Pillole di Folklore # 11 – Il Kelpie

Nel folklore celtico, il Kelpie è uno spirito maligno in grado di assumere le sembianze di un cavallo bianco. È riconoscibile dalla coda e dalla criniera perennemente bagnate. Infesta i fiumi e i laghi della Scozia e dell’Irlanda e appare solitamente durante le giornate nebbiose. Col suo comportamento mite invita i passanti a salirgli in groppa per fare una piacevole cavalcata. Se qualcuno è così sventurato da cedere alla tentazione, il Kelpie lo disarcionerà e proverà ad affogarlo (in alcune versioni della leggenda, il Kelpie prova addirittura a mangiare la vittima). I suoi bersagli preferiti sono i bambini.

L’unico modo per rendere mansueto un Kelpie è afferrare le sue briglie. In questo modo sarà possibile dargli degli ordini.

I Kelpie possono anche assumere delle sembianze diverse da quelle di un cavallo. A volte si fingono delle bellissime fanciulle per attirare gli uomini nello specchio d’acqua che infestano e ucciderli senza pietà.

Inoltre, possono usare i loro poteri magici per provocare un’inondazione e portate le loro vittime in punti molto pericolosi del lago o del fiume in cui si trovano.

Pillole di Folklore # 10 – Akaname, il lecca sporcizia

Ci sono alcuni Yokai noti per la loro lingua lunga. Tra questi, l’Akaname si distingue per la sua passione per i bagni poco puliti, dove può trovare il sudiciume di cui va ghiotto. Di solito viene rappresentato con la pelle rossa e unta. È alto più o meno come un bambino, ma sembra ancora più piccolo a causa della sua postura ingobbita.

Ha un carattere piuttosto timido ed entra nelle case solo quando i proprietari sono assenti o addormentati. Non è pericoloso per gli esseri umani. Come gli scarafaggi e i topi, detesta le case troppo pulite e appare solo dove le condizioni igieniche sono poco curate.

Si dice che sia la personificazione della paura di usare un bagno non illuminato durante la notte.

Inoltre, qualcuno sostiene che la leggenda degli Akaname sia nata per invogliare i giapponesi a tenere i bagni puliti.

Per approfondire:

http://yokai.wikia.com/wiki/Akaname

http://cryptidz.wikia.com/wiki/Akaname

Pillole di Folklore # 9 – Ammit, la grande divoratrice

Nella mitologia Egizia, Ammit era una divinità del regno dei morti. Aveva un aspetto mostruoso e il suo corpo era composto da parti di vari animali: testa di coccodrillo, zampe anteriori e tronco da leonessa e zampe posteriori da ippopotamo.

Il suo soprannome, “la grande divoratrice”, era legato al ruolo che svolgeva nel tribunale dell’oltretomba. Divorava infatti i cuori dei defunti che venivano giudicati colpevoli e non idonei ad accedere al regno di Osiride, condannandoli così all’oblio.

Benché non venisse venerata nei templi, si riteneva che la sua immagine fosse in grado di allontanare le forze del male. Nel libro dei morti viene spesso raffigurata nelle scene riguardanti la psicostasia.

Per approfondire:

http://www.egittoantico.net/2015/12/il-culto-di-ammit.html

http://ancientegyptonline.co.uk/ammit.html

Pillole di Folklore # 7 – Ningal

Nella mitologia Sumera, Ningal era la dea della Luna, dei canneti e delle paludi. Era la figlia di Enki e di Ningikuga. Nanna, il dio della luna, era il suo consorte. Diede alla luce il dio del sole Utu e la dea dell’amore Inanna. Veniva venerata nella città di Ur, all’intero del tempio E-Karzida.

Il suo più grande talento era la capacità di comprendere il linguaggio dell’ignoto presente nelle immagini, nelle antiche leggende, nella poesia e, soprattutto, nei sogni. Riusciva a interpretare con successo l’oscuro simbolismo presente nelle esperienze oniriche dei dormienti. È dunque anche la dea dell’interpretazione dei sogni, della divinazione e dell’intuizione.

Pillole di Folklore # 6 – Il Kamaitachi

Tra gli yōkai più pericolosi c’è di sicuro il Kamaitachi. Ha l’aspetto di una donnola munita di artigli affilati come rasoi. Si manifesta con un turbine di vento e causa gravi ferite alle gambe dei viandanti che hanno la sfortuna di imbattersi in lui. Secondo la credenza popolare, le ferite causate dal Kamaitachi sanguinano copiosamente senza però provocare il minimo dolore. Esiste però anche la credenza opposta: dalla ferita non esce una goccia di sangue, ma il dolore è insopportabile.

