Figlio del dio del mare Poseidone e di Arne, Eolo veniva venerato dai greci come la divinità che controllava i venti e, talvolta, ne scatenava la potenza distruttiva. Viveva nelle isole Eolie, un arcipelago situato nella zona settentrionale della Sicilia.
Secondo la leggenda, all’epoca i venti venivano custoditi dentro alcune caverne e in un otre presente a Lipari, la stessa isola in cui si trovava la reggia di Eolo. Inizialmente non venivano tenuti sotto controllo in alcun modo, ma dopo che causarono vari disastri, il padre degli dei decise che la situazione doveva cambiare. Fu così che affidò l’importante incarico a Eolo.
Come molti altri fenomeni naturali, anche i venti nella mitologia greca venivano rappresentati come degli esseri umani. Ai quattro venti principali, per esempio, erano associati altrettanti fratelli.
Borea, il vento del Nord, era forte e violento. Quando si innamorò delle puledre di Dardano, figlio di Zeus ed Elettra, si tramutò in un cavallo e generò con loro una dozzina di figli rapidissimi.
Zefiro, il vento dell’Ovest, era calmo e gentile. Il suo arrivo annunciava la bella stagione.
Euro, il vento dell’Est, portava con sé delle belle giornate o, nel peggiore dei casi, un periodo di siccità
Austro, il vento del Sud, era molto caldo e precedeva la pioggia.
Nell’Odissea, Eolo donò a Ulisse l’otre di pelle in cui erano racchiusi i venti contrari alla navigazione. I compagni di viaggio dell’eroe, certi che l’otre contenesse inestimabili ricchezze, la aprirono, scatenando così la furia dei venti, che si manifestò sotto forma di una violenta tempesta.