Mercoledì 2 – parte 1 – senza (troppi) spoiler

La Nevermore riapre i battenti e Mercoledì è alle prese con un nuovo preside, un subdolo stalker che si aggira nel campus e una sempre minore padronanza dei suoi poteri psichici; inalterata, invece, la sua encomiabile capacità di attirare assassini come la gente comune attira il mal di gola d’estate dopo una notte con l’aria condizionata sparata a palla in stanza.

Questa stagione si presenta con tratti molto più horror: salvo qualche bacio qua e là tra Enid e Bruno, non c’è spazio per quel romanticismo che la stessa Jenna Ortega (ora anche produttrice esecutiva, oltre che starring) aveva dichiarato essere incompatibile con una storia che trova ora una svolta molto più cupa. Gli stessi episodi scorrono velocemente tra un assassinio cruento ed un’indagine paranormale, tra un potere sovrannaturale e una creatura mostruosa.

Stavolta – e l’ho apprezzato – tutta la famiglia Addams è molto più inclusa nella trama rispetto alla prima stagione (dando l’impressione che si tratti meno di uno spin-off e più di una storia incentrata sull’intera famiglia): Pugsley, che ha sviluppato gli stessi poteri di Zio Fester, è ora al suo primo anno alla Nevermore (e, in una sola estate, è diventato alto circa il doppio rispetto a Mercoledì), Morticia e Gomez soggiornano (non a caso) in una dimora nei pressi dell’Academy e persino Lurch, nel ruolo di autista e maggiordomo (che sbriga magistralmente con la sua encomiabile voglia di non vivere), compare più di una volta in ogni episodio.
Ho trovato interessante anche lo sviluppo della dinamica genitoriale madre-figlia tra Morticia e Mercoledì, con la prima ostinata a ostacolare l’incredibile capacità della seconda di catapultarsi in drammi sanguinosi, all’interno di un rapporto – tra le due – parecchio conflittuale.

Insomma, l’impalcatura della serie trasuda di macabro, l’estetica gotica accattiva, quindi come “teen-dramedy” diverte e intriga il giusto nella componente mistery, ma – purtroppo – ammassa personaggi (vecchi e nuovi) e sottotrame in soli quattro episodi: a questo proposito, la divisione della stagione in due parti è quasi frustrante perché stoppa bruscamente il ritmo narrativo, rimandandone il vero sviluppo – la ciccia insomma – alla parte due (data di uscita: 3 settembre).
A questo punto, mi chiedo: non sarebbe stato forse meglio il rilascio settimanale delle puntate? Se l’obiettivo di Netflix era far sì che si parlasse il più a lungo possibile di uno dei suoi prodotti di punta, probabilmente l’avrebbe raggiunto anche ovviando alla divisione in due parti.
Ad ogni modo, sarà solo dopo il 3 settembre che tireremo davvero le somme: il conto alla rovescia è iniziato. Tic..tac..tic..tac..

Due chicche non legate agli eventi narrativi:
La prima stagione è stata girata in Romania; la seconda in Irlanda, permettendo di espandere il “world building” oltre le mura della Nevermore;
Quel visionario di Tim Burton ha firmato la regia del primo e del quarto episodio di questa prima parte di stagione, che si conclude con un finale in hype (e in Hyde) convincente.

The Watcher (2022) – Recensione

The Watcher è una serie Netflix thriller americana creata da Ryan Murphy e Ian Brennan, ed è stata mandata in onda la prima volta il 13 ottobre 2022. È ispirata alla storia reale della famiglia Broaddus, vittima di circostanze molto simili a quelle rappresentate nel telefilm.

La serie tratta delle vicende di una famiglia americana, i Brannock, composta da Nora, Dean, Ellie e Carter, che si trasferiscono in una nuova casa, sita al 657 Boulevard, nel New Jersey.
La famiglia spera di trovare un ambiente sereno e tranquillo dove poter crescere e passare il resto della propria vita, ma così non sarà.

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Fedeltà (2022) – The good, the meh and the bad

Fedeltà (2022) è un telefilm creato da Marco Missiroli con Michele Riondino e Lucrezia Guidone. Come suggerisce il titolo, si tratta di un’opera relativamente semplice, incentrata sulle tematiche della fedeltà e del tradimento in coppia.
Spinto dalla mia fidanzata, l’abbiamo visto insieme di recente, e devo dire mi ha preso abbastanza, pur non essendo privo di difetti. Vediamo insieme cosa mi è piaciuto (the good), cosa non mi è piaciuto (the bad) e su cosa ho opinioni contrastanti (the meh). Seguono spoiler.

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La brusca frenata di The Flash – una critica alla serie televisiva

The Flash (2014) è una serie televisiva incentrata sull’omonimo eroe dei fumetti.
Sin dalla prima volta che mi è stato raccomandato, non potei staccare gli occhi dallo show. Faccio presente che chi scrive è uno incapace di fare bingewatching.

Venni rapito dal trio Barry/Caitlin/Cisco, dall’enigmatico Harrison Wells, dalle sequenze ad alta velocità (superpotere che mi piace da impazzire).
Forse, più di tutto, ciò che più mi colpì fu l’idea di introdurre l’elemento dei viaggi temporali e di incorporarlo alla trama stessa tramite il villain Reverse Flash, uno degli antagonisti che più ho amato in tutte le serie televisive.
Reverse Flash è infatti nato nel distante futuro: a causa di una serie di avvenimenti, si crea in lui un profondo odio verso Flash.
Nella serie televisiva, Reverse Flash, proprio durante una delle sue battaglie contro Flash, rimane bloccato nel passato e si trova costretto a divenire il mentore del suo nemico e del suo team, instaurando così un complicato rapporto di amore-odio davvero gustoso e intrigante da seguire.

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