Le fontane di piazza Barberini e l’acqua di miele – Folklore romano #4

Piazza Barberini ha per sfondo il palazzo omonimo e mette in risalto, in tutta la sua gloria, la Fontana del Tritone, realizzata dall’artista Bernini su ordine di Urbano VIII.

La fontana è formata da quattro delfini che sostengono una conchiglia aperta. Su di essa siede il “glauco”, che, a giudicare dalla posizione, sembra voler prendere fiato per suonare, ma dalla sua bocca fuoriesce uno zampillo d’acqua.

Al cominciare di via Veneto si trova l’altra Fontana: quella delle Api. Realizzata sempre da Bernini per conto di Urbano VIII, è formata da una grande conchiglia posta accanto all’ape regina che sembra volare verso l’alto. Le due api, invece, mostrano di dissetarsi nella vasca e spruzzano l’acqua. Le api alludono allo stemma di Barberini.

Si dice che l’acqua, ai tempi dell’artista Bernini, fosse rara nelle case più modeste. Dunque Bernini, a cui era stato concesso di beneficiare di un certo quantitativo di acqua, la rivendesse a prezzo alto.
Il popolo romano, in collera, si trovava a commentare sul fatto che le api della fontana “succhiassero l’acqua per poi ridurla in minuscoli getti” (le stesse api che il papa celebrava nell’atto di “succhiare il miele”, dunque con un significato ben differente rispetto alla detta insinuazione).