I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 – Terza parte

L'adattamento anime di Fullmetal Alchemist del 2003

Benvenuti a un nuovo appuntamento con questa rubrica!
Oggi prenderò in considerazione gli anime usciti tra il 2001 e il 2005. Se vi siete persi le puntate precedenti potete trovarle QUI e QUI.

2001: Beyblade

La volta scorsa vi ho parlato di due successi commerciali incredibili: Pokémon e Yu-Gi-Oh! Oggi è arrivato il momento di completare la triade con Beyblade, l’anime che spinse fiumane di ragazzini a interessarsi di nuovo alle trottole, dotandole di una veste più cool e associandole a vari animali e creature mitologiche. Per un certo periodo, i tornei “clandestini” in oratori e cortili diventarono piuttosto popolari, così come le polemiche nei confronti di chi usava di Beyblade falsi (pure io mi macchiai del crimine, ma in mia difesa non era poi così facile trovare gli originali nella mia zona!).
L’anime, a ben guardare, era un po’ sopra le righe, ma funzionava perché usava in modo intelligente vari elementi tipici della serie sportive, come la crescita del protagonista, la presenza di vari rivali, i tornei ecc. Inoltre ricordo che non mancavano neppure delle scene divertenti, perfette per stemperare un po’ la tensione tra uno scontro all’ultima trottola e l’altro.

Per il 2001 mi limito a una singola menzione speciale: Digimon Tamers. Non riuscì a conquistarmi quanto le prime due serie, forse a causa della mancanza di vecchi personaggi e mostriciattoli digitali, ma seppe comunque intrattenermi bene.

2002: Fullmetal Panic!

Sotto alcuni punti di vista, Full Metal Panic! segnò l’ingresso in una nuova fase della mia vita da appassionato di anime, legata soprattutto a quel meraviglioso programma contenitore chiamato MTV Anime Night. Fu una delle prime serie che vidi su quel canale e contribuì parecchio a espandere il mio interesse nei confronti dell’animazione giapponese a 360 gradi. Più adulto rispetto a varie opere trasmesse su Rai e Mediaset, Full Metal Panic! mi colpì per la sua capacità di miscelare momenti di vita quotidiana, spesso molto divertenti, a sequenza d’azione adrenaliniche, con tanto di robottoni e scontri all’ultimo sangue.

Le scene più comiche e, a tratti, demenziali di Fullmetal Panic! mi offrono un ottimo spunto per parlare di una delle menzioni speciali: Azumanga Daioh. Questo slice of life fuori di testa mi ha regalato parecchie risate e ancora oggi riguardo volentieri vari spezzoni su YouTube. Assieme a serie come Paniponi Dash e Lucky Star rientra appieno tra gli anime che riguardo quando ho voglia di qualcosa di leggero e divertente.

La seconda menzione speciale riguarda Digimon Frontier, l’ultima serie dei mostriciattoli digitali che ho seguito con passione dall’inizio alla fine. Anche in questo caso vale quanto detto per Tamers: l’ho seguita volentieri, senza però trovarla al livello di Adventure e 02. L’idea della fusione tra Digimon e Digiprescelti non mi ha mai fatto impazzire.

Ultima citazione riservata ad “Abenobashi – Il quartiere commerciale di magia”, serie gradevolissima e sopra le righe, solo in parte rovinata da un adattamento italiano assurdo.

2003: Fullmetal Alchemist

Descrivere l’importanza che Fullmetal Alchemist ha avuto nella mia vita di appassionato di anime, non è semplice. All’epoca dell’MTV anime night la visione di una nuova puntata al martedì sera divenne un rito sacro e imperdibile, così come la discussione del giorno dopo con i compagni di classe interessati alla serie. Penso che con la sua opera più importante, Hiromu Arakawa abbia dimostrato che con gli anime si possono raccontare anche storie al 100% originali, senza riproporre i soliti cliché. In poche altre opere ho visto dei personaggi caratterizzati bene come i fratelli Elric, il colonnello Mustang e Scar e la trama proposta ha spesso raggiunto dei picchi qualitativi notevoli. L’unico limite dell’adattamento anime del 2003 risiede nella sua inevitabile deviazione dal manga da un certo punto in poi.

