I Chac – Pillole di Folklore # 34

Nella mitologia Maya, i Chac sono le divinità della pioggia. Ne esistono quattro e ognuno di loro è associato a un punto cardinale. Colpiscono le nuvole con le loro asce di luce, dando così il via ad acquazzoni e temporali. Secondo un’altra versione del mito, i Chac causano la pioggia versando un po’ dell’acqua contenuta nelle zucche che portano sempre con sé. Potrebbero inondare il globo intero semplicemente rovesciando tutta l’acqua contenuta all’interno degli ortaggi.

Dimorano nelle Cenotes, grotte al cui interno è possibile trovare degli specchi d’acqua dolce. Queste caverne venivano considerate dai Maya un punto di accesso all’Inframondo, il regno governato dagli dei della Morte e della Malattia.

Durante i periodi di siccità, i maghi della pioggia Maya si recavano all’interno delle caverne per svolgere dei riti propiziatori.

Per approfondire:

http://pensieroefilosofia.blogspot.com/2012/05/chac-il-dio-della-pioggia.html

https://www.britannica.com/topic/Chac

La pietra scellerata – Folklore romano #1

La Pietra scellerata: una pietra veneratissima con un nome curioso, posizionata all’interno della chiesa di san Vito e Modesto, in via Carlo Alberto.
Questo nome deriva da una tradizione così antica da esserci pervenuta incompleta.
Si dice che questa pietra servì al martirio di uno o più Santi della primissima era cristiana, forse per schiacciarne i corpi (come vediamo in un affresco all’interno di san Stefano Rotondo), oppure per tenerli legati. Non si sa però chi siano questi martiri.

La devozione dei fedeli li portò addirittura a rosicchiare la pietra: si nota infatti che la superficie in marmo è stata scavata e rovinata.
Si tratta di una tradizione medievale legata al raschiare tale “Santa Lastra”: si credeva che mangiarne la polvere fosse un toccasana contro le malattie e specificamente il morso dei cani rabidi.

La chiesa di san Vito e Modesto a Roma.

Uno dei monumenti più interessanti e peculiari della chiesa, sita in piazza Vittorio, luogo di culto cattolico la cui costruzione terminò nel 1477.

Per approfondire: https://www.romasegreta.it/esquilino/ss-vito-e-modesto.html

Le Lamiak – Pillole di Folklore # 33

Tra le creature più interessanti della mitologia basca vale la pena menzionare le Lamiak, esseri simili alle ninfe della mitologia greca che vivono nei fiumi, nei boschi e nelle caverne. Assomigliano a delle fanciulle umane, ma hanno dei piedi palmati che ricordano quelli delle anatre. I loro capelli sono lunghi e bellissimi e amano spazzolarli usando dei pettini d’oro, oggetti molto preziosi che talvolta risvegliano l’avidità di qualche contadino.

In alcune zone della Spagna, il termine Lamia viene utilizzato per indicare anche le ninfe del mare o le sirene.

Talvolta le Lamiak aiutano chi lascia loro delle offerte a svolgere i lavori domestici.

In una versione della leggenda, un pastore si innamora di una Lamia, ma decide di abbandonarla una volta scoperta la sua vera natura. Poco dopo perde la vita e la Lamia si reca al suo funerale, senza però entrare all’interno della Chiesa.

La controparte maschile delle Lamiak sono i Mairuak, esseri dotati di una forza straordinaria e giganteschi (anche se in alcune versioni del mito la loro statura non è troppo diversa da quella degli esseri umani). Si dice che siano stati loro a costruire i Dolmen nella parte nord della Spagna.

Per approfondire:

https://intothewonder.wordpress.com/2016/03/07/lamiak-and-mairuak-the-fair-folk-of-the-basque-country/

Perkūnas – Pillole di Folklore # 30

Nella mitologia baltica, Perkūnas è una divinità associata ai tuoni e ai fulmini, al fuoco, alla guerra, alla pioggia e alla fertilità della terra. Il suo simbolo è la quercia, poiché si tratta dell’albero che viene colpito più di frequente dai fulmini. Sia per aspetto che per ruolo ricorda molto la divinità greca Zeus e il dio norreno Thor.

Viene spesso rappresentato come un uomo imponente e dalla lunga barba che stringe un’ascia tra le mani. Vola nel cielo a bordo di un carro trainato da due capre e porta con sé la pioggia. Durante la primavera i suoi fulmini purificano la terra e stimolano la crescita delle piante. Utilizza inoltre le sue saette per cacciare gli spiriti maligni, punire gli uomini che infrangono la legge e disciplinare le altre divinità.

In una leggenda Lituana si narra che Perkūnas punì l’adulterio del dio della luna Ménuo tagliandolo in tanti pezzi.

Per approfondire:

http://www.treccani.it/enciclopedia/perkunas_%28Enciclopedia-Italiana%29/

http://mythology.wikia.com/wiki/Perk%C5%ABnas

Il serpente arcobaleno – Pillole di Folklore # 27

Il serpente arcobaleno era una divinità creatrice nella mitologia aborigena australiana.

Quando i grandi Spiriti vagavano ancora sulla Terra prendendo la forma di animali ed esseri umani, il serpente arcobaleno emerse dal sottosuolo e durante la sua ascesa verso la superficie creò canyon, montagne, colline, nuvole, fiumi e laghi.

Viveva nelle pozze d’acqua del deserto australiano, fonti idriche a dir poco fondamentali per il sostentamento degli aborigeni. Le sue creazioni avevano lo scopo di distribuire meglio l’acqua lungo tutto il territorio.

