Epona, la dea dei cavalli – Pillole di Folklore # 53

Nella mitologia celtica, Epona era la dea dei cavalli e della fertilità. Era legata anche alle proprietà benefiche delle acque termali (proprio come la divinità italica mefite). Veniva spesso rappresentata con in mano una cornucopia, chiaro simbolo di abbondanza, mentre cavalcava un cavallo alla amazzone. In alcune statuette è raffigurata assieme a dei puledri che la seguono o mangiano dalle sue mani. Talvolta viene seguita anche da cani e uccelli.

I celti consideravano il cavallo un animale sacro e ritenevano che portasse fortuna. Non si nutrivano della sua carne (se non in rarissime occasioni) e, quando moriva, lo seppellivano assieme al suo padrone. I cavalli che perivano in battaglia ricevevano addirittura una sepoltura rituale.

Probabilmente, la ragione per cui Epona viene in alcuni casi rappresentata con in mano un mazzo di chiavi è legata al fatto che i cavalli venivano associati all’aldilà e che si pensava che fossero loro a guidare le anime dei defunti dopo la morte.

Per approfondire:

https://www.ethnos.biz/storia-simbologia/simboli-celtici/la-dea-epona-e-il-cavallo

http://ontanomagico.altervista.org/epona.html

http://www.ilcalderonemagico.it/dee_Epona.html

Imbolc/Giorno di Santa Brigida – Pillole di Folklore # 32

Il primo febbraio si celebra in Irlanda il Giorno di Santa Brigida (chiamato anche Imbolc). In questa occasione gli antichi Celti festeggiavano l’inizio della primavera, coincidente con l’allungamento delle giornate e con l’arrivo un clima più mite.

La bellezza di Dublino in primavera

La festività era però legata anche alle pecore da latte. Infatti, in irlandese Imbolc significa “in grembo” e proprio in questo periodo le pecore davano alla luce gli agnellini e producevano latte, un alimento indispensabile per garantire il sostentamento di tutte le persone provate dai rigori dell’inverno.

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Pillole di Folklore # 25 – Ishtar

Nella civiltà assiro-babilonese, Ishtar (nota come Inanna tra i sumeri) era la dea dell’amore, della fertilità e dell’erotismo. Era però anche la dea della guerra e puniva ogni affronto che le veniva rivolto con tempeste e terribili conflitti. A lei era dedicata una delle otto porte di Babilonia. Le principali città in cui veniva venerata erano Uruk, Assur, Babilonia e Ninive.

È associata al pianeta Venere e uno dei suoi appellativi è “signora della luce risplendente”.

È presente nell’ “Epopea di Gilgamesh”, il principale ciclo epico della cultura assiro-babilonese. In quest’opera la dea rappresenta l’amore sensuale e si innamora più volte di personaggi differenti, tra cui il pastore Tammuz. In un’altra opera, “Discesa di Ishtar negli inferi”, Ishtar raggiunge l’oltretomba, dove viene giudicata e giustizia. Per salvarsi, la divinità rinasce scambiando il proprio corpo con quello di Tammuz.

Tutti gli amanti di Ishtar vanno incontro ad una fine crudele ed è proprio per questa ragione che Gilgamesh, re di Uruk e protagonista dell’omonimo ciclo epico, la respinge con decisione.

Per approfondire:

https://www.focus.it/cultura/storia/chi-era-ishtar

Pillole di Folklore # 24 – Samhain

Molte persone associano il 31 ottobre solamente alle zucche, ai dolci e ai costumi spaventosi, ma è anche la data in cui si celebra Samhain, una delle feste pagane più importanti. È nota anche come Capodanno celtico e celebra il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale. I colori caratteristici della festa sono l’arancione, associato alla mietitura, e il nero, assimilato invece all’imminente arrivo dell’inverno freddo e buio.

Secondo i celti, durante Samhain il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventava sottile. Erano inoltre convinti che in questo periodo gli esseri magici diventassero visibili e che fossero ostili all’uomo, reo di aver occupato le loro terre. Per tenerli alla larga, i celti rendevano le loro case il meno ospitali possibili e si vestivano da creature mostruose.

Come si può intuire, Samhain ha ispirato la moderna festa di Halloween e forse anche il giorno di Ognissanti.

Per approfondire:

https://www.irlandaonline.com/halloween/samhain/

Pillole di Folklore # 14 – Le origini di Oisin

Nella mitologia irlandese, Oisin era un prode guerriero, un abile poeta e un bardo. È il principale narratore del Ciclo feniano. Oggi ci concentreremo sull’affascinante leggenda della sua nascita, rimandando a un’altra occasione la narrazione delle sue gesta.

