisle)
Non ho visto Steven Universe, ma leggendo la parte sulla “crescita lenta” ho pensato subito a Zuko di Avatar: The Last Airbender.
Anakin è letteralmente l’unica cosa che mi piace incondizionatamente di Star Wars, e nonostante le critiche che hanno ricevuto i prequel, secondo me, hanno fatto davvero un ottimo lavoro per costruire il suo personaggio e rendere credibile la sua redenzione ne Il Ritorno dello Jedi.
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Non ho visto Avatar, però in effetti quando si parla di Redemption Arc il nome di Zuko salta fuori spesso! D’accordissimo su Anakin.
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