Power creep e altri crimini narrativi: perché i personaggi meritano di più

Nel mondo della narrativa seriale, c’è una malattia silenziosa che colpisce anche le migliori saghe: si chiama power creep. È subdola, è letale, e ha fatto più vittime di Freezer al raduno annuale dei Namecciani. Non parliamo solo di personaggi: parliamo di rilevanza narrativa, di equilibri distrutti e di protagonisti che diventano semidei mentre i loro amici… beh, restano a casa a guardare.

Chiariamolo subito: il power creep è quel fenomeno per cui i personaggi devono diventare sempre più forti per restare interessanti. Ma a che prezzo? A quello di lasciare indietro personaggi adorati, relegati al ruolo di cheerleader con le braccia incrociate. Krillin, Yamcha, Tien, Sakura… se state leggendo questo, vi vediamo e vi vogliamo bene.

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“Perché lo fai?” – L’importanza della chiarezza nelle motivazioni dei personaggi

Nel grande circo della narrativa, i personaggi si muovono spinti da motivazioni che vanno dal cristallino al “ma che diamine ti passa per la testa?”. Alcuni vogliono vendetta, altri cercano l’amore, altri ancora vogliono solo un panino e un po’ di pace (e francamente, posso relazionarmi di più con quest’ultimi). Ma quando una motivazione funziona? Quando, invece, ci troviamo a sbuffare per il continuo tira e molla emotivo di un protagonista? Scendiamo in questo abisso narrativo con qualche esempio degno di nota.

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Il politically correct nella scrittura creativa: tra inclusività e forzature

Negli ultimi anni, l’industria dell’intrattenimento ha assistito a un’ondata di inclusività senza precedenti. Film, serie televisive e videogiochi hanno abbracciato la diversità, introducendo personaggi di colore, transgender, omosessuali e altre minoranze. Un cambiamento lodevole, se non fosse che spesso l’inclusione appare più come una strategia di marketing che un genuino sforzo narrativo. La mia fidanzata mi ha fatto notare come, in molti casi, queste rappresentazioni risultino forzate e di cattivo gusto, ottenendo l’effetto opposto a quello desiderato.

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Scrivere per catturare l’attenzione ft. Sabrina Sedda

Ciao! In questo nuovo articolo d’intervista, abbiamo Sabrina Sedda, una copywriter i cui post su LinkedIn hanno attirato la mia attenzione e non solo: un po’ per lo stile, un po’ per il modo di scrivere molto personale, ho notato che Sabrina ha avuto molto seguito scrivendo cose anche normalissime come “cerco lavoro”.

Navigando tra povera gente che elemosina lavoro e magnati fai-da-te, scrivere contenuti interessanti su LinkedIn non è affatto semplice o banale, per cui ho voluto organizzare questa piccola intervista.

Anzitutto Sabrina ti ringrazio per aver accettato! Raccontaci un po’ di te: chi sei? Com’è nato il tuo interesse per la scrittura? In che modo hai esercitato e appreso il tuo stile?

Tento da qualche giorno di rispondere alla tua prima domanda con una simil-rubrica su LinkedIn in cui cerco il modo migliore di scrivere una Bio. L’ho intitolata Esercizi di Stile, come il libro di Queneau che non ho mai letto.

Il mio interesse per la scrittura è nato 20 anni fa, oggi il web dà la possibilità di scrivere senza averne minimamente le competenze.

Il mio stile è stato pesantemente influenzato da Oltreuomo, un blog satirico che ho scoperto nel 2016. 

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La sospensione dell’incredulità, cos’è e perché è importante conoscerla

La sospensione dell’incredulità è un tacito patto esistente tra l’autore di un’opera e i suoi fruitori. Chi si approccia a un libro, soprattutto se appartenente a generi come il fantasy o la fantascienza, accetta di credere a quello che lo scrittore gli mostrerà, a patto che sia coerente con quanto narrato fino a quel momento.

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Il “più potente”: perché ci attira?

In narrativa, e più comunemente negli shōnen, è facile imbattersi in un personaggio estremamente talentuoso o capace rispetto agli altri, descritto come quello “più potente”, quello che “ha superato i limiti umani”.
Tale personaggio viene spesso presentato in pompa magna, con visual mozzafiato e un’aura di potere a volte letteralmente visibile a occhio nudo.
Un personaggio ritenuto infallibile, ineffabile, impossibile da sconfiggere. In un certo senso il contrario della figura dell’underdog.

Alcuni esempi: Madara Uchiha di Naruto, Aizen di Bleach, il Kishin in Soul Eater, Beerus in Dragon Ball, L e Light in Death Note, e così via.

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Sinossi, come si scrive? Alcuni consigli utili

La sinossi rappresenta uno dei principali incubi della maggior parte degli scrittori. Si tratta di un riassunto della propria opera, in grado di far capire in poche righe a figure come l’editore o l’agente letterario, lo svolgimento della trama e i temi affrontati. Non dev’essere confusa con la quarta di copertina, il cui obiettivo è ingolosire un potenziale lettore senza svelare i colpi di scena più grossi.

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Redemption arc, che cos’è? E come si gestisce?

Non tutti gli antagonisti sono destinati a restare cattivi fino al termine di un libro o di una saga. In alcuni casi l’autore decide di far compiere a questi personaggi un percorso di redenzione (noto in inglese come redemption arc). Che cosa lo differenzia dalla semplice crescita del personaggio? Quest’ultima può riguardare tutti, dai protagonisti ai personaggi secondari, e prevede il miglioramento individuale di chi ha già una moralità poco distorta. Si parla di redemption arc, invece, quando il personaggio che deve riscattarsi ha compiuto delle azioni malvage e/o distruttive, di cui ha iniziato a pentirsi nel corso della storia.

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Cambiare “l’ordine degli addendi” di un romanzo

Cambiando l’ordine degli addendi, la somma non cambia: è proprietà valida nell’addizione, ma non nell’esecuzione di un romanzo.
È infatti molto interessante notare come, ad esempio, modificando solo di poco la posizione di alcuni elementi di un romanzo, il pacing risulti notevolmente migliorato e più interessante, la storia doni una sensazione di essere più scorrevole, e così via. Scopriamo subito come.

Citerò il mio stesso romanzo, Ascend-ent, attualmente nella fase finale di modifica e di miglioramento.
Dopo una prima, estenuante parte di avventura, la versione iniziale del romanzo si distendeva con una fase più rilassata, tranquilla, in cui il protagonista si limitava a chiacchierare con alcuni suoi amici e colleghi, e passare del tempo tutto sommato in modo spensierato. L’idea era infatti di spezzare l’azione con un capitolo più leggero.
La mia editor, tuttavia, mi ha fatto presto notare che ciò non poteva funzionare, perché rompeva il ritmo dell’azione, errore importante in un romanzo d’avventura.

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Rule of cool, che cos’è? E come si utilizza?

Lo abbiamo ripetuto fino alla nausea: la sospensione dell’incredulità è importante. Se lo scrittore inizia a infrangere, una dopo l’altra, tutte le regole che ha introdotto nel libro, per il lettore diventa difficile continuare a prendere sul serio la storia o preoccuparsi per la sorte dei personaggi. In linea generale, dunque, chi scrive deve stare attento a non contraddirsi, evitare eventi che cozzano con le premesse del racconto e rispettare l’intelligenza di chi andrà a leggere la sua opera. In alcuni casi, tuttavia, diventa possibile deviare un minimo da questa condotta e mettere in pratica la cosiddetta “Rule of Cool”.

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