Avendo parlato di Full Metal Panic! per quanto riguarda il 2002, mi sembra ora doveroso citare anche il suo spin off Fumoffu?, incentrato al 100% sulle parti più leggere e divertenti dell’opera originale. Mi ha sempre fatto ridere un sacco e alcune scene vivono ancora oggi nella mia memoria, come la missione per infiltrarsi alle terme o Sosuke prontissimo a far saltare in aria l’armadietto di Chidori.

Altra serie di cui non posso fare a meno di parlare è Planetes, senz’altro uno degli anime di fantascienza più verosimili che abbia mai visto. L’ho sempre interpretato come un’enorme riflessione sull’umanità a 360 gradi, soprattutto per via delle tematiche affrontate negli ultimi episodi. Tra l’altro la rappresentazione del problema dei rifiuti spaziali aiuta a pensare a questioni che in circostanze normali non passerebbero neanche per l’anticamera del cervello.

2004: Beck – Mongolian Chop Squad

Nel corso degli anni mi sono appassionato a pochi anime legati al modo della musica, ma devo ammettere che tutti quelli che ho visto sono stati capaci di trasmettermi qualcosa. Questo è vero soprattutto per Beck, la serie che mi spinse a voler imparare a suonare la chitarra quando avevo 15 anni. Le emozioni provate guardando il percorso di Koyuki mi coinvolsero a tal punto da indurmi a provare a imitarlo. Con il senno di poi, posso affermare che fu soprattutto la messa in scena delle situazioni proposte a esaltarmi, solleticando più le mie pulsioni da storyteller che quelle da musicista. Non ho mai imparato a suonare per bene la chitarra (non faceva per me), ma il desiderio di raccontare storie capaci di emozionare come quella narrata da Harold Sakuishi non mi ha mai abbandonato.

Per quanto non privo di difetti, Burst Angel è un anime che mi porto nel cuore per la sua capacità di spingermi a scrivere una storia intitolata “Il cacciatore di demoni” (ne ho parlato QUI), piena d’azione e momenti adrenalinici. Poi adoravo la chimica presente tra Jo e Meg e ho esultato quando ho scoperto che nel manga sono effettivamente una coppia.

Altri due anime usciti nel 2004 che voglio citare sono Elfen Lied e Rozen Maiden. Il primo mi colpì per la sua componente splatter (anche perché in termini di trama non aveva poi molto di interessante da offrire), mentre il secondo mi convinse a suon di idee originali e personaggi intriganti.

2005: 100% Fragola

Tra gli anime sentimentali vissuti dal punto di vista del personaggio maschile, 100% Fragola è uno di quelli a cui sono più affezionato, anche se credo che potrebbe non essere una buona idea rivederlo ora che ho più esperienza con il genere. Mizuki Kawashita ha fatto un buon lavoro nel rendere potenzialmente adatti al protagonista tutti i love interest introdotti e ricordo che la curiosità di scoprire cosa sarebbe successo alla fine mi spinse a divorare un episodio dopo l’altro in pochissimo tempo.

Tra le menzioni speciali inserisco Genesis of Aquarion, anime mecha del quale mi appassionai parecchio ai tempi dell’anime night. L’ho rimosso quasi del tutto e sarei curioso di rivederlo con gli occhi di un adulto.

Vale più o meno lo stesso discorso anche per Black Cat, serie che apprezzai ma della quale ricordo ben poco (anche se il tema del villain principale mi è rimasto ben impresso nella memoria).

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Autore: Alessandro Bolzani

Mi chiamo Alessandro e, oltre a essere un giornalista, sono l’autore del libro urban fantasy Cronache dei Mondi Connessi – I difensori del parco, edito da PAV Edizioni. Nel 2023 ho vinto il concorso Sogni di Fantasy 2 con il racconto Sylenelle, ladra di sogni. Collaboro anche con la rivista Weirdbreed, per la quale ho realizzato il racconto La carne più buona del mondo, alcuni articoli e delle interviste. Nel mio blog, Pillole di Folklore e Scrittura, parlo di libri, scrittura creativa, mitologia, credenze popolari e, in generale, di tutto ciò che mi appassiona.

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