“A Bit of Difference” di Sefi Atta – Recensione e messaggio personale per il 2021

Buon ultimo dell’anno a tutti!
In questa recensione, tratterò del libro che ho tradotto nella mia tesi di laurea, che si può dire mi abbia colpito molto perché è stato il “perno” del mio percorso di studi e del mio modo di pensare e di lavorare attuale.
“A Bit of Difference” è un romanzo post-coloniale di letteratura nigeriana: racconta della storia di Deola Bello, che ha abitato e lavorato per anni in Inghilterra, di ritorno nella sua terra natale, appunto la Nigeria.


Nel suo ritorno, Deola affronterà gli insapori e gli insuccessi personali della sua vita, una vita lenta che non le ha mai riservato particolari sorprese, e il sentimento di riscoperta della sua famiglia, dei luoghi a lei cari e, con questi, di un nuovo, possibile amore.
Il romanzo mostra, in chiave attuale, ironica e realistica, la Nigeria post-coloniale, dunque aprendo finestre su problematiche sociali quali la corruzione delle classi alte, le malattie veneree, l’orgoglio e l’amor proprio dei naija.
Il romanzo è scritto in lingua inglese, ma i personaggi si esprimono usando terminologia Yoruba, vale a dire un linguaggio creolo (una lingua ben definita nata come miscuglio tra due o più lingue) parlato in Nigeria.
Espressioni tipiche come na wa (un’esclamazione di sorpresa), oyinbo (persona di carnagione chiara) e altre ancora sono ricorrenti nel romanzo.


Questo è stato ovviamente oggetto di mie analisi nella mia traduzione personale del romanzo.
Il romanzo mi è stato particolarmente vicino non solo perché mi ha spinto a riflettere su come esprimere, nel modo più efficace e chiaro possibile, lo spirito e l’animo dell’autrice, ma anche perché la tematica del ritorno alle origini e del riscoprirsi è stato qualcosa che ho vissuto personalmente nel 2020.
Si tratta di un libro che apre una visione molto amplia su un’altra realtà, immergendo il lettore in ciò che è la Nigeria d’oggi come se ci si trovasse personalmente sul luogo.
Molti luoghi importanti della Nigeria, come Isola Victoria e Ikoyi sono mostrati e descritti con immagini chiare e vivide.


Infine, un’altra caratteristica interessante del romanzo sono i riferimenti culturali, tra cui le menzioni all’Indipendenza del 1960, episodio cardine della storia della Nigeria. Grazie a tali riferimenti culturali, ho adesso un quadro molto completo della storia del paese.
Nel caso si desideri approfondire la mia analisi del libro, allego la mia tesi, reperibile qui, oppure sul mio profilo LinkedIn.

Messaggio personale per il 2021

Come sanno molti dei miei amici, il 2020 è stato un anno molto pesante e triste per me, non solo per il covid, ma anche per vari problemi personali.
Poco dopo l’inizio di quest’anno, a fine febbraio, ho perso la relazione più importante che avessi e mi sono ritrovato improvvisamente solo, triste, obeso e senza niente di concreto, se non le mie passioni e la laurea che stavo per conseguire.
Oltre a questo si è aggiunto il covid (in più di un modo, direttamente e non), la perdita di altre amicizie importanti e problemi in famiglia legati alla salute di mio padre.


Avevo paura di non riuscire. Che la mia vita si sarebbe fermata.
Tuttavia, non ho lasciato che venissi travolto dal crollo e dalle macerie di tutto ciò, in un baratro oscuro senza fuga che continuavo, curiosamente, a sognare da anni.
Ho resistito, mi sono inerpicato sulle macerie e ho provato a dirigermi verso la luce.


Con questa metafora magari un po’ gonfiata intendo dire che, appunto partendo da una situazione disperata, ho provato a combattere la mia obesità, ho provato a superare la mia solitudine, ho provato a mettere a frutto i miei hobby e le mie passioni e ho provato a migliorarmi come persona, sia a livello caratteriale che di competenze.
Posso dire che per molti versi, perseverando e ingoiando tanti bocconi amari, ci sono riuscito.
Con una buona dieta e tanta attività fisica (salto con la corda in primis) sono arrivato a perdere circa 30 kg.
Riconnettendomi a tutte le mie amicizie sepolte da tempo nel passato, ma non defunte, ed esplorando nuove conoscenze, ho adesso degli amici. Degli amici veri.
Avendo fiducia nelle mie capacità, ho cominciato a scrivere un romanzo, Ascend-ent (che ho quasi completato) e lavoro al blog qui presente (non ringrazierò mai abbastanza Alessandro).
Ho acquisito nuove competenze, tra cui il linguaggio di programmazione SQL o una più profonda conoscenza di Excel, tramite corsi su piattaforme online (recensione a riguardo qui per gli interessati). Magari non tutte mi saranno indispensabili, ma sono ora parte di me, del nuovo me.
Infine, ho conosciuto di nuovo l’amore.


La mia era una situazione disperata dovuta a una relazione che non funzionava e che mi ostinavo a portare dietro. Era una situazione da cui non avrei mai creduto di sfuggire perché troppo tardi.
Ma non è mai troppo tardi.
Non è mai troppo tardi per cambiare le carte in tavola.
Bisogna trovare la forza e la volontà, e ce la possiamo dare soltanto noi stessi.
Se ne saremo in grado, in un anno si può cambiare tutto, senza guardarsi indietro.


Quindi, a tutte le persone che leggono e che mi hanno seguito finora: facciamo in modo che il 2021 sia un anno migliore del 2020.
Un anno di ripresa, di felicità, di andare avanti e di divenire persone migliori.
Ce l’ho fatta io. Non vedo perché nessun altro non ce la possa fare.
Vi lascio con questa canzone, che mi ha ispirato nel corso di questo lungo anno. Never Turn Back dei Crush 40, la sigla di chiusura del videogioco Shadow the Hedgehog.

Autore: Gabriele Glinni

Dottore in Mediazione Linguistica con riguardo verso la traduzione specialistica. Amante della scrittura creativa e autore del romanzo Ascend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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