Quando si è alle prime armi con la scrittura creativa, è molto facile incappare in uno degli errori più tipici: esagerare e abbondare con le descrizioni e le informazioni fornite.
Lo scrittore principiante potrebbe ritenere che descrivere tutto nel dettaglio, con ampie spiegazioni o dialoghi che esplicitano tutto, sia sinonimo di qualità e attenzione, ma in realtà, in molti casi, non farà altro che danneggiare il suo stesso lavoro.
Proverò a spiegare, con esempi pratici, la ragione.
Prima di tutto, uno scrittore capace deve tenere conto dell’esistenza di due punti di vista: non solo il suo (di autore), ma anche quello del lettore.
Il lettore, se interessato e preso dal racconto, formulerà ragionamenti e previsioni che lo porteranno a sognare e a chiedersi cosa avverrà.
Che queste previsioni siano corrette o sbagliate non è sempre importante. È fondamentale lasciare l’interpretazione di alcuni dialoghi, avvenimenti eccetera al suo immaginario, anziché, artificialmente, spiegare ogni dettaglio di ogni singola cosa.
Troppe esplicitazioni, troppe informazioni tarpano infatti le ali del lettore.

Si potrebbe comparare al corteggiare una persona. Pensate a due scenari: uno in cui esternate i vostri sentimenti e le vostre speranze tutti insieme, e l’altro in cui, progressivamente, con parole scelte con delicata cautela e con la sapiente dose di romanticismo, costruite un “feeling”.
È proprio in questo che consiste la tecnica della scrittura sottile, o, più elegantemente (a mia detta) in inglese, “subtle writing”. Costruire una serie di espedienti narrativi, senza dare troppo nell’occhio.
Vediamo due esempi improvvisati sul momento. Si tratta di due versioni dello stesso dialogo, un disaccordo tra due amici, Paolo e Niccolò.
Esempio 1
“Allora domenica prossima andiamo in discoteca con Tommaso?”
Paolo storse il naso, ricordando tutte le volte che Tommaso si era comportato sgarbatamente con lui: le sue risposte passivo-aggressive, le derisioni, le volte che aveva finto di non vederlo in stazione.
Niccolò si trattenne dallo sbuffare: Paolo fa sempre così. Non ne poteva più, ma era pur sempre suo amico.
“Mah, non so, ti faccio sapere!”
“Ok, dai, poi ci mettiamo d’accordo.”
Esempio 2
“Allora domenica prossima andiamo in discoteca con Tommaso?”
Alla proposta, e soprattutto a sentire quel nome, Paolo storse il naso. Niccolò ci fece caso, ma si trattenne dal reagire.
“Mah, non so, ti faccio sapere!”
“Ok, dai, poi ci mettiamo d’accordo.”
In questo modo, al lettore è data la possibilità di interpretare la descrizione del linguaggio del corpo di entrambi i personaggi, formulando le proprie conclusioni in modo meno macchinoso.
Potrà comprendere progressivamente tramite la storia, o interpretare da solo (a seconda del contesto) perché Paolo reagisce così al sentir menzionare Tommaso.
Se si è in grado di mostrare tali ragioni senza “costringere” il lettore a capirle a tutti i costi, si sta scrivendo correttamente in modo sottile.
Un’altra applicazione del subtle writing è inserire, in modo assolutamente discreto e quieto, elementi della trama in anticipo, per poi utilizzarli con efficacia al dunque.
Fornirò un altro esempio pratico.
In questo caso, abbiamo a che fare con un impiegato, Gianni, che, andando a lavorare, dimentica le chiavi a casa, cosa importante perché, al rientro, resterà bloccato fuori.
Fate caso come l’esplicitazione del primo esempio riduca notevolmente l’efficacia dell’insieme.
Esempio 1
Indossato il vestito, Gianni, raccolse cellulare e occhiali, dimenticandosi le chiavi, e si precipitò fuori dalla porta, per andare a lavorare.
[stacco di trama]
Era quasi rientrato. Si immaginava un bel bagno rilassante e una deliziosa cenetta.
Cercò quindi le chiavi di casa nella tasca del cappotto, ma non le trovò.
Cominciò ad agitarsi.
Esempio 2
Indossato il vestito, Gianni, raccolse cellulare e occhiali, e si precipitò fuori dalla porta, per andare a lavorare.
[stacco di trama]
Era quasi rientrato. Si immaginava un bel bagno rilassante e una deliziosa cenetta.
Cercò quindi le chiavi di casa nella tasca del cappotto, ma non le trovò.
Nonostante io abbia semplicemente omesso il fatto che Gianni non abbia raccolto le chiavi, la differenza è notevole.
Un lettore attento noterà da solo questo fatto, e, pur senza esplicitazione, avrà un momento “aha!” alla scena del rientro a casa, che, viceversa, mancherà del tutto in caso di esplicitazione.
Questi sono ovviamente esempi molto banali, ma operando tramite la filosofia del “less is more” (il meno è di più) e del lasciare intuire al lettore dettagli o questioni tra le righe, si è in grado di ottenere buoni risultati.
Tuttavia, è pur vero che, come ogni tecnica descrittiva, il subtle writing deve essere adoperato con equilibrio, con le dosi giuste.
L’essere troppo criptici e vaghi rischia di non condurre il lettore da nessuna parte, di lasciarlo confuso e disorientato.
Un buon esempio potrebbero essere alcuni recenti videogiochi che scelgono di non essere per nulla espliciti nel narrare la propria storia e lore.
Per esempio, il franchise Five Nights at Freddy’s, conosciuto per mostrare dettagli o filmati la cui interpretazione è molto libera, è a volte criticato dai fan per avere una storia poco chiara.
Infine, un ottimo alleato del subtle writing è la tecnica dello “show, don’t tell” (per approfondire: https://pilloledifolklore.wordpress.com/2020/06/10/la-tecnica-dello-show-dont-tell/).
Mostrare fatti o avvenimenti in modo discreto e intelligente (appunto: Gianni che prende dei beni personali ma non le chiavi, senza evidenziarlo) rientra nel discorso del subtle writing.
In conclusione, bisogna scegliere con cautela e attenzione cosa mostrare e cosa mantenere tra le righe. Utilizzando bene il subtle writing si è in grado di stupire o addirittura manipolare la reazione del lettore, costruendo un fine ed elegante gioco assolutamente logico nel contesto del racconto.