Eolo, il dio dei venti – Pillole di Folklore #64

Figlio del dio del mare Poseidone e di Arne, Eolo veniva venerato dai greci come la divinità che controllava i venti e, talvolta, ne scatenava la potenza distruttiva. Viveva nelle isole Eolie, un arcipelago situato nella zona settentrionale della Sicilia.
Secondo la leggenda, all’epoca i venti venivano custoditi dentro alcune caverne e in un otre presente a Lipari, la stessa isola in cui si trovava la reggia di Eolo. Inizialmente non venivano tenuti sotto controllo in alcun modo, ma dopo che causarono vari disastri, il padre degli dei decise che la situazione doveva cambiare. Fu così che affidò l’importante incarico a Eolo.

Come molti altri fenomeni naturali, anche i venti nella mitologia greca venivano rappresentati come degli esseri umani. Ai quattro venti principali, per esempio, erano associati altrettanti fratelli.
Borea, il vento del Nord, era forte e violento. Quando si innamorò delle puledre di Dardano, figlio di Zeus ed Elettra, si tramutò in un cavallo e generò con loro una dozzina di figli rapidissimi.
Zefiro, il vento dell’Ovest, era calmo e gentile. Il suo arrivo annunciava la bella stagione.
Euro, il vento dell’Est, portava con sé delle belle giornate o, nel peggiore dei casi, un periodo di siccità
Austro, il vento del Sud, era molto caldo e precedeva la pioggia.

Nell’Odissea, Eolo donò a Ulisse l’otre di pelle in cui erano racchiusi i venti contrari alla navigazione. I compagni di viaggio dell’eroe, certi che l’otre contenesse inestimabili ricchezze, la aprirono, scatenando così la furia dei venti, che si manifestò sotto forma di una violenta tempesta.

Baba Jaga – Pillole di Folklore #63

Nel folklore slavo, Baba Jaga è una delle streghe più famose. È presente in molti racconti popolari per bambini, risalenti alla tradizione orale russa. Le sue origini sono incerte, ma sembrerebbero risalire al periodo pre-Cristiano, dove i culti pagani godevano di grande importanza e il popolo era più propenso a credere alla magia.

Viene spesso descritta come una donna anziana e deformata, dotata di un lungo naso storto, occhi penetranti e denti di ferro. Il suo comportamento imprevedibile le permette di suscitare paura e rispetto in chi la incontra.
Nella versione russa del mito, la strega vive in una capanna nel cuore della foresta dotata di due gigantesche zampe da gallina che le permettono di spostarsi a piacimento, rendendo difficile localizzarla. Le finestre controllano la zona come due occhi molto vigili e il cancello che circonda la casa è composto da ossa umane e sormontato da teschi. Il messaggio è chiarissimo: i visitatori non sono graditi.

In alcune versioni della storia, esistono tre differenti Baba Jaga, tutte con lo stesso nome. In altre, la strega è una sola.
Si mormora che viaggi per la foresta a bordo di un mortaio gigante. Oltre che come mezzo di trasporto, lo usa anche, assieme a un pestello, per triturare le ossa degli esseri umani che divora.
Se necessario, può staccare le sue mani dal resto del corpo e inviarle a svolgere vari compiti.
Non è del tutto malvagia e può aiutare con la propria saggezza chi cerca il suo aiuto, a patto che porti a termine degli incarichi per lei. Chi cerca di ingannarla, tuttavia, finisce per essere ucciso, cucinato e mangiato.

Ga-oh e gli spiriti dei venti – Pillole di Folklore #62

Nella mitologia dei nativi americani irochesi, Ga-oh era un gigante che comandava i venti provenienti dai quattro punti cardinali.

Veniva definito come lo strumento tramite cui il Grande Spirito controllava gli elementi. Risiedeva nella parte settentrionale del cielo e svolgeva tutti i suoi compiti da lì.

Il vento del nord era rappresentato da uno spirito dalle sembianze di un orso chiamato Ya-o-gah. Con la potenza nel suo alito gelido era in grado di distruggere il mondo, ma Ga-oh lo teneva a bada. Ne-o-ga, lo spirito cerbiatto associato al vento del sud aveva, invece, un animo gentile e sensibile. La personificazione del vento dell’ovest era una pantera, Da-jo-ji, in grado di arrampicarsi sulle montagne più alte, radere al suolo le foreste, trasportare i mulinelli sulla sua schiena, far salire le onde dell’oceano quasi fino al cielo e ringhiare alle tempeste. Infine, O-yan-do-ne, lo spirito del vento dell’est, era un’alce che soffiava per raffreddare le piccole nubi che solcavano il cielo.