Qualcuno sostiene che i Kamaitachi non siano altro che correnti anomale che soffiano tra le alture, il che spiegherebbe perché i loro attacchi sono così diffusi nelle regioni montuose di Gifu e Niigata.

La versione più famosa della leggenda, sostiene che tra le montagne delle regioni di Mino e Hida fosse presente un terzetto di donnole famoso per le sue aggressioni ai viandanti. Ogni membro del trio aveva un compito ben preciso: una donnola aggrediva il passante, un’altra gli tagliava la pelle delle gambe e infine una terza cospargeva le ferite con un farmaco in grado di annullare il dolore.

Pillole di Folklore # 4 – Il mistero dell’erba Moly

Nell’Odissea, il dio Ermes dona a Odisseo l’erba moly per proteggerlo dai poteri magici di Circe.

«Ecco, và nelle case di Circe con questo benefico farmaco, che il giorno mortale può allontanare dal tuo capo.

Ti svelerò tutte le astuzie funeste di Circe.

Farà per te una bevanda, getterà nel cibo veleni, ma neppure così ti potrà stregare: lo impedirà il benefico farmaco che ti darò, e ti svelerò ogni cosa.»

L’erba moly viene descritta da Omero come una pianta dalla radice nera e grossa come una cipolla e dai fiori bianchi come il latte. Rappresenta la forza della ragione, tramite la quale l’uomo riesce a porre un freno ai suoi istinti animaleschi.

Ma al di la del significato allegorico, che cos’è davvero l’erba moly? Un semplice parto della mente di Omero o qualcosa di ben più concreto?

Molti botanici hanno provato a dare una risposta a questa domanda.

Secondo Teofrasto, il moly cresce davvero sul monte Cillene e lungo il fiume Peneo, nei luoghi dedicati al culto di Ermes. Il filosofo sostiene che la radice della pianta ha la forma di una cipolla, mentre le sue foglie sono simili a quelle della scilla marittima. Linneo ha invece identificato l’erba moly in due tipi di porri, l’allium moly e l’allium magicum.

Secondo Dioscoride e altri studiosi, la pianta descritta da Omero non è altro che la ruta montana. In effetti la ruta, proprio come l’erba moly, viene da sempre considerata nel foklore come una panacea contro tutti i mali.

Con ogni probabilità, l’erba moly non esiste davvero, ma è affascinante vedere come molte menti illustri del passato abbiano cercato di fare luce sul mistero che la circonda.

Per approfondire: http://www.larchetipo.com/2017/06/botanima/lerba-moly-la-magina-cipolla/

Il Folklore in Magic: The Gathering – I Behemoth di Ikoria

Partendo dalla tradizione orale, la mitologia e il folklore sono sopravvissuti fino ai tempi moderni, ispirando innumerevoli opere di intrattenimento. Dalla musica ai videogiochi, passando per i fumetti e il cinema, è possibile trovare riferimenti a miti e leggende ovunque. Con Magic: The Gathering, Wizards of the Coast ha più volte omaggiato la mitologia di varie culture diverse, soprattutto con le espansioni più recenti, tra cui quelle dedicate agli eroi greci e all’antico Egitto. Oggi vogliamo parlavi di “Ikoria”, l’espansione ispirata alla figura del Behemoth, una delle creature più iconiche della mitologia ebraica.

Continua a leggere “Il Folklore in Magic: The Gathering – I Behemoth di Ikoria”

Pillole di Folklore # 3 – La messa di Saint Sécaire

Parliamo oggi di un macabro rituale che si svolgeva di notte nelle chiese sconsacrate della Guascogna, “dove stridono le civette e i pipistrelli svolazzano al crepuscolo; dove gli zingari si rifugiano la notte e i rospi di acquattano sotto l’altare sconsacrato”. Si tratta della messa di Saint Sécaire, un oscuro rito praticato solo dai preti più malvagi. L’uomo contro cui viene celebrata la messa inizia a deperire poco per volta e non può essere salvato nemmeno dal più abile dei medici.
“[…] al primo rintocco delle undici, il prete malvagio inizia a mormorare la messa alla rovescia, per terminarla allo scoccare della mezzanotte. L’amante gli fa da sacrestano; l’ostia che benedice è nera, a tre punte; non consacra il vino ma beve l’acqua di un pozzo in cui sia stato gettato il corpo di un neonato non battezzato. Il prete traccia il segno della croce, ma per terra, e col piede sinistro. E fa molte altre cose che un buon cristiano non potrebbe vedere senza restare cieco e sordomuto per tutto il resto della vita.”
I preti che praticano la messa di Saint Sécaire possono essere perdonati solo dal Papa e dovranno rendere conto dei loro peccati nel giorno del Giudizio.


