Quando si pensa a Firenze, l’esoterismo non è certo la prima cosa che viene in mente. Il capoluogo Toscano è ben più famoso per l’arte (non per niente la Galleria degli Uffizi è uno dei suoi fiori all’occhiello), il suo nobile passato, ben rappresentato dalle cappelle medicee, e l’imponente cattedrale di Santa Maria del Fiore, adornata dalla famosissima cupola del Brunelleschi. Eppure, pur non potendo contare su un legame col mondo dell’occulto stretto come quello di Torino, anche nelle strade di Firenze è possibile imbattersi in vari riferimenti alle sfere della magia e dell’alchimia.
Francesco I de’ Medici e l’alchimia
All’interno del Giardino di Boboli, per esempio, si trova l’unico obelisco egizio presente in tutta la Toscana. Proveniente da Roma, questa struttura non è solo un simbolo solare, ma è anche associato alla mascolinità e alla massoneria.

Nel giardino, inoltre, sono presenti anche statue, grotte e messaggi arcani, che sembrerebbero riflettere la visione di Francesco I, grande appassionato di alchimia.
Proprio all’interno del suo studiolo, situato a Palazzo Vecchio, si trovano varie pitture e sculture che ricordano l’ars regia. Probabilmente il nobile non riuscì mai a ottenere la tanto agognata pietra filosofale, ma è ben documento che all’interno del suo laboratorio (chiamato anche “fonderia” e situato presso la chiesa di San Marco) creò una porcellana “artificiale”, una particolare via di mezzo tra quella tenera e quella dura. Inoltre, riuscì a fondere il cristallo di rocca e a lavorarlo creando vasi e oggetti.

Il “lato oscuro” di Dante Alighieri
Dante Alighieri non è spesso associato all’esoterismo, ma in un particolare saggio del 1925, “L’esoterismo di Dante”, René Guénon sostiene che il sommo poeta avrebbe fatto parte di un ordine iniziatico e nascosto un messaggio segreto nel testo della Divina Commedia, comprensibile solo per gli altri iniziati. Secondo il saggista francese, l’Inferno rappresenterebbe il mondo profano; il Purgatorio le pratiche iniziatiche e il Paradiso la residenza degli “illuminati”. Sembra improbabile che a Firenze siano rimaste delle tracce di questa “vita nascosta” di Dante. I curiosi possono però provare a visitare la presunta casa del sommo poeta, dove ora sorge un museo, e controllare di persona. È opportuno però specificare che l’abitazione è una ricostruzione del ‘900 del luogo dove si presume che abbia vissuto l’autore della Divina Commedia.

I simboli alchemici di Palazzo Vecchio
Lo studiolo di Francesco I non è l’unico luogo di Palazzo Vecchio dove sono presenti dei simboli alchemici. L’edificio ne contiene molti altri ed esistono degli appositi tour che permettono di scoprirli uno dopo l’altro. Alcuni dei più famosi si trovano tra gli affreschi presenti negli appartamenti di Cosimo I de’ Medici e di sua moglie Eleonora di Toledo, realizzati da Giorgio Vasari.
Molti di questi affreschi nascondo più di una chiave di lettura. Dietro a quella che a prima vista può sembrare la raffigurazione di un fatto storico si cela spesso un’allegoria che solo alcuni eletti possono interpretare nel modo corretto. I messaggi nascosti dal Vasari derivano dalla cabala, dalla filosofia alchemica, dalla mitologia greca e da quella romana.
I sepolcri alchemici
Ben più palesi sono i simboli presenti nella Sacrestia Nuova di San Lorenzo, dove si trovano i sepolcri di Giuliano e Lorenzo de’ Medici, creati da Michelangelo. Anche i meno esperti non avranno problemi a riconoscere i riferimenti ai quattro elementi (aria, fuoco, acqua e terra) e allo zodiaco. Inoltre, sono presenti sette cerchi concentrici che sembrerebbero richiamare i sette stadi dell’opus alchemico. I sepolcri ospitano anche una coppia di statue, rappresentanti il giorno e la notte, ma anche le creazioni dell’uomo messe a confronto con quelle divine.