Attenzione: l’immagine scelta per questo post rappresenta un guerriero irochese seduto su una tartaruga e non ha nulla a che fare né con Ga-oh né con gli spiriti dei venti.

Kon, il dio della pioggia e del vento – Pillole di Folklore # 61

Gli Inca veneravano Kon, il cui nome originale era Kon Tiqui, come la divinità della pioggia e del vento proveniente dal sud. I suoi genitori erano Inti, il dio del sole, e Mama Quilla, la dea della luna che forniva protezione alle donne sposate. Aveva un fratello, Pachamacac, il quale era il dio Inca della creazione.

I due un giorno si scontrarono, forse per determinare chi fosse il più potente, e la vittoria andò a Pachamacac. Kon venne quindi esiliato dall’impero Inca e rimandato a nord, da dove proveniva. Andandosene, portò con sé la pioggia ed è per questo motivo che la fascia costiera del Perù è arida.

Per approfondire:

https://www.lifepersona.com/what-is-the-myth-of-kon

Acolnahuacatl e il Mictlan – Pillole di Folklore # 60

Acolnahuacatl (noto anche come Acomiztli) era un dio della mitologia azteca. Non si hanno molte informazioni su di lui e il suo ruolo preciso nella religione degli aztechi non è del tutto chiaro. Si sa con certezza che era una divinità del Mictlan, il livello inferiore del mondo sotterraneo in cui riposavano gli spiriti dei morti. Le uniche anime che non accedevano al Mictlan erano quelle dei guerrieri e delle donne morte a causa del parto. I primi, dopo il decesso, si univano agli aiutanti del sole e portavano avanti la loro guerra quotidiana contro le tenebre per quattro anni, dopodiché si tramutavano in colibrì o farfalle. Le seconde, invece, si congiungevano al sole per quattro anni e in seguito diventavano degli spiriti vaganti, che si aggiravano di notte per tutto il mondo.

Acolnahuacatl governava sul Mictlan assieme ad altri dei come Ciucoatl e Chalmecatl. Si occupava di custodire l’ingresso al regno dei morti, impedendone l’accesso ai vivi. Veniva rappresentato come un puma nero in grado di emettere un ruggito sovrannaturale. Acolmiztli, uno dei suoi nomi, significa “felino forte” o “braccio di puma” nella lingua Nahuatl parlata dal popolo azteco.

L’omino del sonno/ Sandman – Pillole di Folklore # 59

Nel folklore di varie culture del nord Europa esiste un personaggio delle fiabe in grado di donare sogni felici ai bambini spargendo sabbia magica sui loro occhi mentre sono addormentati. È l’omino del sonno, noto anche come Sandman o, nella fiaba scritta da Hans Christian Andersen, Ole Lukøje. Un personaggio simile esiste anche nel folklore rumeno e prende il nome di Moș Ene.


In origine, l’omino del sonno veniva usato come spauracchio per indurre i bambini ad andare a letto presto (un po’ come il classico uomo nero). Se non ubbidivano, Sandman faceva loro una visita notturna ben poco piacevole. Gettava sabbia nei loro occhi, inducendoli a sfregarli fino a farli uscire dalle orbite. Poi li raccoglieva e li dava in pasto al suo mostruoso uccello domestico che viveva sulla cresta della luna.
Questa versione dell’omino del sonno aveva un aspetto grottesco, caratterizzato da lunghe dita, denti affilati, pelle smunta e in decomposizione, come quella di un cadavere. Necessitava di nutrirsi una sola volta per notte, ma non mancavano i casi in cui uccideva solo per il gusto di farlo.

Alcuni hanno ipotizzato l’esistenza di due omini del sonno: uno buono e intenzionato a portare ai bambini dei sogni stupendi e uno malvagio e crudele, mosso da ambizioni ben più sinistre.
Nel periodo moderno, la leggenda di Sandman vive ancora nella cultura popolare grazie all’omonima serie a fumetti di Neil Gaiman (da cui è stata tratta una serie tv) e alla presenza del personaggio in vari media, tra cui la celebre serie inglese Doctor Who e il film “Le cinque leggende”.