Si narra che la madre di Oisin, Sadbh, era una Sidhe che venne trasformata in un cervo dal druido Fer Doirich. Durante una battuta di caccia, il mitico cacciatore-guerriero Fionn Mac Cumhaill la catturò senza farle del male. Sadbh riottenne così le sue fattezze umane e Fionn si innamorò di lei.

I due si sposarono e gli dei benedissero la loro unione con un bambino. Ma mentre Sadbh era incinta, Fer Doirich riuscì a trovarla e a trasformarla di nuovo in un cervo. Incapace di formulare pensieri razionali, la Sidhe seguì l’istinto animalesco e sparì per sempre nella foresta.

Sette anni dopo, Fionn trovò il figlio di Sadbh sul monte Ben Bulben e gli diede un nome il cui significato è “cerbiatto”: Oisin.

Per approfondire:

http://www.mythencyclopedia.com/Ni-Pa/Oisin.html

Pillole di Folklore # 13 – Beira

Nel folklore scozzese, Beira, nota anche come Cailleach, era la dea dell’inverno. È presente anche nella mitologia irlandese e in alcune credenze delle popolazioni delle isole inglesi.

In realtà, definirla solo una dea dell’inverno è alquanto riduttivo. Secondo lo studioso del folklore Donald Alexander Mackenzie, Beira era la madre di tutti gli dei e le dee della mitologia scozzese. Durante l’inverno, la dea regnava incontrastata e controllava con la paura tutti i suoi sudditi. Ma durante la primavera iniziavano le prime ribellioni, rinforzate dalla speranza che presto sarebbero arrivati Angus e Bride, il re e la regina dell’estate e dell’abbondanza.

Beira viene descritta come una strega dalla pelle blu e con un occhio solo (caratteristica tipica di altre divinità assetate di conoscenza come, per esempio, Odino).

In una delle versioni della leggenda, la divinità è alla ricerca dell’amore di un eroe. Se il prode la amerà nonostante il suo aspetto da strega, lei prenderà le sembianze di una splendida fanciulla. Questa trasformazione sembrerebbe rispecchiare i semi che dormono durante l’inverno e diventano dei fiori stupendi in primavera.

Per approfondire:

http://www.ancient-origins.net/myths-legends/beira-queen-winter-006053

http://www.sacred-texts.com/neu/celt/tsm/tsm04.htm

Pillole di Folklore # 12 – Camulus

Camulus è un dio della guerra della mitologia celtica. Veniva venerato dai Remi, una tribù che viveva nell’area corrispondente all’attuale Belgio. Il suo culto era diffuso anche in Inghilterra e la città di Colchester (nota un tempo come Camulodunum) deve il suo nome proprio a questa divinità. Per i Romani, Camulus non era altro che il dio della guerra Marte con un nome diverso.

Non si sa molto del suo aspetto, ma pare che avesse delle grosse corna da montone sul capo (come si evince dalla sua rappresentazione su alcune monete rinvenute a Camulodunum).

Il suo simbolo era il cinghiale selvatico e brandiva una spada ritenuta invincibile.

Come si può notare, ben poche informazioni riguardanti questa divinità sono giunte fino a noi. È molto probabile che i Remi si siano portati nella tomba tutti i più grandi segreti di Camulus.

Pillole di Folklore # 11 – Il Kelpie

Nel folklore celtico, il Kelpie è uno spirito maligno in grado di assumere le sembianze di un cavallo bianco. È riconoscibile dalla coda e dalla criniera perennemente bagnate. Infesta i fiumi e i laghi della Scozia e dell’Irlanda e appare solitamente durante le giornate nebbiose. Col suo comportamento mite invita i passanti a salirgli in groppa per fare una piacevole cavalcata. Se qualcuno è così sventurato da cedere alla tentazione, il Kelpie lo disarcionerà e proverà ad affogarlo (in alcune versioni della leggenda, il Kelpie prova addirittura a mangiare la vittima). I suoi bersagli preferiti sono i bambini.

L’unico modo per rendere mansueto un Kelpie è afferrare le sue briglie. In questo modo sarà possibile dargli degli ordini.

I Kelpie possono anche assumere delle sembianze diverse da quelle di un cavallo. A volte si fingono delle bellissime fanciulle per attirare gli uomini nello specchio d’acqua che infestano e ucciderli senza pietà.

Inoltre, possono usare i loro poteri magici per provocare un’inondazione e portate le loro vittime in punti molto pericolosi del lago o del fiume in cui si trovano.