La sospensione dell’incredulità è un tacito patto esistente tra l’autore di un’opera e i suoi fruitori. Chi si approccia a un libro, soprattutto se appartenente a generi come il fantasy o la fantascienza, accetta di credere a quello che lo scrittore gli mostrerà, a patto che sia coerente con quanto narrato fino a quel momento.
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Il “più potente”: perché ci attira?
In narrativa, e più comunemente negli shōnen, è facile imbattersi in un personaggio estremamente talentuoso o capace rispetto agli altri, descritto come quello “più potente”, quello che “ha superato i limiti umani”.
Tale personaggio viene spesso presentato in pompa magna, con visual mozzafiato e un’aura di potere a volte letteralmente visibile a occhio nudo.
Un personaggio ritenuto infallibile, ineffabile, impossibile da sconfiggere. In un certo senso il contrario della figura dell’underdog.
Alcuni esempi: Madara Uchiha di Naruto, Aizen di Bleach, il Kishin in Soul Eater, Beerus in Dragon Ball, L e Light in Death Note, e così via.
Continua a leggere “Il “più potente”: perché ci attira?”Sinossi, come si scrive? Alcuni consigli utili
La sinossi rappresenta uno dei principali incubi della maggior parte degli scrittori. Si tratta di un riassunto della propria opera, in grado di far capire in poche righe a figure come l’editore o l’agente letterario, lo svolgimento della trama e i temi affrontati. Non dev’essere confusa con la quarta di copertina, il cui obiettivo è ingolosire un potenziale lettore senza svelare i colpi di scena più grossi.
Continua a leggere “Sinossi, come si scrive? Alcuni consigli utili”Redemption arc, che cos’è? E come si gestisce?
Non tutti gli antagonisti sono destinati a restare cattivi fino al termine di un libro o di una saga. In alcuni casi l’autore decide di far compiere a questi personaggi un percorso di redenzione (noto in inglese come redemption arc). Che cosa lo differenzia dalla semplice crescita del personaggio? Quest’ultima può riguardare tutti, dai protagonisti ai personaggi secondari, e prevede il miglioramento individuale di chi ha già una moralità poco distorta. Si parla di redemption arc, invece, quando il personaggio che deve riscattarsi ha compiuto delle azioni malvage e/o distruttive, di cui ha iniziato a pentirsi nel corso della storia.
Continua a leggere “Redemption arc, che cos’è? E come si gestisce?”Cambiare “l’ordine degli addendi” di un romanzo
Cambiando l’ordine degli addendi, la somma non cambia: è proprietà valida nell’addizione, ma non nell’esecuzione di un romanzo.
È infatti molto interessante notare come, ad esempio, modificando solo di poco la posizione di alcuni elementi di un romanzo, il pacing risulti notevolmente migliorato e più interessante, la storia doni una sensazione di essere più scorrevole, e così via. Scopriamo subito come.
Citerò il mio stesso romanzo, Ascend-ent, attualmente nella fase finale di modifica e di miglioramento.
Dopo una prima, estenuante parte di avventura, la versione iniziale del romanzo si distendeva con una fase più rilassata, tranquilla, in cui il protagonista si limitava a chiacchierare con alcuni suoi amici e colleghi, e passare del tempo tutto sommato in modo spensierato. L’idea era infatti di spezzare l’azione con un capitolo più leggero.
La mia editor, tuttavia, mi ha fatto presto notare che ciò non poteva funzionare, perché rompeva il ritmo dell’azione, errore importante in un romanzo d’avventura.
Rule of cool, che cos’è? E come si utilizza?
Lo abbiamo ripetuto fino alla nausea: la sospensione dell’incredulità è importante. Se lo scrittore inizia a infrangere, una dopo l’altra, tutte le regole che ha introdotto nel libro, per il lettore diventa difficile continuare a prendere sul serio la storia o preoccuparsi per la sorte dei personaggi. In linea generale, dunque, chi scrive deve stare attento a non contraddirsi, evitare eventi che cozzano con le premesse del racconto e rispettare l’intelligenza di chi andrà a leggere la sua opera. In alcuni casi, tuttavia, diventa possibile deviare un minimo da questa condotta e mettere in pratica la cosiddetta “Rule of Cool”.
