I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 – Prima parte

Era da un po’ che volevo parlare di anime qui sul blog, ma faticavo a trovare uno spunto interessante. Poi, qualche giorno fa, ho avuto l’illuminazione: perché non partire dal 1991 (l’anno in cui sono nato) e parlare delle serie che ho preferito in ciascuna annata? Non so a quanti possa interessare questo esperimento, però a me diverte e mi sembra una ragione più che sufficiente per provare a farlo.

Ecco le regole:
• Devo coprire il periodo che va dal 1991 al 2021
• Posso scegliere un solo anime per anno, ma nulla mi vieta di inserire un paio di menzioni d’onore
• La scelta non è limitata alle serie che ho visto durante l’annata in questione (anche perché non potrei parlare di tutta la roba uscita quando ero troppo piccolo per conoscere il concetto stesso di anime!)
• Mi riferirò sempre all’anno in cui una certa serie ha fatto il suo debutto in Giappone, a prescindere da quando è stata trasmessa in Italia

Tutto qui.
Si prospetta un lungo viaggio, quindi direi di non perdere altro tempo con i preamboli!

1991: City Hunter ‘91

City Hunter ’91

Nel corso degli anni, ho visto davvero pochi anime usciti nell’anno in cui sono venuto al mondo. Tra questi, City Hunter ’91 è l’unico con il quale posso dire di avere un certo legame. Ho visto vari episodi della serie su MTV e Italia 7 Gold, quasi sempre in ordine sparso. Pertanto non ho in mente un quadro preciso della trama orizzontale della serie, ma ricordo con grande affetto gli scontri tra Ryo Saeba e i criminali e le martellate da cento tonnellate di Kaori. Indimenticabile anche la sigla italiana.

1992: Sailor Moon

Sailor Moon

Da bambino adoravo Sailor Moon. Forse non lo dicevo troppo in giro perché molti coetanei schifavano i “cartoni da femmine”, ma non mi perdevo una singola puntata, conoscevo le sigle a memoria e avevo pure una maglietta (mai indossata per il timore di essere perculato). A distanza di anni continuo a ricordare con affetto questa serie, che ha rappresentato il mio primissimo approccio al sottogenere Sentai mono (e al mondo Majokko in generale), soprattutto per il suo stile, che sprizza anni ’90 da ogni poro. Gli sfondi disegnati a mano sono evocativi e molto più “caldi” di quelli presenti in Crystal, la versione moderna di Sailor Moon. Meraviglioso anche il character design, che trovo invecchiato benissimo. La trama è difficile da giudicare, perché sono passati talmente tanti anni da rendere ordinario ciò che in quel periodo poteva essere considerato sopra le righe. Comunque alcune delle storyline continuano a sembrarmi ben fatte, soprattutto quelle legate a Sailor Saturn.

Vi invito a leggere questa bellissima analisi della prima stagione dell’anime, realizzata da Daniele Artioli.

Tra le menzioni speciali mi sembra doveroso mettere Calimero, uno dei pochi anime nati da una collaborazione italo-giapponese. Citerei anche Crayon Shin-Chan, serie storica e interminabile che in Italia è arrivata solo nel 2005. Infine, sarebbe un delitto omettere Yu degli Spettri, serie tratta dall’omonimo manga di Yoshihiro Togashi. Ho sempre preferito Hunter X Hunter, però pure le avventure di Yusuke Urameshi hanno saputo conquistarmi.

1993: Slam Dunk

Slam Dunk

Con Slam Dunk sono entrato in fissa durante le scuole medie, quando mi divertivo a fare qualche tiro a canestro durante le ore di educazione fisica (ero abbastanza incapace, ma questa è tutta un’altra storia!). Alla sera guardavo sempre l’anime su 7 Gold e amavo la sua capacità di rendere avvincente il basket, trasmettendo il pathos di ogni singola azione. Facevo il tifo per Hanamichi, provavo la giusta antipatia nei confronti di Rukawa e avevo un’ammirazione sconfinata per Sendoh.
A distanza di anni, Slam Dunk resta uno dei mei anime sportivi preferiti.

L’unica menzione d’onore che mi sento di fare riguarda Ghost Sweeper Mikami (arrivato in Italia come “Una miss scacciafantasmi”). Se devo essere onesto non me lo ricordo granché, ma da bambino mi piaceva. Ogni tanto mi parte nella testa la sigla, senza alcuna ragione plausibile.

