Proprio come Gabriele, anch’io provo una grande nostalgia della sensazione di assoluta libertà che provavo durante la stesura delle mie prime “opere”.
Tutto iniziò quando avevo 13 anni. Dopo la lettura della serie “Le Cronache del Mondo Emerso” di Licia Troisi provai per la prima volta il desiderio di scrivere un romanzo e di vedere, un giorno, il mio nome su una copertina.
Mi misi subito all’opera e nel giro di un’estate sfornai il mio primo “libro”, dal titolo per nulla edgy: “Le guerre infernali”.
Pure per me che l’ho creato non è troppo semplice descriverlo. A ben guardare era un mischione di tutto quello che mi piaceva in quel periodo: Harry Potter, Tales of Symphonia, le Cronache del Mondo Emerso e vari anime e manga.
Il tutto condito con una dose abbondante di riferimenti biblici a caso.
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Esordi di scrittura – Gabriele
Come tutti, sia io che Alessandro abbiamo fatto i primi passi in scrittura tanti, tantissimi anni fa. In questo articolo, racconterò dei miei (terrificanti) esordi, e cos’è cambiato da allora.
Sebbene le mie origini scrittorie risalgano a una sottospecie di fanfiction di Dragon Ball, e una sorta di strano e insensato processo basato su Ace Attorney e con protagonisti dei miei amici, lo attribuisco formalmente alla storia Wolf Lonnie: Ace Attorney.
Come presuppone il nome, Wolf Lonnie: Ace Attorney era inizialmente un racconto basato sulla saga del gioco Phoenix Wright: Ace Attorney.
La solitudine in scrittura creativa
Caratterizzare un personaggio non è un’impresa facile: spesso bisogna bilanciare aspetti positivi e negativi, al fine di creare una figura complessa, sfaccettata e credibile.
Uno di questi aspetti che ho sempre trovato interessante, in un personaggio, è quello della solitudine.
I motivi per cui un personaggio può essere solo possono essere molteplici: è rimasto orfano perché i suoi genitori sono stati uccisi, è vittima di bullismo, si isola perché non riesce a rapportarsi alle altre persone, ha paura di mostrare chi è veramente, eccetera.
Famiglia, società e formazione in scrittura
Considero la famiglia una tematica particolarmente appassionante in scrittura e narrativa: in quanto nucleo della società ci dice molto su chi siamo e su chi siamo stati, ed è interessante rilevare analogie e differenze con altre culture, più o meno lontane dalle nostre nello spazio e nel tempo. Proprio all’inizio dell’anno ho recensito per Il Pickwick, rivista con la quale collaboro, il romanzo The fifth child (ossia Il quinto figlio) di Doris Lessing, che parla di una coppia in contrasto con il modello dominante e del fallimento di un progetto di vita Il Pickwick – “The Fifth Child”: il collasso di famiglia e società. Nel farlo, mi sono resa conto ancora una volta del legame strettissimo che un nucleo familiare, anche se tenta di isolarsi, ha con il mondo circostante.
Continua a leggere “Famiglia, società e formazione in scrittura”Le critiche: considerazioni e come gestirle
Ogni lavoro è soggetto a critiche altrui: da quelle più costruite e profonde, a quelle più superficiali.
Esporre la propria arte significa inevitabilmente esporsi al fuoco delle critiche e dovervi sopravvivere.
In questo articolo, svilupperò alcune considerazioni su fatti avvenuti e racconterò alcune mie personali esperienze.
Reazioni di autori alle critiche
Il consenso generale è che un autore capace resti imperturbabile dinanzi a una critica, e anzi la sfrutti per migliorarsi. Tuttavia, non sempre è così facile, essendo un autore legato, spesso e volentieri, al proprio lavoro.
Jacqueline Howett, l’autrice di The Greek Seaman, è un esempio di questo fenomeno.
Plot twist “a tradimento”. Ecco come possono danneggiare una storia
Dopo aver finito un certo videogioco (di cui non farò il nome per evitare spoiler involontari) e aver letto un articolo molto interessante realizzato da Vera Tobin per The Conversation, mi sono ritrovato a riflettere a lungo sulla natura dei plot twist (noti anche come colpi di scena). Tanto amanti quando odiati, questi potenti strumenti narrativi sono presenti in ogni forma di narrazione e spesso possono decretare il successo o il fallimento di una storia.
Continua a leggere “Plot twist “a tradimento”. Ecco come possono danneggiare una storia”Deumanizzazione del personaggio: Parasyte – The Maxim vs Death Note
Parasyte – The Maxim e Death Note sono due serie differenti. Eppure, per alcuni punti di vista si somigliano.
In particolare, il processo di deumanizzazione dei rispettivi protagonisti, Shinichi Izumi e Light Yagami.
In scrittura creativa, la deumanizzazione è una delle possibili strade che un personaggio può intraprendere. A seguito di orribili circostanze, o ancora per via di determinate scelte, un personaggio può perdere la propria compassione, la propria empatia verso il prossimo, divenendo freddo, distaccato, con un codice morale meno rigido rispetto a com’era prima.
Lo scopo di questo articolo è mettere infatti a confronto i protagonisti delle due serie, osservando come il processo di deumanizzazione sia avvenuto.
Il ruolo dell’editor ft. Tina
Dietro a ogni grande libro c’è un grande scrittore? Sì, ma non solo. Spesso c’è anche un editor che ha aiutato con pazienza e dedizione l’autore a trasformare la bozza iniziale (talvolta un po’ “grezza”) in un gioiello splendente. Per capire meglio l’importanza di questa figura professionale oggi faremo quattro chiacchiere con Tina, una giovane editor sempre pronta a esaltare al meglio i punti di forza di ogni manoscritto.
Continua a leggere “Il ruolo dell’editor ft. Tina”Raccontare il mondo del cosplay ft. Valentino Notari
Il mondo del cosplay è molto più vario e complesso di quanto potrebbe sembrare a una prima occhiata. Dietro ai costumi sgargianti e alle esibizioni con musiche ed effetti scenici si nasconde un immenso microcosmo fatto di accessori da preparare, servizi fotografici, notti insonni passate davanti alla macchina da cucire, amicizie e, purtroppo, anche rivalità. Quel che non manca mai è la passione. Dopotutto, solo chi si diverte davvero a vestire i panni dei personaggi che ama e a respirare l’atmosfera caotica delle fiere può continuare a fare cosplay per molto tempo senza stancarsi.
È questo il caso di Valentino Notari, cosplayer conosciutissimo (non solo in Italia) che nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni degli eventi più importanti del settore, tra cui l’ambitissimo World Cosplay Summit. Dalla sua esperienza è nato “Cosplaygirl” un romanzo interamente incentrato sul mondo del cosplay che sarà in vendita dal 30 marzo. Scopriamo assieme a lui com’è nata questa idea.
Continua a leggere “Raccontare il mondo del cosplay ft. Valentino Notari”L’utilità delle ripetizioni
In un articolo precedente, Alessandro ha affrontato la questione dei refusi.
Ma in taluni casi, quelli che possono sembrare refusi, possono essere invece potenti strumenti da usare strategicamente in scrittura creativa: uno di questi è la ripetizione.
Ripetere una parola crea sovente frasi non orecchiabili, dando potenzialmente la brutta impressione di essere recitate da un robot anziché un essere umano.
Per esempio: “ciao, ieri ho mangiato il gelato. Il gelato era molto buono”.
Verrebbe istintivo correggere: “ciao, ieri ho mangiato il gelato. Era molto buono”, e sarebbe corretto.
Tuttavia, questo, in narrativa, non sempre è corretto e si deve applicare a tutto.