Phoenix Wright è uno dei personaggi più amati della serie Ace Attorney, un avvocato di difesa noto per il suo coraggio, la sua determinazione e il suo acuto senso della giustizia. La sua evoluzione nel corso dei giochi è un perfetto esempio di come i personaggi possano crescere, cambiare e affrontare sfide che ne trasformano l’essenza.
Tuttavia, la transizione di Phoenix da protagonista a figura di un “hobo” in Apollo Justice: Ace Attorney e il successivo ritorno nella serie in Dual Destinies sollevano alcune questioni narrative interessanti, tra retcon e sviluppi complessi che possono confondere anche i giocatori più devoti.
Alessandro ha già analizzato la scrittura di Takumi e stilato una classifica dei titoli migliori, toccando brevemente l’argomento della caratterizzazione di Phoenix.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio, a livello di scrittura, come la trasformazione del personaggio di Phoenix Wright, e in particolare la sua evoluzione da un avvocato di successo a una figura caduta in disgrazia e poi alla sua rinascita, rappresenti una delle transizioni più ambigue e sfidanti nel panorama dei videogiochi.
La “caduta” di Phoenix in Apollo Justice
Nel quarto capitolo della serie, Apollo Justice: Ace Attorney, i giocatori si trovano di fronte a una sorpresa sconvolgente: Phoenix Wright, il celebre avvocato difensore, non è più al centro della scena. Al contrario, la sua figura è radicalmente cambiata, quasi irriconoscibile. Phoenix non è più il brillante avvocato che difendeva con passione i suoi clienti; è ora un uomo caduto in disgrazia, un “hobo” che vive lontano dai riflettori. Il motivo di questa discesa è legato principalmente alla sua sconfitta dovuta alle azioni di Kristoph Gavin, che ha avuto effetti devastanti sulla sua carriera. La sua perdita di licenza da avvocato e il suo allontanamento dal mondo legale sono le basi su cui si costruisce il suo cambiamento.
Il Phoenix di Apollo Justice non è più quello che conoscevamo. La sua personalità cambia drasticamente: da avvocato ottimista e coraggioso, diventa una figura più misteriosa e riservata. Sebbene mantenga una certa aura di competenza e intelligenza, il Phoenix di Apollo Justice è anche più cinico e spietato, incline a giocare più “sporco” per raggiungere i suoi obiettivi. Un esempio lampante di questo cambiamento è l’uso dell’asso nascosto nella bottiglia, un trucco astuto che sembra allontanarsi dalle sue strategie più “pulite” del passato.
Questa versione di Phoenix è più distante. Le sue azioni sembrano essere dettate dal risentimento e dalla necessità di recuperare ciò che ha perso. Sebbene i giocatori possano apprezzare questa nuova faccia del personaggio come una forma di evoluzione, c’è anche un senso di disconnessione con il Phoenix originale, poiché, nonostante il suo arrampicarsi sugli specchi, non ha mai voluto sorpassare certi limiti. La sua trasformazione risulta affascinante ma allo stesso tempo problematica, poiché il legame con il personaggio che avevamo imparato a conoscere sembra essere più sottile e confuso.
La “pausa” e l’incoerenza con Kristoph Gavin
Una delle principali critiche a questa transizione riguarda la lunga attesa di sette anni prima che Phoenix decida finalmente di affrontare Kristoph Gavin. Questa scelta di design solleva interrogativi: come mai un uomo così capace e determinato ha impiegato tanto tempo per risolvere una situazione che apparentemente avrebbe dovuto affrontare molto prima? La lunga distanza temporale tra i due giochi e la gestione di una trama così importante sembrano suggerire un retcon, in quanto non c’è una chiara spiegazione su come Phoenix abbia trascorso questi anni di “discesa” o perché abbia aspettato tanto tempo prima di tornare a essere avvocato.
Il modo in cui la storia di Phoenix si intreccia con quella di Kristoph Gavin lascia spazio a interpretazioni diverse. Da un lato, Phoenix potrebbe aver avuto bisogno di tempo per guarire dalla sua sconfitta e rielaborare il suo fallimento, ma dall’altro, il tempo passato senza azioni concrete sembra indebolire il carattere di Phoenix. Questo fa sì che la narrazione sembri meno organica, creando un senso di confusione e difficoltà nell’interpretare la coerenza del personaggio.
Il ritorno di Phoenix in Dual Destinies e il “Doppio Retcon”
Nel quinto gioco della serie, Phoenix Wright: Dual Destinies, Phoenix ritorna come il capo di un’agenzia legale, ma questa volta la sua personalità sembra essere un misto di quella che avevamo visto in Apollo Justice e la versione più indecisa del passato. Sebbene sia diventato una figura di autorità e competenza, il Phoenix di Dual Destinies non sembra essere completamente fuori dalle sue insicurezze. Nonostante il suo ruolo di mentore e leader, è chiaro che il personaggio si trova ancora in conflitto con le sue paure e fragilità.
Questa versione del personaggio sembra quindi un “doppio retcon”. Da un lato, Phoenix ha riconquistato una parte della sua autostima e della sua posizione nel mondo legale, ma dall’altro sembra che le sue vecchie insicurezze siano ancora presenti, un tratto che il Phoenix di Apollo Justice aveva in gran parte superato. Questo crea una dissonanza narrativa che rende difficile comprendere quale sia l’autentica evoluzione del personaggio. La sensazione che si ha è quella di un Phoenix che cerca di tornare alla normalità, ma senza mai essere completamente se stesso.
La confusione nei fan e la difficoltà di interpretare Phoenix
Il ritorno di Phoenix come un personaggio che alterna tra momenti di sicurezza e insicurezza ha creato una confusione tra i fan. Alcuni apprezzano la profondità emotiva di questo cambiamento, ma molti si chiedono quale sia il “vero” Phoenix Wright.
È davvero lo stesso personaggio che abbiamo conosciuto nelle prime tre iterazioni della serie, o è stato completamente riscritto per adattarsi alle esigenze narrative del momento? Le discrepanze tra Apollo Justice e Dual Destinies sollevano dubbi sulla coerenza della sua evoluzione, facendo sembrare il personaggio meno definito e più soggetto a manipolazioni narrative.
Conclusione
La transizione del personaggio di Phoenix Wright da protagonista sicuro di sé a figura caduta e poi di ritorno a capo di un’agenzia legale rappresenta un viaggio affascinante ma problematico. La sua evoluzione offre spunti di riflessione sulla natura della scrittura dei personaggi nei videogiochi e sulla difficoltà di mantenere la coerenza psicologica quando si cerca di rinnovare un personaggio amato.
I retcon e le scelte narrative fatte in Apollo Justice e Dual Destinies hanno senza dubbio cambiato la percezione di Phoenix, ma allo stesso tempo hanno creato una sensazione di disconnessione, di un personaggio che non è più facile da comprendere come un tempo. L’evoluzione di Phoenix Wright è quindi un esempio di come anche i personaggi più amati possano diventare sfumati, ma anche di come le storie possano essere arricchite da complessità e ambiguità.


