Nel quartiere di Monti, poco discosta dal quadrivio di via Panisperna, affacciata su via Mazzarino, troviamo l’antica chiesa di Sant’Agata de’ Goti.
La fronte è del ‘700, dovuta a Francesco Ferrari; poco oltre troviamo un cortiletto del 1633 pieno di vegetazione, che impedisce il filtrarsi della luce e dei rumori.
Il portale della chiesa si trova accanto a lapidi e tombe antiche, e da qui arriviamo al bellissimo interno, adornato di mosaici bizantini dal console romano, di origine gote, Flavio Ricimero, da cui la chiesa venne fondata, nel V secolo.
Allora perché il nome “Chiesa di Sant’Agata dei Goti”?
Nel 593, la chiesa fu consacrata al cattolicesimo da papa Gregorio I. Ma secondo la leggenda, il cambiamento non avvenne senza che il diavolo oppose resistenza: questi si insidiò in una scrofa, gettò nuvole di zolfò e protestò con gemiti notturni, finché una nuvola profumata non lo costrinse ad andarsene. La chiesa andò poi in rovina, finché la diaconia cardinalizia fu trasferita alla chiesa di Sant’Agata alla Suburra.
La chiesa perse così anche il nome, e fu detta dal popolo Sant’Agata de caballo (in seguito Sant’Agata alla Suburra per via della sua posizione). Infine, durante il pontificato di papa Pio X, il titolo venne rinominato in “Sant’Agata de’ Goti”.