Ti vuoi bene? Impara una nuova lingua!

Come sappiamo il mondo odierno è oramai “globalizzato”, e non esistono quasi più quei confini nazionali (almeno idealmente) che limitavano le nostre aspettative di calpestare il suolo estero. La possibilità di viaggiare verso una nazione europea e oltre, la richiesta di menti brillanti al di fuori dei confini nazionali, oppure quel nuovo compagno di classe “straniero” che si siede al banco vicino al nostro, o il nuovo collega di lavoro di madrelingua inglese col quale dovremmo condividere lo stesso reparto, sono tutti elementi che invogliano (o quantomeno dovrebbero invogliare) ad apprendere una lingua straniera.

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“Gabriè, come hai imparato l’inglese?”

Spesso, chiacchierando con amici e conoscenti, mi capita che restino increduli ed esterrefatti di fronte al mio ottimo inglese livello “semi-madrelingua” (C2 nelle mie giornate migliori).
E allora sorge spontanea la domanda: “Gabriè, come hai imparato l’inglese?

Ebbene, in questo articolo risponderò alla domanda, e troverete anche risposta al perché si trova nella sezione “Traduzione”.
Come ho imparato l’inglese? Normalmente inizierei con un timido spiegone su canzoni, Magic English e le tipiche cose varie, ma la verità dei fatti è questa. Ecco come l’ho imparato.

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Tutoring linguistico: le difficoltà di apprendimento ft. dr. ssa Alessia Mazzei

Benvenuti come sempre in questo nuovo articolo d’intervista! Una mia vecchia collega del Master di Traduzione e Adattamento Cinetelevisivo, la dottoressa Alessia Mazzei, si è proposta per esprimersi a riguardo dell’insegnamento delle lingue a ragazzi stranieri, ambiente in cui ha lavorato come tutor.
Dunque grazie per la tua partecipazione, Alessia, e per il tuo intervento in Pillole di Folklore!
Iniziamo con la prima domanda: cosa ti ha portata a lavorare come tutor di lingue straniere? Quali lingue hai insegnato?

Ciao Gabriele e grazie del caloroso benvenuto! In realtà quella di lavorare come tutor è una possibilità che ho avuto un po’ per caso: poco prima della laurea avevo l’obbligo di scegliere un settore in cui svolgere un tirocinio curriculare e ho iniziato a cercare aziende che potessero darmi questa opportunità. Mi sono ritrovata a fare decine di chiamate su Roma, ma era molto difficile trovare qualcuno che desse ad una laureanda la possibilità di lavorare per un periodo limitato di tempo col solo fine di formarsi operativamente. Lo staff dell’istituto presso cui ho svolto il tirocinio, invece, è stato fin da subito molto disponibile ed ha accolto la mia richiesta con grande entusiasmo. Ho scoperto poi che per loro quella di offrire un training limitato ad un periodo di tempo ai laureandi era una prassi consolidata, dalla quale ottenevano un sistema di tutoraggio per gli studenti stranieri. Io ho insegnato l’italiano e l’inglese.

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