Vitorchiano è un piccolo comune italiano nella provincia di Viterbo. È definito come uno dei borghi più belli d’Italia, e ha il soprannome “Borgo sospeso” in quanto il comune e gli edifici sembrano un tutt’uno con la roccia vulcanica su cui si ergono.
In origine vittima di diverse invasioni e assedi, divenne in seguito parte di Roma quando al senato Romano risultò evidente che Vitorchiano non era guidato da una politica efficace. In quest’occasione, i Vitorchianesi giurarono di sottomettersi a Roma e poterono così fregiare lo stemma con la sigla S.P.Q.R., “Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum”: Vitorchiano, castello e parte di Roma.
A oggi, di primo impatto, si tratta di un bellissimo borgo di cui si notano subito le antiche mura.
Attraversando il centro storico, possiamo affacciarci sul belvedere che ci permette di apprezzare appieno il binomio di roccia vulcanica ed edifici summenzionato.


Ma forse l’aspetto più particolare e che personalmente ha lasciato il segno in me, è il Moai ancora presente e liberamente visitabile sito nel borgo.
Il Moai è un originale, scolpito con asce manuali e pietre taglienti da undici indigeni provenienti dall’isola cilena di Rapa Nui, l’unico esemplare al di fuori dell’isola di Pasqua. Un tesoro imperdibile, dunque.

La giornata si è conclusa con un abbondante(issimo) pranzo presso il ristorante Mactra, che mi ha colpito (e riempito) in particolar modo per gli antipasti, delle portate decisamente ricche in termini di qualità e quantità, affacciato sul belvedere del borgo.



Decisamente un piccolo viaggio indimenticabile!