1994: Magical Circle Guru Guru

Magical Circle Guru Guru

Guru Guru è uno dei miei anime comici preferiti in assoluto. È una parodia geniale dei classici videogiochi di ruolo (tipo Final Fantasy e Dragon Quest) e può contare su un cast di personaggi indimenticabile, tra cui il “valoroso guerriero” Nike, la giovane strega Kokori ed Edvarg, un vecchietto fissato con la meravigliosa danza Kita Kita. Ho perso il conto delle risate che mi sono fatto guardandolo su Rai 2 nelle mattine d’estate. Tra l’altro pure la trama orizzontale non era niente male e i momenti più seri trasmettevano una buona dose di tensione. Qualche anno fa è uscito un remake dell’anime, più fedele alla trama del manga (se volete vederlo lo trovate tutto su Crunchyroll). Mi è piaciuto, anche se non l’ho amato quanto l’originale.

Stavolta ci sono un bel po’ di menzioni d’onore da fare. Parto da Captain Tsubasa (in Italia più nota come Holly e Benji), anche se in realtà non mi ha mai fatto impazzire più di tanto, neppure quando ero bambino (forse perché è incentrata sul calcio, sport per il quale non ho mai provato il minimo interesse). Però mi capitava comunque di guardarla e tutto sommato ne ho un buon ricordo, quindi preferisco non escluderla. Passando a un’altra serie che ha un nome completamente diverso in Italia, direi che è arrivato il momento di parlare di Magic Knight Rayearth (diventata da noi “Una porta socchiusa ai confini del sole” per ragioni che tutt’ora ignoro), uno dei primi isekai della storia (quando ancora il genere non era stra-abusato). Lo ricordo con affetto per le atmosfere fantasy e le armi usate dalle protagoniste.

Tocca poi a Hello! Spank, uno di quegli anime agrodolci che mi faceva ridere e piangere nell’arco della stessa puntata, e a DNA ², il mio personale portale d’ingresso al mondo di Masakazu Katsura (e dei suoi personaggi femminili).

1995: Neon Genesis Evangelion

Neon Genesis Evangelion

Vado sempre in crisi quando qualcuno mi chiede “qual è il tuo anime preferito?”, perché la risposta può variare molto da un periodo all’altro. Ci sono però un paio di costanti, entrambe appartenenti al genere fantascientifico: una è Steins;Gate (di cui avrò di sicuro modo di parlare in una delle prossime parti di questa rubrica) e l’altra è Neon Genesis Evangelion, la serie che ha cambiato per sempre il modo di intendere gli anime. Avendo perso la prima trasmissione su MTV, ho recuperato l’anime molto tardi, anche se nel frattempo avevo già letto qualche volume del manga. Ho amato, e amo tutt’ora, la crescita psicologica dei personaggi, il loro rapporto conflittuale con il dovere che devono compiere (soprattutto nel caso di Shinji) e i legami interpersonali che intrecciano con fatica dopo numerosi tentativi ed errori. Gli Evangelion, gli Angeli, i vari riferimenti biblici, fanno tutti parte della cornice di una splendida storia che parla di umanità, crescita, difficoltà di comunicazione e bisogno di trovare il proprio posto nel mondo, imparando a non ferire gli altri con i propri aculei (il dilemma del porcospino è una costante nella serie). Il finale è quanto di più sperimentale ci sia e dal punto di vista narrativo non è soddisfacente al 100%, però chiude alla perfezione il percorso tematico affrontato dalla serie, lasciando a The End of Evangelion il compito di chiudere gli archi narrativi in modo più classico.

Autore: Alessandro Bolzani

Mi chiamo Alessandro e sono l'autore del romanzo urban fantasy "I Guardiani dei Parchi". Nella vita faccio il giornalista, ma qui su Wordpress gestisco il blog "Pillole di Folklore e Scrittura", dove parlo di libri, mitologia, credenze popolari e, in generale, di tutto ciò che mi appassiona.

3 pensieri riguardo “I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 – Prima parte”

  1. Che bella idea! Tra l’altro abbiamo quasi la stessa età, per cui è anche un viaggio tra i miei anime d’infanzia.
    Sailor Moon ha svezzato migliaia di bambini della nostra generazione, tutti lo guardavano che lo ammettessero o no; peccato che sia successo quel fattaccio dei diritti con Naoko Takeuchi che lo ha fatto finire un po’ nel dimenticatoio per anni, perché altrimenti sarebbe rimasto sempre un cult – cosa che comunque è ancora. I fondali che sembrano fatti ad acquerello e con uno stile molto onirico, che sembrano sempre sul punto di svanire, soprattutto nelle sequenze con i mostri, sono bellissimi, così come il character design, giustamente; io poi adoro l’estetica degli anni Ottanta-Novanta, con le forme morbide e rotonde che davano davvero l’impressione dei volumi e delle tridimensionalità. La trama ha i suoi limiti (ho rivisto la prima stagione quest’anno, se ti interessa ne ho parlato qui: https://chestoftalesblog.wordpress.com/2022/06/18/sailor-moon-stagione-1/), in particolare il fatto di essere, alla lunga, molto ripetitivo, ma alcuni archi narrativi sono davvero belli: la terza stagione, quella con Sailor Saturn che citi, è proprio la mia preferita, e Uranus e Neptune sono due aggiunte sensazionali. Crystal non mi è piaciuto quasi per niente, né per la trama né per la sua estetica.

