La “flanderizzazione”: quando un personaggio viene banalizzato.

In narrativa, il fenomeno della “flanderization” (“flanderizzazione”) è un fenomeno negativo che avviene al discapito dei personaggi che lo subiscono.

La flanderizzazione è quando la caratteristica di un personaggio diviene sempre più centrale allo stesso, fino ad esasperarla, dunque rovinandolo e banalizzandolo. Il personaggio da cui prende il nome il fenomeno è difatti Ned Flanders, della celebre serie dei Simpson.

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Le festività in narrativa.

Buon Natale a tutti!! In questo articolo, tratterò brevemente l’importanza delle scene o degli episodi festivi nei media.

Solitamente, gli episodi festivi, soprattutto nei telefilm, vengono usati come “scusa” per creare delle scene filler tranquille, piacevoli e divertenti. In altri casi, soprattutto in telefilm con una pausa in mezzo alla stagione, la speciale atmosfera festiva è usata per dare risalto alle scene clou o cliffhanger, come nel caso dell’episodio 3×09 di Supergirl, con l’introduzione della villain Reign.

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Tre manuali di scrittura creativa a confronto

I manuali di scrittura creativa possono essere molto utili. Oltre a fornire a chi si approccia per la prima volta a questo mondo gli strumenti essenziali per iniziare a creare storie e personaggi, possono dare degli spunti preziosi anche a chi ha già un po’ di esperienza alle spalle, magari aiutandolo ad affinare la propria tecnica o a rivalutare il metodo di lavoro utilizzato fino a quel momento. In commercio è possibile trovarne parecchi, tra cui alcuni realizzati da scrittori famosi a livello globale.

Anche se i temi trattati tendono a ripetersi, il modo in cui vengono affrontati dai vari autori può essere molto diverso e influenzato da fattori come la personalità, l’approccio alla scrittura, le esperienze di vita e gli interessi. Per dare risalto a queste differenze mi è sembrata una buona idea mettere a confronto i manuali scritti da tre autori diversi: Roberto Cotroneo (autore, tra gli altri, di “Se una mattina d’estate un bambino”), Haruki Murakami (noto per libri come “Norwegian Wood”, “Kafka sulla spiaggia” e “L’arte di correre“) e Stephen King (“IT”, “Il gioco di Gerald”, “Carrie” ecc.).

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Correndo con i Beatles – Una riflessione sulla corsa, la musica e la scrittura

[Riflessione risalente al 2018, quando il mondo era ancora libero dal coronavirus e i runner non venivano visti come degli untori]

Da un po’ di tempo corro al mattino ascoltando i Beatles.

Non lo dico per vantarmi. Sono un corridore nella media e non ambisco a vincere medaglie o a battere chissà quale record. Lo faccio solo perché mi piace. È faticoso, certo, ma è uno dei modi migliori che conosco per allontanare le preoccupazioni. Quando corro, non penso alla disoccupazione, ai miei fallimenti, al blocco dello scrittore e a tutti gli altri problemi che rendono addormentarsi l’impresa più difficile del mondo. Penso solo alla corsa, perlomeno per i primi dieci minuti. Poi, senza neanche rendermene conto, attivo il “pilota automatico” e il mio corpo inizia a fare tutto da solo. A quel punto la mia mente, libera dal faticoso compito di ponderare ogni movimento, inizia a vagare senza una meta precisa e ogni bizzarra associazione di idee diventa possibile.

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Le ferite e la loro importanza in narrativa.

In scrittura creativa, e in particolar modo nei generi action, arti marziali, avventura o simili, è frequente che un personaggio si ritrovi in situazioni in cui riceve o dovrebbe ricevere una ferita fisica più o meno grave.

Questo genere di situazione e dettaglio viene a volte sottovalutato e svilito dallo scrittore, creando situazioni involontariamente bizzarre, se non addirittura ridicole.

