I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 – Quarta parte (dal 2006 al 2010)

Il mio tuffo nel passato prosegue nella quarta parte di questa rubrica aperiodica. Oggi tocca agli anime usciti tra il 2006 e il 2010. Siccome si tratta di annate pienissime, cercherò di soffermarmi solo sulle serie che mi hanno colpito di più, senza dilungarmi troppo su ogni singola menzione speciale. Prima di procedere ecco i link per recuperare le “puntate precedenti”: PRIMA, SECONDA E TERZA.

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Quando il fantasy si intreccia con gli eventi storici ft. Francesco Codenotti

Benvenuti a una nuova intervista di Pillole di Folklore & Scrittura! Oggi il mio ospite è Francesco Codenotti, autore della dilogia “Le sette vie del drago” e dell’autoconclusivo “Immor(t)al”, nonché co-direttore (assieme alla moglie Sara Cremini) delle collane Draghi e Driadi di PAV Edizioni. Con lui parleremo della selezione dei manoscritti, dell’impatto del booktok sul modo di approcciarsi ai libri, della commistione tra storie fantasy ed eventi storici realmente accaduti (tema ricorrente nei suoi libri) e di molto altro ancora!

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La margherita tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #72

Nel linguaggio dei fiori, la margherita rappresenta la purezza e la nobiltà d’animo, ma anche la verità e la positività.

Se regalata alla persona di cui si è innamorati, simboleggia un amore fedele e sincero.

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In media veritas: elogio alle recensioni a tre stelle

Premessa doverosa: non sono per nulla un sostenitore del sistema di valutazione da una a cinque stelle che va per la maggiore su Internet. Lo trovo limitato e spesso fuorviante, soprattutto perché ognuno sembra usarlo in modo diverso. Inoltre, non aiuta che in alcune realtà aziendali qualsiasi valutazione inferiore alle cinque stelle sia considerata negativa e che, in generale, in occidente si tenda spesso a usare solo gli estremi della scala, scordandosi del tutto dei giudizi intermedi.

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Le mie opinioni su “Immor(t)al” di Francesco Codenotti

Rispetto alla dilogia “Le sette vie del drago”, “Immor(t)al” di Francesco Codenotti si presenta fin da subito come una lettura più cupa e cinica, per nulla timorosa di mettere nero su bianco alcuni degli aspetti più deviati dell’umanità. Di personaggi positivi al 100% non ce ne sono proprio e la magia è usata perlopiù per scopi poco nobili, quindi pure la speranza di rifugiarsi nel sense of wonder per allontanarsi dalle brutture della quotidianità svanisce molto in fretta. Ci sono sì dei momenti in cui la bellezza dei luoghi in cui si svolge parte della trama è evidente (vale per tutte le scene che hanno come sfondo la biblioteca di Alessandria, per esempio), ma l’idillio non dura mai abbastanza a lungo da permettere al lettore di scordarsi che il mondo è pieno di egoisti pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Non si toccano i livelli di nichilismo tipici del grimdark, ma ci si arriva abbastanza vicini.

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L’erica tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #71

Fiore tipico della brughiera, l’erica ha parecchi significati, che variano in base al suo colore. Quella viola è usata per esprimere solitudine e chiedere un po’ di affetto e compagnia da parte della persona cui si consegna, ma può anche esprimere ammirazione. Nella sua variante bianca, invece, il fiore simboleggia l’ammirazione che si prova nei confronti di qualcuno, la speranza che sogni e desideri si realizzino e la protezione dai pericoli e dalla negatività. Non a caso in Scozia si usa per augurare un matrimonio felice agli sposi.

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Non è sempre facile essere un fan di Doctor Who

Premessa: questa analisi è incentrata soprattutto sull’ultima stagione di Doctor Who (la prima con il quindicesimo Dottore) e contiene spoiler sull’intera trama e sui film Marvel “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame”. L’ho scritta dopo essere rimasto deluso dall’ultimo episodio, quindi potrebbe essere influenzata dal mio umore attuale. Detto questo, vi auguro buona lettura e ringrazio in anticipo chi riuscirà ad arrivare alla fine di questo papiro.

L’inizio della nuova era di Russell T Davies

Essere un fan di Doctor Who significa fare i conti con una serie che vive di alti e bassi, soprattutto dal punto di vista della scrittura. All’interno della stessa stagione si può passare da episodi solidi ad altri pieni di errori, incongruenze e scelte illogiche, capaci di far perdere la pazienza anche al Whovian più accanito. Talvolta questa qualità altalenante può essere giustificata dal coinvolgimento di sceneggiatori diversi, non tutti capaci di valorizzare al meglio le storie tipiche della serie, ma a volte capita che la stessa penna brilli in una puntata e vacilli in un’altra.

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La camelia tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #70

Nel linguaggio dei fiori, la camelia bianca rappresenta la gratitudine, la stima, l’ammirazione e l’amore filiale.

Quando il fiore è rosa, invece, simboleggia la nostalgia, il desiderio di ricongiungersi al più presto con chi si ama.

La camelia rossa rappresenta l’amore e la speranza, mentre quella variegata è un simbolo di fiducia.

C’è però un altro significato attribuito spesso alla camelia: il sacrificio, inteso come impegno ad affrontare fatiche e sofferenze in nome dell’amore.

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I Magatama, uno dei simboli del buddhismo – Pillole di Folklore #69

I Magatama sono dei pendenti a forma di virgola apparsi per la prima volta in Giappone nella parte finale del perido Jōmon (che va dal 10.000 a.C. al 300 a.C.). Erano generalmente composti di giadeite, talco, agata e disapro, ma ne sono stati rinvenuti anche alcuni di ambra, terracotta, pasta vitrea, cristallo di rocca e oro. Inizialmente svolgevano una funzione meramente decorativa, ma nel periodo Kofun (compreso tra il 250 d.C e il VI secolo) iniziarono a essere indossati durante i riti funebri.

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Le mie opinioni su “C05m0 Pr1m0” del Collettivo Supernova

Dieci storie fantascientifiche, dieci autori, dieci visioni del futuro diverse: è questa l’essenza di C05m0 Pr1m0, raccolta di racconti curata dal Collettivo Supernova. Si passa da riflessioni sulla tecnologia simili a quelle presenti negli episodi migliori di Black Mirror a situazioni che riempirebbero d’orgoglio Asimov, senza neppure rinunciare a una capatina nello spazio. Chi apprezza la fantascienza a 360 gradi può trovare pane per i suoi denti.

Non è presente un vero e proprio filo conduttore e ogni racconto si differenzia dagli altri non solo per i temi trattati, ma anche per il “tone of voice” usato dall’autore, l’atmosfera più o meno tetra e altro ancora. In realtà le prime storie mi avevano fatto ipotizzare che potesse esiste almeno un elemento ricorrente in tutta la raccolta, ossia una critica ad alcuni comportamenti piuttosto diffusi all’interno del genere maschile, ma la teoria è sfumata nel corso della lettura.

Passo ora a scrivere le mie impressioni su ognuno dei racconti.

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