Viene chiamata sottotitolazione o sottotitolaggio, ma si tratta di un’unica materia della traduzione. La si definisce come una traduzione condensata attraverso un testo scritto, usata per due scopi principalmente : rendere accessibile un prodotto audiovisivo alle persone con disabilità uditiva o renderlo comprensibile ad un pubblico di codice linguistico diverso. La sottotitolazione insieme al doppiaggio rappresentano le maggiori forme di traduzione usate nel mondo cinetelevisivo, ed esiste una rivalità tra chi preferisce l’una rispetto all’altra, ma in questo articolo non tratteremo questo argomento, piuttosto potremo parlarne in un prossimo articolo. Questo discorso possiamo legarlo però ad uno più ampio, in cui distingueremo il nostro paese da altri, proprio per la scelta adottata per trasmettere i prodotti audiovisivi di maggior incasso, come film e serie tv. L’Italia difatti si può inserire nei paesi cosiddetti “dubbing”, cioè che fanno uso del doppiaggio come maggior canale di trasmissione, al contrario per esempio degli Stati Uniti che si inseriscono nella categoria dei paesi “subtitling”, ovvero sottotitolazione. Per comprendere meglio questa differenza dobbiamo risalire a un tempo storico ormai lontano da noi da più di qualche decennio. Sotto il periodo del fascismo il doppiaggio è stato imposto come unica forma accettabile, eccezion fatta per i festival, in cui erano ammessi i sottotitoli. Questa scelta fatta per preservare la purezza della lingua italiana, ammetteva il doppiaggio solo se realizzato in Italia da personale di nazionalità italiana.
Ora parliamo di un aspetto invece più tecnico di questa materia. Esistono due tipologie di sottotitolazione : intra linguistica, che si occupa della trascrizione di dialoghi nella stessa lingua di partenza; e interlinguistica, che invece tratta la traduzione tra due lingue diverse. Essa procede seguendo diverse fasi:
- TRASFORMAZIONE DIAMESICA: da testo orale a scritto.
- TRADUZIONE
- SINTESI o RIDUZIONE in elementi indispensabili, parzialmente accessori e infine superflui.
- SPOTTING: si tratta della localizzazione dei tempi di entrata e uscita dei sottotitoli sincronizzati con l’audio, facendo attenzione ai cambi di scena e d’inquadratura.
Analizzando invece l’aspetto pratico della sottotitolazione dovremo far riferimento a specifiche linee guida che riguardano:
- FORMATTAZIONE: l’allineamento del testo, la lunghezza delle righe e la quantità di caratteri massimi per riga.
- SINCRONIZZAZIONE: la durata del sottotitolo che non deve superare un tot di secondi, evitare il fenomeno dell’OVERLAP o ADD ON, ovvero l’accavallamento o la presenza di due sottotitoli insieme.
- READING SPEED –velocità di lettura : ha due diverse forme di misura a seconda della lingua usata, i WPM ( word per minute-parole al minuto) e i CPS (caracter per second –caratteri al secondo). La prima, ad esempio, viene usata principalmente per l’italiano che presenta articolazioni e parole più lunghe e complesse rispetto all’inglese che invece è caratterizzato da parole più brevi che consentono una velocità maggiore di lettura, e per questo usa la seconda modalità dei CPS.
Per quanto riguarda l’ultimo argomento, nonostante queste differenze che possono rappresentare una difficoltà per lingue strutturalmente più complesse come l’italiano, esistono delle tecniche utili a ridurre la reading speed.
Vediamone qualcuna.
Si può agire direttamente sul testo, spostando elementi compositi di un verbo. Ad esempio la frase “lo puoi mettere” possiamo trasformarla semplicemente in “puoi metterlo”. Così facendo avremo risparmiato parole che altrimenti avrebbero rallentato la lettura. Alternativamente invece potremo eliminare alcuni elementi non strettamente necessari alla comprensione del testo, come nel caso dei “che” nelle frasi relative. Es. Penso che sia inutile -> Penso sia inutile. Il significato della frase rimane intatta nonostante abbiamo agito sulla sua struttura.
Ci sono tanti altri metodi utili a questo scopo, ogni sottotitolatore adotterà il proprio a seconda delle sue esigenze e delle scelte personali.
Per ultimo, ma non meno importante, bisogna fare una distinzione tra sottotitoli aperti e chiusi: i sottotitoli aperti (o “in chiaro”) sono quelli sovraimpressi alla versione originale del film e proiettati come parte fisica inseparabile del prodotto, mentre i sottotitoli chiusi (o “criptati”) sono opzionali, ossia possono essere aggiunti facoltativamente dallo spettatore alla versione originale.
In conclusione, che si voglia scegliere di vedere un film doppiato o sottotitolato, l’importante è poterne fruire liberamente e godersi quelle (a volte poche) ore di relax.
Vi saluto e buona visione a tutti!