Non mi era mai capitato di seguire l’intero ciclo di vita di un romanzo scritto da un’altra persona, fin quando Gabriele non ha avuto l’idea alla base di Ascend-ent. Negli ultimi due anni ho visto quello spunto iniziale prendere una forma e andare incontro a tante trasformazioni, diventando sempre più completo. È stato un viaggio appagante, che ha reso la lettura della versione definitiva ancora più piacevole. Nonostante questo legame personale con l’autore e con il romanzo, in questa recensione farò il possibile per essere imparziale e dare spazio anche a eventuali difetti.
Rispetto alla versione beta, che ho letto un anno fa, quella disponibile su Amazon rappresenta un netto passo avanti. Non tanto per la storia, che non aveva bisogno di grosse migliorie, quanto per lo stile e l’impostazione generale delle varie scene. Ora tutto è molto più omogeneo e piacevole da leggere. La sezione centrale, che nella prima stesura era contenuta in un capitolo lunghissimo, è stata spezzata in più parti, diventando così meno “impegnativa” da affrontare. Le scene “slice of life” sono state riviste e ora hanno un legame più stretto con la trama principale e i temi affrontati. Il cambiamento migliore, dal mio punto di vista, riguarda la gestione di alcuni personaggi che nella versione beta erano fin troppo ambigui. Ora le loro motivazioni sono molto più chiare, così come la logica alla base delle scelte che compiono nel corso della storia. Anche le scene più criptiche sono state rese maggiormente comprensibili e adesso è meno probabile arrivare a delle conclusioni lontane dalla visione dell’autore.
La narrazione è per la maggior parte del tempo veloce e scorrevole, senza momenti morti o fasi troppo statiche. Il ritmo rallenta solo quando è necessario, per dare il lettore e ai personaggi il tempo di rifiatare un po’ e riflettere su quanto avvenuto fino a quel momento. Ho apprezzato la scelta di dare ampio spazio alle emozioni provate da Wade, il protagonista, perché ha reso le scene più intense e incrementato il coinvolgimento del lettore, già ad alti livelli grazie all’uso efficace dello show don’t tell. In alcuni punti il protagonista si sente confuso o a un passo dalla follia a causa della presenza di alcuni nemici e la narrazione muta di conseguenza, diventando più frammentaria e confusa per alcune righe. È un accorgimento che aiuta a immedesimarsi in Wade e a comprendere con chiarezza quanto è pericolosa la situazione in cui si trova.
Parlando dei temi del romanzo, non posso fare altro che elogiare i parallelismi tra la nostra società e quella di Ascend-ent, che rendono molto facile provare empatia per i personaggi e le difficoltà che devono vivere. Le incertezze di Wade, che all’inizio della storia non sa chi è e come rendersi utile, sono le stesse di quasi tutti i neolaureati, spesso disorientati e incerti sui prossimi passi da compiere. La sensazione di smarrimento che provano i personaggi di fronte alla “nuova realtà”, è quella che molti di noi stanno provando in questo periodo di pandemia, pieno di domande a cui è difficile dare una risposta e ostacoli che non è chiaro come superare. Sotto questo punto di vista, Ascend-ent è un libro attualissimo, che può aiutare a riflettere e anche a sentirsi un po’ incoraggiati, grazie all’ottimo percorso di crescita di Wade, vero e proprio cuore pulsante della narrazione.
Non mancano tanti sottotemi degni di nota, come la differenza tra realtà e apparenza, l’importanza dei legami e la volontà di impegnarsi per costruire un futuro degno di essere vissuto.
Come ho già detto, la nuova versione ha corretto i difetti che avevo individuato nella beta, esaltando al tempo stesso i punti forti del libro. Il lavoro svolto è stato talmente buono che durante la lettura non sono riuscito a trovare aspetti su cui si potrebbe intervenire per ottenere un risultato ancora migliore. Posso solo dire che nella parte finale mi sarebbe piaciuto scoprire qualcosina in più su alcuni personaggi e su quel che avviene dopo la conclusione, ma mi rendo conto che non era quello il focus del romanzo. Con Ascend-ent, Gabriele mirava soprattutto a raccontare la storia personale di Wade e da questo punto di vista ha centrato appieno l’obiettivo.