La primavera è finalmente arrivata in tutto il suo splendore, portando con sé quell’irresistibile voglia di andare in giro con il naso all’insù a scoprire angoli poco conosciuti delle nostre città.
Nella top 10 dei viaggi di primavera di italiani e non solo non può mancare la splendida Bologna, patria di cantautori e caposaldo della cucina italiana conosciuta in tutto il mondo. La Rossa, la Grassa, la Dotta sono solo alcuni dei soprannomi affibbiati al capoluogo emiliano; che, diciamocelo, se li merita tutti! Ma oltre alle sue caratteristiche più famose, Bologna cela delle chicche a cui potrete prestare attenzione durante la vostra prossima visita in centro città. Si tratta dei Sette segreti di Bologna. Scopriamoli insieme!
- “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”
Partendo dalla stazione centrale in direzione del centro città, ci si può imbattere in questa scritta, che significa “Il pane è vita, la cannabis è protezione, il vino è allegria” sulla volta del Canton de’ Fiori tra via Indipendenza e via Rizzoli, sotto la Torre Scappi. Un tempo l’economia della città si basava sulla coltivazione della canapa; pertanto, la scritta si riferisce alla ricchezza (e di conseguenza alla protezione) che il suo commercio portava alla città.

- Il dito del Nettuno
Spostandosi in piazza del Nettuno, di fronte alla Salaborsa, è impossibile non fermarsi ad osservare la possente fontana del Nettuno, dio del mare. La statua del Nettuno nasconde però un “particolare” effetto ottico: posizionandosi su una mattonella un po’ più scura (detta la “pietra della vergogna”) si ha l’impressione di ammirare, anziché il dito del Nettuno, il suo fallo in erezione. L’effetto ottico fu voluto dallo scultore della statua, Giambologna, in epoca rinascimentale.

- Il telefono senza fili
Passando sotto il Voltone del Podestà in Piazza Maggiore, può capitare di vedere persone darsi le spalle agli angoli diametralmente opposti della volta. Infatti, parlando rivolti verso al muro, si riescono a sentire distintamente le parole pronunciate dalla persona al lato opposto. Pare che questo metodo di comunicazione fosse stato architettato in epoca medievale per permettere ai preti di confessare i lebbrosi senza correre il rischio di un’infezione.

- Il vaso rotto sulla Torre degli Asinelli
Scendendo lungo via Rizzoli si arriva alla famosa Torre degli Asinelli, che insieme alla pendente Garisonda rappresenta l’iconico duo simbolo della città. Salire in cima alla torre è generalmente sconsigliato per gli studenti universitari, perché porterebbe a non laurearsi mai (come molti altri riti scaramantici in diverse città italiane), ma c’è di più: in cima alla torre ci sarebbero i cocci di un vaso rotto, che rappresenterebbe la capacità di Bologna di risolvere i conflitti (probabilmente di fronte a un bel bicchiere di Lambrusco e a un panino con la mortadella!)

- Panum resis
Addentrandosi nel quartiere universitario, cuore pulsante della città, si può andare a scovare un segreto non molto conosciuto dai più: sulla cattedra della sede storica dell’Alma Mater Studiorum a Palazzo Poggi, in via Zamboni, sarebbe incisa la massima “Panum resis”, a significare che la conoscenza è alla base di tutte le cose.

- Le tre frecce di Strada Maggiore
Spostandosi su un’altra delle vie principali, Strada Maggiore, è inevitabile fermarsi nei pressi di Corte Isolani. Qui, mimetizzate tra le assi di legno del soffitto e pertanto un po’ difficili da identificare, sono incastonate tre frecce. Secondo una delle tante leggende, un signorotto bolognese avrebbe assoldato tre briganti per uccidere la moglie accusata di adulterio; al momento dell’esecuzione, tuttavia, la donna si sarebbe spogliata completamente, abbagliando così gli arcieri che, sbagliando a prendere la mira, andarono a colpire il soffitto del portico.

- La finestrella di via Piella
Last but not least, forse una delle attrazioni preferite dai bolognesi e non solo: nella centrale via Piella, proprio accanto all’osteria Biassanot, c’è una piccola finestrella con vista sull’unico canale rimasto scoperto della città, il canale delle Moline. Lo scorcio pittoresco sugli edifici colorati affacciati sull’acqua ricorda vagamente un paesaggio veneziano: da qui il soprannome di “piccola Venezia”.

Come in molti altri luoghi, anche a Bologna c’è molto di più da scoprire, oltre a ciò che salta subito all’occhio. Città dal passato florido e dal respiro internazionale, sa regalare a ogni angolo scorci di colore e di rara bellezza: una meta irresistibile per un weekend fuori porta, da scoprire un segreto alla volta.
Quanto finalmente andrò a scoprire Bologna, verificherò tutto quanto 🙂
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Facci poi sapere se sei riuscito a scovare tutto! 😉
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Ciao Irene, il tuo articolo è davvero molto bello. Vivo a Bologna da due settimane e non sapevo molte di queste cose, che adesso andrò a scoprire piano piano. Conosco, chiaramente, la finestrella di Via Piella, il telefono senza fili e la Torre degli Asinelli. Anni fa ci sono salita (dopo essermi laureata ovviamente :D) e sapevo del vaso rotto!!!
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Dimmi se riesci a scovare tutto! 😉 E in primavera consiglio assolutamente di farsi tutti i portici a piedi fino a San Luca, non te ne pentirai 😊
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