ATTENZIONE! L’articolo contiene immagini grafiche che potrebbero urtare la sensibilità del lettore.
Un personaggio si sacrifica per il bene di qualcuno o qualcosa, in genere dando la sua vita.
È uno di quei momenti clou che di solito riescono a dare un epilogo memorabile alla vita di un personaggio, causando un impatto devastante nella storia.
Il sacrificio eroico può infatti avvenire:
- A inizio storia, dove può essere usato come motivazione per qualche altro personaggio per fargli perseguire, con ancora più fermezza e volontà, i suoi obiettivi;
- A metà storia, dove tale sacrificio può rappresentare una grossa sconfitta per il cast di eroi;
- A fine storia, dove il sacrificio può rappresentare l’azione necessaria per fermare e sconfiggere un male superiore.
Ma attenzione. Non sempre un sacrificio eroico può portare alle reazioni sperate del pubblico, e anzi a volte può causare addirittura noia, apatia e indifferenza.
Quale può essere allora un buon modo per scrivere efficacemente un sacrificio eroico?
Se si desidera evocare emozioni, personalmente, ritengo che la chiave stia tutta nel binomio set up e payoff.
Con set up, si intende costruire una situazione, un motivo o delle ragioni per cui, successivamente, il sacrificio diventa efficace, commovente, denso di significato. Un classico esempio potrebbe essere un villain riformato che arriva a rimpiangere gli errori commessi in passato. Ad esempio, Obito Uchiha di Naruto.
Obito, rimpiangendo le sue scelte di vita, inizia a vedere Naruto come colui che avrebbe voluto personalmente essere e dà la sua vita per proteggerlo da un colpo mortale.

Il payoff è il momento in cui ciò che si è costruito viene usato per il sacrificio eroico. Il payoff aumenterà di qualità a seconda della gravità e del tempismo della situazione dove si verifica.
Set up e payoff sono, in questo caso e più che mai, un binomio imprescindibile: entrambi devono essere costruiti al meglio affinché il sacrificio eroico abbia successo.
Attenzione, però. Non sempre un sacrificio eroico coincide necessariamente con l’evocare emozioni o il portare alla morte il personaggio. Dipende tutto dalle esigenze di trama.
In alcuni casi, come Matt di Death Note, il suo sacrificio è usato per dare a Mello gli strumenti necessari per ricavare informazioni da Takada, complice di Light/Kira. Si parla di un personaggio con il minimo ammontare di screentime, la cui morte viene dunque trattata con poca fanfara da parte degli autori.
O ancora, si pensi tutte le volte che dei soldati vengono uccisi o divorati dai Titani in Attack on Titan.
Ritengo che sacrifici del genere, non necessariamente eclatanti, e anzi scritti semplicemente come “fatti”, possano creare un senso di ineluttabilità e di realismo, settando un buon tono per la trama.
Inoltre, come già detto, non sempre un sacrificio equivarrà al dover dare la propria vita. Il sacrificio eroico si qualifica per personaggi che, ad esempio, perdono un arto, si fingono criminali per proteggere qualcuno o qualcosa, e così via.

Ovviamente, come già osservato nell’articolo sulle morti dei personaggi, un sacrificio eroico avrà più peso se permanente, o se comunque avrà un impatto importante sulla trama.
Tornare indietro sui propri passi significherà sminuirlo, anzi ridicolizzarlo.
Bisogna inoltre ricordare che il sacrificio eroico è un trope frequentemente usato da vari autori, che dunque potrebbe essere visto come un cliché. Dunque l’esecuzione dovrà essere di buon livello per compensare, essendo consapevoli di questo.
In conclusione, raccomando di fare bene attenzione alla costruzione del sacrificio e alle sue conseguenze in più di un senso.