L’audiodescrizione

In questo articolo, cercheremo di capire insieme cos’è l’audiodescrizione e di fornire qualche informazione a chi fosse interessato ad approcciarsi alla materia. Nel mio piccolo ho potuto rendermi conto di come ogni paese e piattaforma abbia le sue regole, per questo vi parlerò di come funziona il mondo della audiodescrizione in Italia, relativamente al settore filmico e teatrale, dai principali aspetti legislativi a quelli linguistici.

Ma iniziamo con la sua definizione.

L’audiodescrizione è una traccia audio aggiuntiva che, inserita all’interno di un prodotto multimediale audiovisivo, esplicita tutti quegli elementi (ad esempio gesti, setting, costumi, colori) che non possono essere percepiti dalle persone che hanno una disabilità visiva. L’audiodescrizione viene svolta da audiodescrittori professionisti, ed è utile ad una varietà di eventi: dai film, agli spettacoli teatrali, dagli eventi sportivi ai musei. Generalmente l’audiodescrizione viene inserita nelle pause di silenzio  tra le battute dei dialoghi.

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I CAT Tools

Oggi vi svelo lo strumento “magico” del traduttore: il CAT Tool. CAT non sta però a significare gatto, bensì è l’acronimo di Computer Aided Translation: i CAT dunque non sono altro che strumenti di traduzione assistita, ovvero aiutano il traduttore a svolgere il proprio lavoro.

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Traduzione editoriale vs traduzione tecnica

Come ho già spiegato in uno dei miei primi articoli “Il mestiere del traduttore”, il traduttore è colui che trasporta un testo da una lingua ad un’altra, dovendo prestare attenzione però ad alcuni parametri importanti, che, se necessario, illustrerò in un articolo a parte.

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Chatters on translation ft. dr. ssa Erica Secondini

Ciao a tutti!
In questo nuovo articolo, una mia collega traduttrice che ha seguito con me sia il Master di Traduzione e Adattamento Cinetelevisivo presso la SSML Gregorio VII, sia il corso di Laurea Magistrale di Interpretariato e Traduzione presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT), la dr. ssa Erica Secondini, ha accettato con piacere di fare quattro chiacchiere sull’argomento, per gli interessati e i curiosi.
Sarà sia infatti un articolo d’intervista, sia un back-and-forth tra me ed Erica.
Bene bene, ti ringrazio moltissimo, Erica, per la partecipazione!
Abbiamo entrambi la passione e l’interesse per le lingue, nonché per la traduzione.

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Il mestiere del traduttore

Purtroppo il nostro mestiere oltre ad essere un mestiere di nicchia, è conosciuto con un’accezione sbagliata: il traduttore, infatti, non si limita semplicemente a trasportare un testo da una lingua ad un’altra, ma deve rispettare altri parametri che vedremo in un articolo a parte. 
Altrettanto sbagliata è la concezione che il mestiere del traduttore possa svolgerlo chiunque, per cui cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Prima di tutto è necessario fare una distinzione tra TRADUTTORI ed INTERPRETI. I primi lavorano su testi scritti, i secondi invece si occupano della comunicazione orale (in occasione ad esempio di conferenze, fiere, convegni). Il traduttore può anche essere interprete, ma non è obbligatorio; io, infatti, non mi occupo di interpretariato. 

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Traduzione e scrittura creativa, due mondi intrecciati

Il mondo della scrittura creativa e quello della traduzione sono profondamente vincolati.
Basti pensare alla semplice traduzione di romanzi, o anche all’adattamento di film e telefilm.

Analizziamo alcuni punti d’interesse che sorgono da questo “vincolo”.

Strategia traduttiva di tipo straniante vs addomesticante

Una problematica molto importante è come tradurre elementi di altre culture.
Nello specifico, gli elementi culturospecifici, ovvero quei termini che fanno riferimento a un qualcosa di strettamente connesso alla cultura straniera, danno spesso aria a dibattiti.
Questi elementi pongono una grossa sfida traduttiva in quanto, spesso e volentieri, se lasciati intatti, non permettono al pubblico della cultura di arrivo di comprenderne il senso, rischiando quindi di stranirlo (ciò che si definisce strategia traduttiva di tipo straniante).

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