Continua a leggere “Rule of cool, che cos’è? E come si utilizza?”Gestire le scene affollate in narrativa
Una di quelle situazioni più tediose da gestire, in una storia, è quella in cui, ad esempio, ci ritroviamo in una scena con una decina abbondante di personaggi e l’impegno a doverli gestire uno ad uno.
Si presentano immediatamente due problemi nello scrivere tali scene:
- La difficoltà di dover far fare qualcosa a così tanti personaggi, quasi creando una “lista della spesa/to do list”,
- I personaggi non gestiti rischiano di apparire immobili e fermi nello spazio.
Come possiamo quindi fare per evitare tali problematiche, senza rinunciare, per motivi di trama, a una scena necessariamente affollata? Ecco alcuni suggerimenti a seguire.
Continua a leggere “Gestire le scene affollate in narrativa”Il “Worf Effect”: ridicolizzare un personaggio per esaltarne un altro
Vi è mai capitato, vedendo un anime, uno show televisivo, in un videogioco ecc. di assistere a una scena in cui un personaggio amato dai fan, dignitosamente sviluppato e ben integrato nella serie viene improvvisamente ridicolizzato in battaglia, o comunque nel campo d’interesse, da una new entry, in particolar modo un villain o un antagonista? Siete mai stati irritati nell’assistere a tale scena?
Bene, questo è il cosiddetto “Worf Effect“, uno dei fenomeni negativi, assieme, ad esempio, alla flanderizzazione, cui raccomando caldamente ogni scrittore di fare attenzione.
Nella speranza di rendere interessante, pericoloso o comunque esaltare un nuovo personaggio, si tenta di costruire una scena in cui tale personaggio si produrrà in azioni clamorose. Si incappa quindi nell’errore di “sacrificare” un altro personaggio che l’autore ritiene meno utile, o comunque “ridicolizzabile”, per così dire.
Vediamo un Superman facilmente sconfitto da una nuova minaccia aliena, un Dr. Octopus mettere al tappeto Hulk senza difficoltà, e così via.
Ma come meme lo dici?
A tutti piacciono i meme.
O per lo meno vedendone uno hanno riso. Oppure mentono.
A meno che non si viva sotto un sasso o si decida di meditare nel deserto per giorni senza alcun contatto col mondo esterno, quando si dice ‘meme’ si ha ben presente cosa sia. Ed è questo il loro grande potenziale: oltre alla risata c’è di più. Che li si trovino normie o dank al punto giusto, i meme fanno molto più che inclinare all’insù la bocca tanto che molti hanno iniziato a vedere in loro delle vere e proprie opere d’arte – con buona pace dei critici amanti della tradizione.
Devono tutto alla loro universalità e alla loro capacità di veicolare in modo coeso un messaggio ben preciso capace di andare ben oltre le barriere linguistiche. Come spiega la storica dell’arte Valentina Tanni, infatti, “il meme è un linguaggio artistico, un processo collettivo di appropriazione e manipolazione di altri mondi dove le persone modificano ogni volta il significato di un’immagine”. Non male per un meme.
Storie plot-driven e character-driven: quali sono le differenze?
Si tende spesso a suddividere le storie in due macrotipologie: “character-driven” e “plot-driven”. Come suggeriscono i nomi, in un caso si tende a porre in primo piano i personaggi e i loro conflitti interiori, mentre nell’altro sono gli eventi che si susseguono a fare la parte del leone. Entrambi gli approcci possono portare a dei risultati più che dignitosi, a patto che lo scrittore riesca a evitare alcune trappole piuttosto insidiose e a trovare il giusto equilibrio tra gli elementi che compongono il racconto.
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