Le antiche Porte romane delle Mura di Roma sono oggigiorno immerse e soffocate dalla Città Nuova e dal frastuono del suo traffico. Altre sono andate perse o distrutte.
Tra di queste figura Porta Salaria: aperta da Aureliano quando volle estendere la cinta delle mura, e poi restaurata da Belisario e da Narsete, sorgeva in quella che è oggi piazza Fiume e immetteva nella via Salaria.
Nel 409, entrarono i Goti di Alarico dopo una lunga resistenza degli assediati. I barbari incendiarono i Giardini Sallustriani e gli edifici prossimi all’entrata, sfogando poi per tre notti la loro ira con morti e devastazioni, saccheggiamenti e furti.
Belisario allora cercò di provvedere alla sicurezza malferma di Roma, restaurando le mura in gran parte cadenti, rifacimenti che purtroppo si rivelarono inutili e poco efficaci.
Un’invasione in un certo senso positiva fu quella del settembre 1870, quando le truppe italiane entrarono in Roma attraverso la famosa “Breccia di Porta Pia“. Nel punto dove i Bersaglieri si aprirono il varco, alle mura ricostruite è addossato un prospetto in marmo ove sono ricordati i nomi dei soldati caduti in battaglia.
La porta fu abbattuta nel 1871 dopo essere stata danneggiata dai cannoneggiamenti del 1870. Venne poi ricostruita nel 1873 dal Vespignani, ma subì un’ultima, definitiva demolizione nel 1921 per ragioni di viabilità. Sul selciato si nota ancora il tracciato dell’originale della porta, “disegnata” con cubetti di porfido.