C’è qualcosa di peggio di un gioco brutto? Sì: un gioco che parte bene, promette il mondo e poi si spegne come una candela in un acquazzone. Benvenuti nel mondo di Apollo Justice: Ace Attorney, capitolo che avrebbe dovuto inaugurare una nuova era, ma che finisce per perdersi come un testimone chiave nel buio di un’interrogazione mal gestita.
Continua a leggere “Turnabout Succession di Apollo Justice – Uno studio dei finali insoddisfacenti e come evitarli”Tag: tecniche di scrittura
Dietro la cravatta, il vuoto: non sfruttare appieno il potenziale dei villain – il caso di Kristoph Gavin
C’è una categoria di villain nei videogiochi che lascia un’impronta indelebile: quelli affascinanti, freddi, intelligenti e completamente fuori di testa. Kristoph Gavin dovrebbe appartenere a questa categoria. E in parte, lo fa. È un villain che adoro già di base. Ma Ace Attorney gli mette i bastoni tra le ruote. Letteralmente, nel primo caso.
Kristoph è un personaggio pieno di potenziale narrativo: elegante, manipolatore, geniale, con una maschera perfetta e un abisso sotto. È il burattinaio dietro eventi cruciali della saga, eppure finisce trattato come un boss di metà livello, buttato fuori scena prima ancora che possiamo davvero affezionarci — o meglio, odiare nel modo giusto. Il problema? Un cattivo così va coltivato, non scaricato subito come la brutta copia di von Karma.
Ha un potenziale immenso, ma non è stato sfruttato a dovere. Vediamo perché.
Continua a leggere “Dietro la cravatta, il vuoto: non sfruttare appieno il potenziale dei villain – il caso di Kristoph Gavin”Il fantasma nella macchina narrativa – Il caso di W. D. Gaster
Nel mondo della narrativa, esistono personaggi che entrano in scena con fanfare, luci, effetti speciali e monologhi infiniti. E poi ci sono loro: i fantasmi. Non nel senso paranormale, ma nel senso più subdolo, inquietante e affascinante possibile. Parliamo di quei personaggi che non appaiono mai, di cui si parla appena sussurrando, e che proprio per questo finiscono per diventare le figure più iconiche dell’intera opera.
Un esempio perfetto? W. D. Gaster, direttamente da Undertale, il capolavoro indie che ha riscritto le regole dei giochi di ruolo con un motore grafico fermo al 1994 e una scrittura più tagliente di un coltello da cucina giapponese.
Gaster non compare mai — o meglio, compare solo in condizioni estremamente rare, tramite glitch, NPC dimenticati in angoli remoti o stanze che sembrano costruite apposta per farti domandare se hai davvero visto quello che hai visto. Eppure, è ovunque. È nel codice, è nella lore, è nelle teorie. È Schrödinger in pixel art.
Continua a leggere “Il fantasma nella macchina narrativa – Il caso di W. D. Gaster”La trama che non c’era (o forse sì): il genio della scrittura “per omissione” di Five Nights at Freddy’s
Quando Five Nights at Freddy’s uscì nel 2014, sembrava solo l’ennesimo indie horror con jumpscare a buon mercato. Animatronics inquietanti, luci che si spengono da sole, rumori strani in corridoio… tutto nella norma. Ma poi i fan hanno iniziato a scavare. E scavando, hanno trovato qualcosa. O meglio: hanno iniziato a sospettare che forse ci fosse qualcosa da trovare.
Perché sì, FNAF non ha mai raccontato una trama nel senso tradizionale del termine. Nessun filmato introduttivo epico, nessuna voce narrante a spiegare cosa diamine stia succedendo. Al suo posto, un tizio che deve sbarcare il lunario, registrazioni vagamente minacciose, disegni infantili appesi alle pareti e minigiochi 8-bit con coniglietti che fanno cose strane. Un puzzle sparpagliato, fatto di pixel e paranoia.
Continua a leggere “La trama che non c’era (o forse sì): il genio della scrittura “per omissione” di Five Nights at Freddy’s”Come reinventare un universo narrativo già concluso tramite un nuovo personaggio: il caso di Beerus
Pensavamo fosse finita. Goku aveva raggiunto il Super Saiyan di livello 3, sconfitto Majin Buu, riportato la pace nell’universo e, tutto sommato, anche imparato a fare il padre. I fan erano sazi (forse), i villain sconfitti, e Akira Toriyama pareva pronto a ritirare penna e pennello. Poi, dal nulla cosmico, arriva lui: un gatto viola con la pancia gonfia, l’umore instabile e il potere di vaporizzare pianeti con uno starnuto.