Per spiegarmi meglio, citerò l’esempio del film Crawl – Intrappolati (2019): il film presenta una situazione in cui un uragano è in rotta di collisione con la Florida, e proprio l’arrivo della tempesta causa un’alluvione e il seguente comparire di diversi alligatori dove non dovrebbero essere presenti.

Haley e suo padre Dave si ritrovano quindi a sopravvivere in una Florida allagata e diventata praticamente una palude infestata da alligatori. A un certo punto, uno di questi riesce ad azzannare il braccio di Dave e a strapparglielo.

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Il “lore”: ambientazione, atmosfera, storia.

In un universo narrativo, creando e immaginando l’ambientazione di un racconto, spesso si viene a riflettere sulla sua storia.
Su come sia nato o si sia sviluppato un determinato luogo, perché abbia tali caratteristiche (come un tipo di moneta o una festività), perché i suoi abitanti si comportino in un determinato modo.

Il lore è infatti tutto ciò che ruota attorno a un universo immaginario. Il motivo per cui il castello di Hogwarts sia stato edificato nella collana di Harry Potter, le origini della struttura intergalattica della saga di Star Treck, o in generale tutto ciò che ruota attorno all’atmosfera di videogiochi come Dark Souls o Hollow Knight (qui in copertina).

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Scrivere una visual novel ft. Crescendo

Se in alcuni generi videoludici la trama è un mero pretesto per giustificare quel che avviene sullo schermo, in altri è il fulcro stesso dell’esperienza di gioco. È questo il caso delle visual novel, che fanno della storia e dei dialoghi il loro cavallo di battaglia, spesso scendendo più a fondo nella psicologia dei personaggi di quanto avviene nei titoli in cui l’azione ha un ruolo maggiormente preponderante. Chi vuole crearne una deve tenersi pronto a scrivere tantissimo e a usare molti degli espedienti narrativi di cui abbiamo avuto modo di parlare qui sul blog.

Per capire meglio cosa vuol dire dare vita a una visual novel e, più generale, scrivere per un videogioco, ho deciso di fare alcune domande a Crescendo, che, oltre a suonare benissimo, ha anche maturato alcune esperienze in questo settore.

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Scrivere un ottimo sidekick: alcuni consigli.

Il sidekick, ovvero il personaggio che accompagna il protagonista nella maggior parte delle sue avventure, è una figura spesso vitale, ma sottovalutata poiché in secondo piano.

Infatti, senza il sidekick, molte storie non sarebbero le stesse: Watson a Holmes, Robin a Batman, Rose Tyler al Dottore, e via discorrendo.

Si potrebbe spiegare uno dei ruoli chiave della figura seguendo una delle “filosofie di scrittura” del celebre mangaka Akira Toriyama. Egli ha spiegato che sua preferenza nell’introdurre i personaggi a “coppie” è dovuta alla semplicità con cui riesce, di tal modo, a far “rimbalzare” le personalità dell’uno e dell’altro, rendendole subito chiare al pubblico.

Il sidekick assume frequentemente tale ruolo, facendo da contrasto, o foil, al protagonista verso alcune sue mancanze. Watson rappresenta l’uomo medio rispetto al genio Holmes, Robin l’eroe inesperto rispetto al veterano Batman, e così via.

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ESPERIENZA DI STESURA ROMANZI ft. ALESSANDRO BOLZANI E GABRIELE GLINNI

Buongiorno a tutti! Di recente ho avuto l’occasione di discutere con un mio caro amico, Gabriele Glinni, del suo libro in fase di lavorazione Ascend-ent, e con Alessandro Bolzani del suo romanzo I Guardiani Dei Parchi in vendita su Amazon.

Ho cominciato ad approfondire l’argomento, riuscendo oltretutto a reperire Ascend-ent in esclusiva anteprima.
Ho così proposto a entrambi delle domande per comprendere meglio la trama, a cosa o a chi si siano ispirati e la modalità in fase di lavorazione
Bene allora, cominciamo!

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