Il malocchio: storia e tradizione

Eccomi tornata con un nuovissimo articolo. Oggi tratteremo un argomento molto, per così dire, tradizionale, al quale alcune persone credono e ci sono legate, altre sorridono all’idea che, nel 2021, si possa credere a queste sciocchezze, altre ancora non sanno nemmeno di cosa si sta parlando. Mi riferisco al malocchio, alla sua storia e tradizione.

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Sant’Agata, Patrona di Catania

Un mito ricoperto da un velo di mistero è sicuramente quello di Sant’Agata, Patrona della città di Catania, Sicilia.

Agata, vissuta nel III secolo d.C, era una nobildonna della città di Catania, provincia romana fiorente e ricca di scambi commerciali e culturali del Mediterraneo.
Roma, nello stesso periodo, aveva istituito un editto che chiedeva ai cristiani dell’Impero di abiurare la propria fede, trasferendo il pretore Quinziano a Catania affinché emanasse al popolo la volontà della Capitale. Stanziato in città, dopo poco tempo incontrò la donna e ne rimase affascinato a tal punto da volerla sposare.

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La casa dei mostri – Folklore romano #2

La cosiddetta casetta dei mostri di via Gregoriana, creata nel tardo ‘500, è un miscuglio di arte tardo-rinascimentale, manierismo e severa arte della controriforma, che ha dato vita ad altre creazioni surreali site a Tivoli, Frascati e altre località. Un preludio delle fantasie del barocco.

La leggenda vuole che i papà romani portassero i figli dinanzi tale casa per stupirli e ammonirli, dicendo loro che, se avessero disubbidito, il “babau” li avrebbe mangiati. Il babau è infatti un mostro che porta in testa il timpano come un cappello e spalanca una bocca enorme, la porta della casetta.

Il palazzo è inoltre stato caro a D’Annunzio, essendo infatti menzionato nel romanzo Il piacere, e si dice sia stato la residenza di Salvator Rosa.
Al giorno d’oggi, assieme al palazzo adiacente, la casetta dei mostri è parte della Biblioteca Hertziana, una raccolta di libri d’arte e storia dell’arte consultabile dagli studiosi.

La ciambella di San Biagio

Oggi mi farebbe piacere parlarvi di un dolce tipico della mia città, L’Aquila: la ciambella di San Biagio. Se vi capitasse di venire a L’Aquila i primi di febbraio notereste che in tutte le pasticcerie della città, i forni, i supermercati e i negozietti di alimentari di paese non possono mancare pile e pile di ciambelle dorate decorate con granella di zucchero e ciliegie sulla superficie.

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La pietra scellerata – Folklore romano #1

La Pietra scellerata: una pietra veneratissima con un nome curioso, posizionata all’interno della chiesa di san Vito e Modesto, in via Carlo Alberto.
Questo nome deriva da una tradizione così antica da esserci pervenuta incompleta.
Si dice che questa pietra servì al martirio di uno o più Santi della primissima era cristiana, forse per schiacciarne i corpi (come vediamo in un affresco all’interno di san Stefano Rotondo), oppure per tenerli legati. Non si sa però chi siano questi martiri.

La devozione dei fedeli li portò addirittura a rosicchiare la pietra: si nota infatti che la superficie in marmo è stata scavata e rovinata.
Si tratta di una tradizione medievale legata al raschiare tale “Santa Lastra”: si credeva che mangiarne la polvere fosse un toccasana contro le malattie e specificamente il morso dei cani rabidi.

La chiesa di san Vito e Modesto a Roma.

Uno dei monumenti più interessanti e peculiari della chiesa, sita in piazza Vittorio, luogo di culto cattolico la cui costruzione terminò nel 1477.

Per approfondire: https://www.romasegreta.it/esquilino/ss-vito-e-modesto.html