Ganesha, il signore del buon auspicio – Pillole di Folklore # 58

Figlio di Shiva e Parvati, Ganesha è una delle divinità più note e venerate della religione induista. Le sue caratteristiche fisiche lo rendono inconfondibile: chi vede un dio con la testa da elefante, una zanna spezzata, quattro braccia e il ventre prominente sa di trovarsi di fronte a Ganesha. È il signore del buon auspicio e dona ai suoi fedeli buona sorte e prosperità. Viene invocato prima dell’inizio di un’attività, sia essa un viaggio, un nuovo lavoro, una cerimonia o qualsiasi altro evento significativo. I canti devozionali (bhajan) iniziano sempre con un inno a Ganesha, il distruttore degli ostacoli (fisici o spirituali) che si possono trovare lungo il cammino.

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Thoth, il dio della luna – Pillole di Folklore # 57

Nella mitologia egizia, Thoth era il dio della luna, della scrittura, della saggezza, della magia, del tempo, della geometria e della matematica. Era noto come il dio ibis e veniva spesso rappresentato con la testa da uccello e il resto del corpo da essere umano. Era il patrono degli scribi, proprio come Nisaba nella mitologia sumera. Fu proprio lui a inventare la scrittura.

Thoth svolgeva ruoli di varia natura all’interno della mitologia egizia. Oltre ad essere il segretario e il visir di Ra, aiutava anche Osiride durante il rito della psicostasia. Nella teogonia di Ermopoli veniva considerato come una delle divinità che avevano creato il mondo.

In quanto dio della luna, veniva associato a tutti i rituali religiosi e agli eventi civili regolati dalle fasi lunari.

Assieme a Seshat, un’altra dea della scrittura, scriveva i nomi dei defunti e le loro imprese sulle foglie di Ished, l’albero sacro che cresceva nel mondo degli dei.

Per approfondire:

https://tanogabo.com/thot-il-dio-degli-scribi/

http://www.escatologia.it/CRY_THOTH.htm

Le sirene – Pillole di Folklore # 56

Nate dalla penna di Omero, le sirene fanno ormai parte da secoli dell’immaginario collettivo e sono presenti in varie opere moderne di narrativa fantastica. Vengono comunemente rappresentate come delle creature metà donna e metà pesce dai lunghi e bellissimi capelli. Tuttavia nella mitologia greca la parte inferiore del loro corpo aveva delle caratteristiche in comune non con i pesci, bensì con gli uccelli. Anche le arpie potevano contare su tratti fisici simili, ma nel loro caso l’unica parte del corpo in comune con gli esseri umani era il volto.

Nell’Odissea, le sirene vivevano in un’isola nei pressi di Scilla e Cariddi e incantavano i marinai con le loro canzoni, per poi ucciderli senza pietà nel momento in cui raggiungevano la terra ferma. L’isola in cui queste infide creature dimoravano era infatti disseminata di ossa umane. Quando cercarono di fermare il viaggio del prode Odisseo, lo fecero promettendo all’eroe una conoscenza infinita. Lui, ricordando i saggi consigli di Circe, tappò le orecchie dei suoi uomini con la cera e si fece legare stretto all’albero maestro. Riuscì così a resistere agli inganni delle sirene e al loro canto.

Per approfondire:

https://tanogabo.com/il-mito-delle-sirene/

Le Banshee – Pillole di Folklore # 55

La Banshee è un essere mitologico presente sia in Irlanda che nelle Highland scozzesi. Si tratta di uno spirito femminile che indossa un abito verde e una mantella grigia. Nonostante l’aspetto gradevole, le sue apparizioni sono nefaste poiché annunciano la morte di un membro della famiglia o del clan a cui è legata. Quando avverte l’imminente morte di un famigliare, la Banshee inizia a piangere con disperazione. Se a morire è invece il membro di un clan rivale, lo spirito celebra l’evento con urla di gioia.

È probabile la figura delle Banshee derivi dalle “keeners”, le donne che, nella cultura celtica, venivano pagate per cantare durante i funerali e piangere accanto alle tombe dei defunti.

Una Banshee molto nota è Bean Nighe (“la lavandaia”). Pare che sia stata più volte avvistata dai viaggiatori nei pressi di alcuni specchi d’acqua mentre era intenta a lavare il sudario di una persona destinata a morire di lì a poco. Con un po’ di coraggio, è possibile avvicinarsi allo spirito e scoprire il nome di chi sta per perdere la vita e avere qualche anticipazione sul proprio destino.

Per approfondire:
https://www.celtic-weddingrings.com/celtic-mythology/legend-of-the-banshee
https://mythology.net/mythical-creatures/banshee/