    Pensavo che Guru Guru fosse molto più tardi, come anime! Quanto ridere, io e i miei fratelli lo guardavamo sempre! Il vecchietto con il gonnellino era diventato un tormentone tra di noi (oggi lo chiameremmo un meme)! Non ho mai visto il remake, ma sarei curioso di farlo.

    Evangelion è tutt’altro genere completamente. L’ho visto una volta sola e sicuramente è troppo poco per capirlo davvero, anche avendo letto prima il manga come avevo fatto io. Non è sicuramente una serie semplice sotto nessun punto di vista, però è un viaggio che tutti dovrebbero fare almeno una volta.

    Tra le menzioni d’onore, Shin-Chan è stato, per un po’, una presenza fissa in tv in casa nostra, ci ridevamo tutti a guardarlo! So che effettivamente si tratta di un anime che dura per sempre, non so se avrei mai voglia di provare a recuperarlo tutto, per quanto divertente possa essere. Captain Tsubasa mai visto nemmeno io, il calcio non mi ha mai appassionato e di conseguenza nemmeno questo cartone.

    City Huner e Yu degli Spettri sono due titoli che vorrei vedere: il secondo l’ho aggiunto tra i preferiti su Netflix, per cui prima o poi mi ci dedicherò di sicuro. In questo momento, però, sto guardando Hunter x Hunter, che mi sta piacendo molto.

    "Mi piace"

    1. Grazie, mi fa piacere che l’idea ti piaccia!
      Sailor Moon, nonostante i problemi di cui hai parlato, è entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo di un’intera generazione e nelle fiere trovo sempre degli stand con del merchandise dedicato o dei cosplayer (oltre all’illustratore ufficiale per l’Italia, Marco Albiero!). Hai descritto benissimo gli sfondi, è raro trovarne di così ben fatti nelle serie moderne (anche se Call of the Night, pur utilizzando tutto un altro stile, rappresenta una piacevolissima eccezione). Pure a me manca tantissimo il character design di quel periodo. Leggerò molto volentieri il tuo articolo sulla prima stagione!

      La prima trasmissione di Guru Guru sulle emittenti italiane risale al 2001, quindi ricordavi bene. La scelta di seguire l’ordine di uscita in Giappone per questa rubrica funziona bene per le serie degli ultimi anni (ormai c’è il simulcast quasi per tutte), ma è meno efficace per quelle uscite quando c’erano anni di attesa tra la messa in onda in Giappone e l’arrivo della serie in Italia (pure Slam Dunk ed Evangelion si collocano nei primi anni del 2000 da noi). Il remake merita, anche solo per dare una conclusione alla trama. Forse è un po’ meno accattivante dal punto di vista estetico rispetto alla vecchia serie, ma nel complesso l’ho trovato molto godibile.

      Evangelion è una serie molto criptica e per capirla appieno può essere necessario vederla più volte e leggere degli approfondimenti su Internet. Non la considero perfetta, però ci sono talmente legato da ritenerla una delle mie preferite in assoluto.

      Hunter X Hunter è stupendo. Purtroppo l’autore sta avendo vari problemi di salute (o perlomeno questa è la versione ufficiale), quindi sembra improbabile che riuscirà a portarlo a termine.

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  2. Grazie per la citazione!
    So dei problemi di pubblicazione di Hunter X Hunter perché mio fratello ha sempre seguito il manga e credo siano anni che si lamenta dell’interruzione, un po’ come quando io mi lamentavo dei tempi geologici che impiegava Berserk a uscire. Guardando l’anime sono già preparato a una storia non del tutto completa, ma per adesso non ci penso e mi godo il viaggio – e mi lascio turbare da Hisoka: ho appena visto il suo incontro con Gon nella torre dei combattimenti e ti confesso che ero un po’ a disagio!

    Il remake di Guru Guru è un’altra di quelle cose che ho in lista da sempre, ma prima o poi lo guardo sicuramente: un po’ perché è sempre divertente quel mondo e un po’ perché effettivamente sarebbe bello avere un finale.

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