Il “Worf Effect”: ridicolizzare un personaggio per esaltarne un altro

Vi è mai capitato, vedendo un anime, uno show televisivo, in un videogioco ecc. di assistere a una scena in cui un personaggio amato dai fan, dignitosamente sviluppato e ben integrato nella serie viene improvvisamente ridicolizzato in battaglia, o comunque nel campo d’interesse, da una new entry, in particolar modo un villain o un antagonista? Siete mai stati irritati nell’assistere a tale scena?
Bene, questo è il cosiddetto “Worf Effect“, uno dei fenomeni negativi, assieme, ad esempio, alla flanderizzazione, cui raccomando caldamente ogni scrittore di fare attenzione.

Nella speranza di rendere interessante, pericoloso o comunque esaltare un nuovo personaggio, si tenta di costruire una scena in cui tale personaggio si produrrà in azioni clamorose. Si incappa quindi nell’errore di “sacrificare” un altro personaggio che l’autore ritiene meno utile, o comunque “ridicolizzabile”, per così dire.
Vediamo un Superman facilmente sconfitto da una nuova minaccia aliena, un Dr. Octopus mettere al tappeto Hulk senza difficoltà, e così via.

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La brusca frenata di The Flash – una critica alla serie televisiva

The Flash (2014) è una serie televisiva incentrata sull’omonimo eroe dei fumetti.
Sin dalla prima volta che mi è stato raccomandato, non potei staccare gli occhi dallo show. Faccio presente che chi scrive è uno incapace di fare bingewatching.

Venni rapito dal trio Barry/Caitlin/Cisco, dall’enigmatico Harrison Wells, dalle sequenze ad alta velocità (superpotere che mi piace da impazzire).
Forse, più di tutto, ciò che più mi colpì fu l’idea di introdurre l’elemento dei viaggi temporali e di incorporarlo alla trama stessa tramite il villain Reverse Flash, uno degli antagonisti che più ho amato in tutte le serie televisive.
Reverse Flash è infatti nato nel distante futuro: a causa di una serie di avvenimenti, si crea in lui un profondo odio verso Flash.
Nella serie televisiva, Reverse Flash, proprio durante una delle sue battaglie contro Flash, rimane bloccato nel passato e si trova costretto a divenire il mentore del suo nemico e del suo team, instaurando così un complicato rapporto di amore-odio davvero gustoso e intrigante da seguire.

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Le critiche: considerazioni e come gestirle

Ogni lavoro è soggetto a critiche altrui: da quelle più costruite e profonde, a quelle più superficiali.
Esporre la propria arte significa inevitabilmente esporsi al fuoco delle critiche e dovervi sopravvivere.
In questo articolo, svilupperò alcune considerazioni su fatti avvenuti e racconterò alcune mie personali esperienze.

Reazioni di autori alle critiche

Il consenso generale è che un autore capace resti imperturbabile dinanzi a una critica, e anzi la sfrutti per migliorarsi. Tuttavia, non sempre è così facile, essendo un autore legato, spesso e volentieri, al proprio lavoro.
Jacqueline Howett, l’autrice di The Greek Seaman, è un esempio di questo fenomeno.

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Il love interest e le scene d’amore in narrativa

In qualsiasi genere di opera, è frequentissimo imbattersi in uno o più love interest per il personaggio principale, o per i personaggi secondari. Anzi, oserei dire che è diventata una figura talmente comune che è raro non imbattervisi.
In questo articolo desidero proporvi alcune idee e opinioni personali sulla gestione di una simile figura, e di scene relative (toccando anche le scene d’amore).

Anzitutto, come premesso, il love interest è una figura talmente comune da essere divenuta una sorta di cliché. Il pubblico più attento noterà immediatamente quando un personaggio si interesserà, in senso romantico, a un altro, e, per esigenze di trama (ovvero, l’introduzione stessa del love interest), il risultato più “scontato” è che i due finiscano insieme.

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La “flanderizzazione”: quando un personaggio viene banalizzato.

In narrativa, il fenomeno della “flanderization” (“flanderizzazione”) è un fenomeno negativo che avviene al discapito dei personaggi che lo subiscono.

La flanderizzazione è quando la caratteristica di un personaggio diviene sempre più centrale allo stesso, fino ad esasperarla, dunque rovinandolo e banalizzandolo. Il personaggio da cui prende il nome il fenomeno è difatti Ned Flanders, della celebre serie dei Simpson.

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Le ferite e la loro importanza in narrativa.

In scrittura creativa, e in particolar modo nei generi action, arti marziali, avventura o simili, è frequente che un personaggio si ritrovi in situazioni in cui riceve o dovrebbe ricevere una ferita fisica più o meno grave.

Questo genere di situazione e dettaglio viene a volte sottovalutato e svilito dallo scrittore, creando situazioni involontariamente bizzarre, se non addirittura ridicole.

Per spiegarmi meglio, citerò l’esempio del film Crawl – Intrappolati (2019): il film presenta una situazione in cui un uragano è in rotta di collisione con la Florida, e proprio l’arrivo della tempesta causa un’alluvione e il seguente comparire di diversi alligatori dove non dovrebbero essere presenti.

Haley e suo padre Dave si ritrovano quindi a sopravvivere in una Florida allagata e diventata praticamente una palude infestata da alligatori. A un certo punto, uno di questi riesce ad azzannare il braccio di Dave e a strapparglielo.

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Sequel malriusciti, alcune considerazioni.

Alla conclusione di un proprio lavoro, un autore si trova spesso a dover valutare l’idea di realizzare uno o più sequel: solitamente benvenuti e pianificati, come per quanto riguarda la collana di Harry Potter, in altri casi esistono realtà ben più complesse.

Frequentemente capita di parlare del fatto che il sequel di un lavoro di successo non sia all’altezza dell’originale. Ciò spesso si attribuisce agli editori e alle campagne di marketing che costringono gli autori a continuare a scrivere nello stesso universo.

Un lavoro di successo è un lavoro che porta buoni incassi. Non soltanto nella sua forma originale, ma anche in forma di gadget, videogiochi, magliette a tema e via discorrendo. I sequel vengono a volte forzati sugli autori o sviluppatori proprio per continuare una catena di vendita. Per le più svariate ragioni, questo può portare a discostarsi troppo dall’idea originale, a volte rovinandola.

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