Veniva considerata come una divinità benevola e disposta a proteggere la varie tribù, ma anche prontissima a giudicare senza pietà i trasgressori della legge.

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Pillole di Folklore # 26 – Il Burāq

Nella mitologia islamica, il Burāq è una creatura simile a un cavallo, ma con una testa da donna umana, delle ali e una coda da pavone. Proviene dal Janna (il Paradiso islamico) e viene utilizzata come cavalcatura dai profeti. Si sposta facendo balzi giganteschi ed è persino in grado di raggiungere il cielo. Secondo una delle possibili interpretazioni, questa creatura rappresenta il trionfo e la gloria e consente agli eletti di entrare in Paradiso.

Nel settimo secolo, l’arcangelo Gabriele ordinò a un Burāq di condurre il profeta Maometto fino alle città ora note come La Mecca e Gerusalemme. La cavalcatura raggiunse poi il più alto dei cieli con un balzo. Qui Maometto incontrò Allah e ricevette da lui l’ordine di compiere il ṣalāt, la tradizionale preghiera della religione islamica.

Per approfondire:

https://www.britannica.com/topic/Buraq

http://it.enciclopedia-della-sunna.wikia.com/wiki/Buraq

L’origine delle fiabe – Giambattista Basile e “Lo cunto de li cunti”

[A cura di Raffaello Glinni]

Quando si pensa a “Cenerentola”, “La bella addormentata nel bosco”, “Il gatto con gli stivali”, “Hansel e Gretel”, “Raperonzolo”, “La fontana dell’eterna giovinezza”, ma anche a “Il Signore degli Anelli”, “Shrek”, ecc. si pensa naturalmente ai fratelli Grimm e Perroult.

In realtà tutte queste e altre fiabe vennero scritte nella versione  originale e per la prima volta da un nobile napoletano, Giambattista Basile (1566-1632), nel libro “Lo Cunto de li Cunti”, pubblicato nel 1634, una raccolta di 50 fiabe completata in Basilicata e Campania nel 1630, precisamente tra  Acerenza e Giugliani, poiché ivi ebbe a soggiornare lo scrittore, allorquando prese servizio per il Duca di Acerenza, Galeazzo Pinelli.

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Pillole di Folklore # 14 – Le origini di Oisin

Painting created by the english artist and printmaker Hester Cox
Painting created by the english artist and printmaker Hester Cox | https://www.instagram.com/hestercoxprint/p/BD–zwrn7d8/?hl=it

Nella mitologia irlandese, Oisin era un prode guerriero, un abile poeta e un bardo. È il principale narratore del Ciclo feniano. Oggi ci concentreremo sull’affascinante leggenda della sua nascita, rimandando a un’altra occasione la narrazione delle sue gesta.

Si narra che la madre di Oisin, Sadbh, era una Sidhe che venne trasformata in un cervo dal druido Fer Doirich. Durante una battuta di caccia, il mitico cacciatore-guerriero Fionn Mac Cumhaill la catturò senza farle del male. Sadbh riottenne così le sue fattezze umane e Fionn si innamorò di lei.

I due si sposarono e gli dei benedissero la loro unione con un bambino. Ma mentre Sadbh era incinta, Fer Doirich riuscì a trovarla e a trasformarla di nuovo in un cervo. Incapace di formulare pensieri razionali, la Sidhe seguì l’istinto animalesco e sparì per sempre nella foresta.

Sette anni dopo, Fionn trovò il figlio di Sadbh sul monte Ben Bulben e gli diede un nome il cui significato è “cerbiatto”: Oisin.

Per approfondire:

http://www.mythencyclopedia.com/Ni-Pa/Oisin.html

Pillole di Folklore # 9 – Ammit, la grande divoratrice

Nella mitologia Egizia, Ammit era una divinità del regno dei morti. Aveva un aspetto mostruoso e il suo corpo era composto da parti di vari animali: testa di coccodrillo, zampe anteriori e tronco da leonessa e zampe posteriori da ippopotamo.

Il suo soprannome, “la grande divoratrice”, era legato al ruolo che svolgeva nel tribunale dell’oltretomba. Divorava infatti i cuori dei defunti che venivano giudicati colpevoli e non idonei ad accedere al regno di Osiride, condannandoli così all’oblio.

Benché non venisse venerata nei templi, si riteneva che la sua immagine fosse in grado di allontanare le forze del male. Nel libro dei morti viene spesso raffigurata nelle scene riguardanti la psicostasia.

Per approfondire:

http://www.egittoantico.net/2015/12/il-culto-di-ammit.html

http://ancientegyptonline.co.uk/ammit.html

Pillole di Folklore # 7 – Ningal

Nella mitologia Sumera, Ningal era la dea della Luna, dei canneti e delle paludi. Era la figlia di Enki e di Ningikuga. Nanna, il dio della luna, era il suo consorte. Diede alla luce il dio del sole Utu e la dea dell’amore Inanna. Veniva venerata nella città di Ur, all’intero del tempio E-Karzida.

Il suo più grande talento era la capacità di comprendere il linguaggio dell’ignoto presente nelle immagini, nelle antiche leggende, nella poesia e, soprattutto, nei sogni. Riusciva a interpretare con successo l’oscuro simbolismo presente nelle esperienze oniriche dei dormienti. È dunque anche la dea dell’interpretazione dei sogni, della divinazione e dell’intuizione.