Dopo anni passati a leggere libri e fumetti, guardare film e giocare ai videogiochi si ha spesso la sensazione di aver “già visto tutto” e di essere in grado di azzeccare quasi tutti i colpi di scena e le svolte narrative. Questo succede perché alla base di varie storie ci sono dei luoghi comuni che sono ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Un esempio può essere il poliziotto burbero ma dal cuore d’oro o il donnaiolo incallito che inizia a cambiare quando incontra l’amore della sua vita. Quando si ha una certa familiarità con queste figure ricorrenti, può diventare semplice capire quale ruolo svolgeranno nella storia e come si comporteranno nelle varie situazioni. Per evitare di scadere nel banale, molti scrittori preferiscono evitare del tutto di ricorrere a personaggi e situazioni stereotipate. Non è una scelta sbagliata, ma credo che ci si possa divertire ancora di più giocando con i cliché e i luoghi comuni per cogliere il lettore di sorpresa e portare il racconto in una direzione inaspettata.
Un buon esempio di questa dinamica è il manga One Punch Man, che gioca con le caratteristiche del genere battle shonen per proporre delle soluzioni originali e in grado di stimolare la curiosità del lettore. Saitama, il protagonista dell’opera, non segue il classico percorso dell’eroe che nel corso della storia diventa sempre più forte. Rendendolo potentissimo fin dall’inizio, One, il creatore del manga, ha ribaltato lo schema classico del genere e creato una grande curiosità nei confronti dello svolgimento della trama. Questa scelta, inoltre, gli ha permesso di spostare il focus dall’evoluzione di Saitama alle dinamiche del mondo in cui vive e di raccontare le storie di altri eroi molto meno infallibili.

Una buona conoscenza del genere a cui appartiene il proprio romanzo permette di riprendere in mano alcuni schemi classici e stravolgerli o cullare il lettore con una sensazione di falsa sicurezza per poi spiazzarlo all’improvviso. Agatha Christie, l’indiscussa regina del giallo, è riuscita a bagnare il naso a tutti i suoi fan scrivendo un intero romanzo dal punto di vista dell’assassino e svelando il plot twist solo nella parte finale. Ester Trasforini, l’autrice di “La principessa sbagliata”, ha trasformato la classica storia del principe che salva la principessa da un drago in una bellissima riflessione sugli stereotipi di genere. Passando al mondo delle serie tv, la recente The Boys (tratta dall’omonimo fumetto) ribalta la figura tradizionale del supereroe, trasformandolo in un vip ossessionato dalla propria fama e ben poco interessato a salvare le persone in difficoltà. Questi esempi dimostrano che giocare con le aspettative del lettore può essere un buon modo per dare vita a un’opera originale e diversa dal solito, in grado di emergere in un mare di storie tutte simili tra loro.