(I brani citati sono tratti da “Il Ramo d’oro” di James George Frazer)


Per approfondire: http://losbuffo.com/2017/09/17/la-messa-nera-di-saint-secaire-un-rito-proibito/


https://villains.fandom.com/wiki/Mass_of_Saint-S%C3%A9caire?file=The_Mass_of_Saint-S%C3%A9caire.jpg

Pillole di Folklore # 2 – Imeneo

Nella mitologia greca, Imeneo, noto anche come Imene o Hymenaios, era una delle divinità associate al matrimonio (è opportuno ricordare che anche Era veniva considerata la patrona del matrimonio). A seconda della versione del mito presa in considerazione, i suoi genitori erano Apollo e una musa (Calliope, Clio o Urania) o Dioniso e Afrodite o Magnete e Calliope. Quel che è certo, è che era uno dei giovani amati da Apollo e che i suoi fratelli erano Orfeo e Ialemo.

Secondo la leggenda, Imeneo era un giovane ateniese innamorato di una fanciulla di nobili origini. Ben conscio di non poterla sposare, si limitava a seguirla e ad ammirarla da lontano. La seguì anche il giorno in cui si recò ad Eleusi con altre nobili per dedicare dei sacrifici a Demetra e in questa circostanza venne scambiato dai pirati per una ragazza e rapito assieme alle fanciulle.
Una volta approdati su una spiaggia deserta, i pirati si addormentarono, sfiniti dal lungo viaggio, e Imeneo approfittò della situazione per ucciderli tutti. Ritornò ad Atene e promise di restituire le ragazze rapite in cambio della mano della nobile da lui amata. Il patto venne accettato e Imeneo si sposò con la ragazza che a lungo aveva ammirato da lontano. Il loro matrimonio fu molto felice e da allora tutti gli sposi di Atene iniziarono a invocare Imeneo in occasione delle nozze.

Per approfondire:

https://www.romanoimpero.com/2011/09/culto-di-imeneo.html

https://tinyurl.com/yaeovnvr

Pillole di Folklore # 1 – Lo Zashiki warashi

Illustrazione di Matthew Meyer (Yokai.com)

Non tutti gli spiriti sono maligni. Nel folklore giapponese, lo Zashiki-warashi (traducibile come “Il bambino del salotto” o “Il bambino della stanza con i tatami”) è uno yokai con le sembianze di un bambino o di una bambina di circa dieci anni. Spesso indossa un Kimono rosso e ha i capelli lunghi fino alle spalle (se femmina) o tagliati a paggetto (se maschio). È uno spirito benevolo e porta molta fortuna agli abitanti della casa in cui compare. Predilige le abitazioni giapponesi vecchio stile, ben curate e spaziose. Detesta gli edifici moderni.

Per far sì che lo Zashiki-warashi non lasci la casa (azione che porta con sè una grande sfortuna), è necessario dedicare allo spirito cure e attenzioni, proprio come si farebbe con un bambino piccolo. Bisogna però stare attenti a non esagerare, altrimenti lo yokai potrebbe infastidirsi e andarsene per sempre.

È piuttosto timido e appare solo agli abitanti della casa. Adora i puri di cuore e si lascia vedere facilmente dai bambini. Ha un carattere un po’ infantile e a volte si diverte a fare piccoli scherzi per attirare l’attenzione. In questi casi bisogna fare attenzione a non rimproverarlo troppo duramente: potrebbe offendersi e lasciare la casa.

Per approfondire:

http://yokai.com/zashikiwarashi/

https://studiaregiapponese.com/2014/05/13/zashiki-warashi/

https://www.animeclick.it/news/68076-zashiki-warashi-un-nuovo-yokai-per-spiriti-sotto-al-pavimento

Lettura consigliata: “La paura in Giappone – Yokai e altri mostri giapponesi” di Marta Berzieri https://tinyurl.com/ybvxt5nt