Il loto tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #77

Nella mitologia indiana il loto che si schiude sulle acque rappresenta la genesi di Brahmā, il creatore demiurgo. Il fiore, sorto dall’ombelico di Vishnu, è rappresentato con mille petali dorati. Si parla, in questo caso, del loto cosmico, simbolo dell’aspetto materno e fecondo dell’Assoluto.

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L’arte di raccontare un futuro distopico ft. Arcadio Di Iorio

Benvenuti a una nuova intervista di Pillole di Folklore & Scrittura! Oggi andremo ad approfondire la conoscenza di Arcadio Di Iorio, l’autore del romanzo distopico “Andropoli”. La sua fatica letteraria, edita da Rossini Editore, è ambientata nell’Italia del 2111, dove la maggior parte degli uomini vive in una città-isola sulla quale le donne sono del tutto assenti. Anche in un futuro così remoto alcuni aspetti della società restano uguali (come l’amore per il calcio e la presenza del crimine organizzato), ma non mancano delle inquietanti differenze.

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Mi sono scordato di parlarvi di Digimon World!

Rileggendo l’articolo in cui ho fatto il riepilogo dei videogiochi che hanno caratterizzato il mio 2024, mi sono accorto di essermi dimenticato del tutto di parlare di un titolo sul quale ho passato svariate ore nel corso di dicembre: Digimon World!

La voglia di riprendere in mano questo classico uscito in Europa sulla prima PlayStation nel 2001 è nata quando mi sono imbattuto in un video nel quale uno YouTuber si è cimentato nell’impresa di finire il gioco con Numemon, uno dei mostriciattoli digitali più deboli tra quelli ottenibili.

Rivedere l’isola di File, ricca di ambienti in cui la natura si fonde con il digitale, mi ha reso parecchio nostalgico e dopo un paio di giorni di tentennamenti mi sono ritrovato con il gamepad tra le mani, pronto ad affrontare l’avventura che da bambino non ero mai riuscito a portare a termine.

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La nascita e l’evoluzione della saga “Idillium” ft. Airid Léo

Benvenuti a una nuova intervista di Pillole di Folklore & Scrittura! L’ospite di oggi è Airid Léo, autrice della saga urban fantasy “Idillium” e della raccolta di poesie “GLI INFRANTI – Idilli dell’innocenza perduta”, nonché storica collaboratrice della rivista Weirdbreed (progetto nel quale sono coinvolto anch’io). Assieme a lei scopriremo le origini della sua serie, le difficoltà insite nell’autopubblicazione e molto altro ancora!

Ciao Airid e grazie mille per il tempo che hai scelto di dedicarci! Partiamo subito con una domanda per rompere il ghiaccio: cosa ti ha spinto a scrivere la saga di Idillium?

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La rosa tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #76

Fiore per eccellenza nella cultura occidentale, la rosa ha assunto dei significati diversi nel corso dei secoli e ha sempre avuto un ruolo di rilievo nel folklore.

La sua breve durata l’ha resa il simbolo dell’impermanenza della vita, citato in innumerevoli poesie. Inoltre, nell’antichità era un fiore funerario posato sulle tombe di chi era morto prematuramente.

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Il mio 2024 videoludico

Dopo un 2023 ricco di uscite importanti, il 2024 è senz’altro stato senz’altro un anno più tranquillo dal punto di vista videoludico, ma in tutta sincerità non posso certo dire di essermi annoiato, soprattutto grazie a una certa azienda di Shinagawa che tra remake, versioni rivedute e corrette e nuove IP ha fatto di tutto per provare a monopolizzare il mio tempo libero negli scorsi dodici mesi. Prima di procedere al consueto riepilogo, vi ricordo che potete recuperare gli episodi precedenti di questa rubrica annuale cliccando sui link che vi lascio qui di seguito:
2020
2021
2022
2023

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Lo stramonio tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #75

Tra le piante velenose, lo stramonio si distingue perché non ci prova nemmeno a sembrare innocente. Di giorno i suoi fiori appaiono avvizziti, mentre di notte si aprono ed emanano un odore disgustoso, sgradito persino agli animali meno schizzinosi. Le foglie dentate ai margini e i frutti coperti da fitti aculei completano il quadro poco rassicurante.

Se assunto in dosi eccessive, lo stramonio causa una grave intossicazione. La morte è preceduta da sete inestinguibile, dilatazione delle pupille e continui conati di vomito. Nei rituali religiosi era usato in quantità modiche, che comunque portavano con sé dei sintomi da non sottovalutare. Mezz’ora dopo l’ingestione si verificavano vistosi arrossamenti cutanei, tachicardia, febbre e ritenzione urinaria, oltre a distorsioni visive e allucinazioni. Questi ultimi effetti erano apprezzati dalle streghe e dai negromanti. Faceva parte delle pozioni che le fattucchiere preparavano in vista dei sabba, assieme alla mandragora e al giusquiamo, ed era anche usato per compiere dei sortilegi.

Le caratteristiche negative della pianta hanno favorito la sua associazione con gli esseri infernali, che si ciberebbero di stramonio per inebriarsi dei suoi effluvi disgustosi.

Raccontando la storia del gatto mammone ft. Greta Vanth

L’Italia è un Paese ricchissimo di folklore, soprattutto considerando tutte le leggende locali diffuse nelle varie regioni, eppure non capita spesso di imbattersi in libri dedicati alle creature presenti nelle storie che sopravvivono da secoli nella tradizione orale. Con il romanzo Mammon, l’ultimo re dei gatti, l’autrice Greta Vanth ha deciso di rimediare almeno in parte a questa ingiustizia, dando il giusto spazio al gatto mammone, un felino gigantesco che, a seconda della versione della leggenda che lo riguarda, può essere una terribile minaccia o uno spirito positivo in grado di difendere gli esseri umani.

Per conoscere meglio l’opera ho deciso di intervistare la sua autrice, che è stata così gentile da concedermi un po’ del suo tempo.

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Il papavero tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #74

Le proprietà sedative del papavero hanno ispirato alcuni dei suoi significati più comuni. Il fiore, infatti, rappresenta la pigrizia, la misantropia e gli atteggiamenti indolenti. Dal Papaver somniferum si ricava l’oppio, mentre il Papaver rhoeas (noto ai più come papavero rosso e presente nei campi italiani nella tarda primavera) ha delle limitate proprietà sedative e antispasmodiche. Dire a qualcuno “sei un papavero!” equivale a definirlo una persona noiosa.

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La clematis e il centigrani (Scleranthus annuus) tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #73

Pur essendo una pianta velenosa, la clematis ha dei significati positivi. Rappresenta, infatti, la gioia e la fortuna ed è usata per augurare a qualcuno di ottenere dei buoni risultati nelle sue imprese. Simboleggia anche l’intelligenza limpida e onesta. Inoltre, i francesi la considerano un simbolo di bellezza interiore. Nell’antichità il fiore, un po’ come la rosa, era associato ai segreti e alle calamità causate dalla rivelazione di verità nascose. Gli inglesi chiamano la Clematis “traveller’s joy”, gioia del viandante.

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