Nella mitologia ebraica, Samael è un arcangelo di grande importanza a cui vengono attribuiti i ruoli di accusatore, seduttore e distruttore. Il suo nome può significare “veleno di Dio” o anche “castigo di Dio”. Talvolta viene descritto come il braccio armato della divinità, pronto ad agire al suo comando. In altre versioni del mito viene considerato un angelo caduto, ripudiato da Dio per essersi unito carnalmente con le donne umane. Spesso viene associato all’angelo della morte.
Il suo ruolo principale rimane comunque quello di accusare gli uomini di fronte a Dio e di punirli. Secondo alcuni studiosi, fu proprio lui a causare le dieci piaghe d’Egitto.
In una particolare circostanza, Dio ordinò agli arcangeli Michele e Gabriele di prendere l’anima di Mosè e condurla nel cielo. Entrambi rifiutarono l’ordine e allora la divinità assegno l’incarico a Samael. L’angelo della morte accettò la missione, ma quando vide l’anima di Mosè intenta a trascrivere il vero nome di Dio provò una grande paura e comprese che non poteva in alcun modo portarla nel cielo. Tornò indietro a mani vuote e Dio gli ordinò di fare un altro tentativo.
Samael tornò da Mosè, si armò di coraggio ed estrasse dal fodero la propria spada. Non appena lo vide, Mosè si infuriò e iniziò a colpirlo con vari oggetti sui cui aveva inciso il vero nome di Dio. Il profeta costrinse l’arcangelo alla fuga e, utilizzando il potere del nome ineffabile, lo rese cieco e lo privò dell’aureola.