Figlio di Shiva e Parvati, Ganesha è una delle divinità più note e venerate della religione induista. Le sue caratteristiche fisiche lo rendono inconfondibile: chi vede un dio con la testa da elefante, una zanna spezzata, quattro braccia e il ventre prominente sa di trovarsi di fronte a Ganesha. È il signore del buon auspicio e dona ai suoi fedeli buona sorte e prosperità. Viene invocato prima dell’inizio di un’attività, sia essa un viaggio, un nuovo lavoro, una cerimonia o qualsiasi altro evento significativo. I canti devozionali (bhajan) iniziano sempre con un inno a Ganesha, il distruttore degli ostacoli (fisici o spirituali) che si possono trovare lungo il cammino.
Ganesha simboleggia l’uomo che ha scoperto la divinità in sé stesso, raggiungendo uno stato di perfezione e l’equilibrio assoluto tra le caratteristiche maschili (forza e potenza) e quelle femminili (dolcezza e bellezza). Inoltre, il dio elefante rappresenta la capacità di distinguere tra realtà e illusione, verità e menzogna. La zanna spezzata di Ganesha, infine, è simbolo del superamento di ogni dualità.
Esistono varie leggende riguardanti la nascita di Ganesha. Per esempio, si dice che una volta Parvati, stanca di essere spiata da suo marito Shiva mentre faceva il bagno nell’olio, diede vita a un ragazzo utilizzando della farina di grano e gli chiese di fare la guardia di fronte alla porta di casa. Rincasando, Shiva si trovò di fronte uno sconosciuto intenzionato a non farlo entrare e, in preda all’ira, lo decapitò con il suo tridente. Parvati si rattristò molto per questo incidente e per tirarle su il morale, Shiva staccò la testa di un elefante addormentato e la attaccò al corpo del giovane che aveva ucciso, restituendogli la vita. Gli attribuì quindi il titolo di Ganapathi (capo delle schiere celesti) e gli concesse di essere adorato come una divinità.
Per approfondire:
https://www.hinduism.it/ganesha-il-signore-che-rimuove-gli-ostacoli/