Beerus.
Sì, proprio Beerus: il Dio della Distruzione, introdotto decenni dopo che l’universo di Dragon Ball sembrava avere esaurito ogni carta. Eppure, anziché sentirsi come un’aggiunta forzata o fuori luogo, Beerus riesce a inserirsi perfettamente nella mitologia della saga, spalancando porte che nemmeno sapevamo esistessero. Come ha fatto Toriyama a compiere questa magia narrativa? Scopriamolo.
Continua a leggere “Come reinventare un universo narrativo già concluso tramite un nuovo personaggio: il caso di Beerus”Empatia e colpa: il thriller morale, il caso di Acro e Ini Miney
Nel mondo del thriller giudiziario, pochi elementi sono così affascinanti e narrativamente complessi come il colpevole simpatetico. Non basta che l’assassino sia “comprensibile”: dev’essere umano. Deve incarnare un conflitto morale che il pubblico può non solo comprendere, ma anche sentire. È questa la chiave che rende la serie Ace Attorney particolarmente memorabile: in molti dei suoi casi, l’enigma giudiziario si fonde con un ritratto tragico dell’animo umano.
Tra i tanti imputati ambigui che popolano la saga, due in particolare si prestano a un confronto illuminante: Ken Dingling, alias Acro, e Ini (Mimi) Miney. Apparentemente, Acro è il più “simpatico” dei due: ha perso tutto, ha subito un trauma devastante e vive con il peso del proprio errore, dopo aver tentato la vendetta. Ini, invece, appare fredda, manipolatrice, e arriva persino a incastrare un’innocente cara a Phoenix (Maya). Ma a un’analisi più profonda, la verità narrativa si ribalta.
Continua a leggere “Empatia e colpa: il thriller morale, il caso di Acro e Ini Miney”Come i personaggi secondari contrapposti rafforzano la narrazione – Il caso di Rhoda Teneiro e Cammy Meele
Nel mondo della scrittura narrativa, uno degli strumenti più affascinanti e potenti è l’utilizzo di personaggi secondari contrapposti per arricchire la trama e riflettere le tematiche centrali. Un esempio brillante si trova in Ace Attorney Investigations, dove Rhoda Teneiro e Cammy Meele rappresentano due lati opposti della stessa medaglia: due assistenti di volo, apparentemente simili per ruolo, ma profondamente diverse nella loro caratterizzazione e funzione narrativa.
Continua a leggere “Come i personaggi secondari contrapposti rafforzano la narrazione – Il caso di Rhoda Teneiro e Cammy Meele”Il potere narrativo di restare bloccati con il villain, il caso di Matt Engarde
In molte storie, il villain è un ostacolo da battere, un nemico da fermare, una presenza incombente, come un muro. Eppure, una tecnica narrativa particolarmente potente e interessante sovverte questa dinamica, costringendo il protagonista – e, di conseguenza, il pubblico – a convivere con il male, a essere intrappolato in una relazione involontaria con l’antagonista.
Continua a leggere “Il potere narrativo di restare bloccati con il villain, il caso di Matt Engarde”“Perché lo fai?” – L’importanza della chiarezza nelle motivazioni dei personaggi
Nel grande circo della narrativa, i personaggi si muovono spinti da motivazioni che vanno dal cristallino al “ma che diamine ti passa per la testa?”. Alcuni vogliono vendetta, altri cercano l’amore, altri ancora vogliono solo un panino e un po’ di pace (e francamente, posso relazionarmi di più con quest’ultimi). Ma quando una motivazione funziona? Quando, invece, ci troviamo a sbuffare per il continuo tira e molla emotivo di un protagonista? Scendiamo in questo abisso narrativo con qualche esempio degno di nota.
Continua a leggere ““Perché lo fai?” – L’importanza della chiarezza nelle motivazioni dei personaggi”Quando il protagonista diventa il boss finale: un ribaltamento epico nella narrazione
Nei videogiochi, negli anime e nelle serie TV, le boss fight sono tra i momenti più intensi ed emozionanti, un momento che, se ben scritto, è superfigo e ti tiene incollato allo schermo con il fiato sospeso. Ma cosa succede quando il boss finale non è un nemico qualsiasi, ma proprio il protagonista che hai seguito e amato per tutta la storia? Questo colpo di scena cambia completamente le carte in tavola, creando una tensione incredibile e mettendo alla prova sia i personaggi che le emozioni di chi sta giocando o guardando.
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