Vi è mai capitato, vedendo un anime, uno show televisivo, in un videogioco ecc. di assistere a una scena in cui un personaggio amato dai fan, dignitosamente sviluppato e ben integrato nella serie viene improvvisamente ridicolizzato in battaglia, o comunque nel campo d’interesse, da una new entry, in particolar modo un villain o un antagonista? Siete mai stati irritati nell’assistere a tale scena?
Bene, questo è il cosiddetto “Worf Effect“, uno dei fenomeni negativi, assieme, ad esempio, alla flanderizzazione, cui raccomando caldamente ogni scrittore di fare attenzione.
Nella speranza di rendere interessante, pericoloso o comunque esaltare un nuovo personaggio, si tenta di costruire una scena in cui tale personaggio si produrrà in azioni clamorose. Si incappa quindi nell’errore di “sacrificare” un altro personaggio che l’autore ritiene meno utile, o comunque “ridicolizzabile”, per così dire.
Vediamo un Superman facilmente sconfitto da una nuova minaccia aliena, un Dr. Octopus mettere al tappeto Hulk senza difficoltà, e così via.
Inutile dire che questa pratica è spesso e volentieri sbagliata.
Tralasciando la possibilità che il personaggio “favorito” possa poi continuare a venire favorito, introdurre una nuova minaccia per poi renderla immediatamente pericolosissima potrebbe sembrare, nella maggioranza dei casi, un espediente artificioso e poco naturale (basti pensare alla tanto contestata Saga degli Androidi di Dragon Ball Z, dove i mitici Super Saiyan vengono facilmente sconfitti dai titolari androidi – sebbene in quel caso vi fosse stato precedente build up tramite il personaggio di Trunks).
Si rischia poi di togliere effettivamente spessore al personaggio “vittima”.
Per un esempio molto pratico, in una delle mie più vecchie storie, Wolf Lonnie: Fighting for Truth, il protagonista è un giovane avvocato difensore.
Nella seconda serie, si ritrova contro un neo procuratore (Salinne) incredibilmente capace, che in men che non si dica demolisce i casi di Wolf facendolo sembrare spesso impreparato e addirittura incompetente in tribunale.
Questo ha causato il disappunto dei miei lettori e mi ha portato a fare successive modifiche, rendendo il dislivello tra Wolf e Salinne meno evidente, dando più un’idea di difficoltà da parte di Wolf che un divario incolmabile.

Tuttavia, non sempre e necessariamente il Worf Effect è una pratica negativa.
Un corretto build up può portare al risultato sperato. È molto più “digeribile” vedere una disfatta se la nuova minaccia viene introdotta correttamente, facendo buon uso di foreshadowing o addirittura sorprendendo il pubblico rivelando che un antagonista apparentemente innocuo è in realtà estremamente pericoloso, giocando quindi con le aspettative.
Per build up si può intendere qualche riferimento alla nuova minaccia ancor prima che questi appaia, oppure una dimostrazione di forza utilizzando prima altri personaggi secondari come vittime.
In scrittura è necessario capire quali carte si hanno in mano e solo allora scegliere come e quando giocarle correttamente. A questo il fenomeno del Worf Effect non si sottrae.
Ma, usato in modo preciso, può lasciare una fantastica sensazione di suspence al pubblico.