Alba infligge alla Foglia una perdita inaspettata, vittima del fanatismo religioso. L’apporto strategico di Shikamaru si rivelerà fondamentale, mentre Naruto metterà in campo una nuova tecnica e continuerà a crescere e a stupire.
Sasuke si ribella a Orochimaru, sopravvive all’ultimo slancio di esaltata follia artistica di Deidara e affronta una volta per tutte suo fratello. L’esito dello scontro lo lascia in uno stato di profonda prostrazione psicologica, aggravata dall’incontro con Tobi, che lo manipola facilmente. Particolarmente imprevedibile e instabile, accetta di rapire Killer Bee ma continua a portare sulla schiena il simbolo del suo clan, rendendosi riconoscibile e aggravando la sua posizione. Le sue ragioni, spiegate con chiarezza a un improbabile Madara, sono del tutto comprensibili ma, episodio dopo episodio, l’analisi razionale del primo momento, invece di virare verso soluzioni mirate, esplode in una completa perdita di controllo che travolge nemici e alleati senza distinzioni e dalla quale sarà difficile riabilitarsi.
Il nemico più interessante in questi episodi è Pain, apparentemente Yahiko con gli occhi di Nagato o Nagato con il corpo di Yahiko. Governa un orwelliano villaggio della Pioggia nel quale parlano di lui come di un dio. Quando Naruto lo incontra nella sua vera forma, lo trova come in Croce, un Cristo alternativo, per non dire blasfemo, che infine dà la vita per salvare gli uomini che lui stesso ha ucciso.
Il primo a parlare di diventare un dio è Yahiko, l’intraprendente leader del team del quale fanno parte anche i malinconici Konan e Nagato. Questo trio è il più unito di quelli che abbiamo conosciuto sinora e anche il più equilibrato per quanto riguarda i rapporti interpersonali. Il sogno di uno è il sogno di tutti e così il sogno di Konan è di realizzare quello dei suoi compagni. Non a caso, se Pain è un dio, Konan è un angelo, quindi un messaggero.
In un passato che non è mai passato ci sono il dolore di Nagato, il paesaggio piovoso, la guerra, la difficoltà per un orfano di ottenere un minimo di pietà e cibo, un cane disinteressato al quale non c’è nulla da dare. E poi una commovente grotta delle meraviglie, un’isola felice, una nuova vita con una famiglia per scelta, una speranza che diventa fiducia nel cambiamento. Jiraiya non sa cosa è successo dopo e non chiede; Naruto, anche grazie al romanzo immedesimante del suo maestro, riuscirà invece a empatizzare con il suo avversario e salvare il villaggio.
Adoro l’arco narrativo di Pain! E ritengo che Naruto modalità eremitica sia il più fico dell’intero Anime a mani basse.
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