Fedeltà (2022) – The good, the meh and the bad

Fedeltà (2022) è un telefilm creato da Marco Missiroli con Michele Riondino e Lucrezia Guidone. Come suggerisce il titolo, si tratta di un’opera relativamente semplice, incentrata sulle tematiche della fedeltà e del tradimento in coppia.
Spinto dalla mia fidanzata, l’abbiamo visto insieme di recente, e devo dire mi ha preso abbastanza, pur non essendo privo di difetti. Vediamo insieme cosa mi è piaciuto (the good), cosa non mi è piaciuto (the bad) e su cosa ho opinioni contrastanti (the meh). Seguono spoiler.

The good

La caratterizzazione dei personaggi principali: più Carlo che Margherita in realtà, ma ad inizio opera sono stato in grado di decifrare abbastanza rapidamente la personalità dei protagonisti, sentendomi così rapidamente immerso nel racconto.
Carlo è uno scrittore che soffre del classico blocco. Margherita, invece, è una laureata in architettura, che si trova a vendere appartamenti. Da qui si possono capire abbastanza facilmente le loro scelte successive.

La lenta escalation dei fatti: capita spesso che in racconti di tradimento il tutto avvenga in maniera abbastanza repentina e precipitosa, rendendo il resto noioso e prevedibile. Ho trovato invece il pacing di Fedeltà credibile e giusto, senza che né Carlo né Margherita si tuffino tra le braccia di altri partner così, di punto in bianco. Inoltre i comportamenti sempre meno attenti dei due avranno conseguenze importanti sulla loro vita e sul loro lavoro.

Il lasciare nel dubbio l’azione scatenante iniziale: Carlo è attratto dalla studentessa Sofia, e tra di loro c’è un’ovvia e tangibile intesa. Ma all’inizio resta fedele alla moglie, tant’è che, nella scena del bagno che dà il via al tutto, quando Sofia sviene, non è chiaro se Carlo, prendendola tra le braccia, l’abbia poi baciata o altro, lasciando il tutto all’interpretazione dello spettatore (e di Margherita). Ho avuto l’impressione che il suo nervosismo successivo fosse dovuto all’ambiguità di quel momento, piuttosto che un bacio vero e proprio.
A volte è proprio il nervosismo, il tenere nascosti dei fatti, o l’alterarsi di alcuni comportamenti, a compromettere una coppia.

The meh

I comprimari: in particolar modo Andrea e Sofia, ovvero quelli che saranno gli amanti di Carlo e Margherita. Abbiamo un’idea di chi siano e cosa pensino, ma non abbastanza da simpatizzare con loro e quindi con i tradimenti che avvengono.

Il timeskip: interessante l’idea di mostrare Carlo e Margherita dopo tutto il susseguirsi dei fatti, tuttavia avrei preferito mantenere un’impronta più drammatica fermandoci al presente, e alla rottura tra i due.

The bad

Il finale aperto: il bacio che Margherita dà a Carlo dopo tutto quel che è successo. Ovviamente è soggettivo, ma si aveva più l’impressione che i due ex partner stessero cercando di andare avanti con le loro vite, piuttosto che rivangare (malsanamente) il passato.

Autore: Gabriele Glinni

Dottore in Mediazione Linguistica con riguardo verso la traduzione specialistica. Amante della scrittura creativa e autore del romanzo Ascend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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